L’estate dei governativi europei

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Jason Briscoe, Unsplash

Per i governativi europei è stata un'estate con poche emozioni. I rendimenti dei benchmark dell'area Euro si non si muovono in maniera rilevante da diverso tempo. I rendimenti dei Bund a 10 anni sono rimasti intrappolati in un range compreso tra -0,6% e -0,3%. “Le speranze per una graduale risoluzione della crisi correlata al virus devono costantemente fare i conti con i timori di una seconda ondata. È improbabile che questo modello cambi presto e prevediamo che i rendimenti core dell'area Euro per il momento rimarranno intorno ai livelli attuali”, spiega Florian Späte, senior bond strategist di Generali Investments.

“Tuttavia, questa stabilità maschera una tendenza che si prevede perdurerà”. Mentre i rendimenti reali a 10 anni sono scesi di oltre 70 punti base da marzo, le aspettative sull’inflazione sono aumentate di oltre 60 punti base. Tuttavia, gli swap sull'inflazione a 10 anni sono ancora solo intorno all'1%. “Ciò non riflette adeguatamente la situazione dell’inflazione a lungo termine né i rischi di inflazione associati all'orientamento estremamente espansivo di politica fiscale e monetaria. Sebbene un ritorno ai livelli pre-crisi appaia fuori portata, per lo meno tra gli acquisti in corso da parte della Banca Centrale Europea vi è un certo margine di manovra per un aumento delle aspettative di inflazione. Al contrario, i rendimenti reali sono ancora al di sopra dei livelli pre-crisi, il che contraddice le aspettative di una crisi economica grave e duratura”, spiega lo strategist.

Secondo Banca Patrimoni Sella&C, l’abbondante liquidità immessa dalla Banca Centrale Europea sui mercati permette la prosecuzione del trend di diminuzione sui rendimenti nonostante il peggioramento dell’evoluzione della pandemia rispetto al buon andamento dei mesi precedenti. Si mantiene sotto l’1% il rendimento del BTP decennale italiano che chiude la settimana a 0,94% con spread a 145 punti base dopo essere sceso sotto i 140. Leggero aumento dei titoli di stato greci che allargano la forbice con i titoli italiani e rendono ora 1,08% e spread quota 160. Rimangono invariate le quotazioni dei titoli governativi delle altre emittenti con spread in marginale allargamento per via del movimento a ribasso della curva del bund tedesco.

“L’incremento del fabbisogno pubblico ha reso necessaria la conferma delle aste a metà mese anche ad agosto che non succedeva dal 2010”, spiegano da Banca Patrimoni Sella&C. Il Tesoro italiano nell’asta del 14 agosto ha emesso Titoli di Stato per un controvalore di 6,75 miliardi di euro collocando sul mercato Btp a 3 e 7 anni per 2,75 miliardi e 30 anni per 1,25 miliardi. I bond triennali hanno dunque un rendimento lordo dello 0,08% in calo dello 0,30% precedente. Per la scadenza a 7 anni il rendimento lordo si attesta a 0,72% in calo rispetto all’asta di luglio, quando il rendimento era stato dello 0,95% e con un rendimento più che dimezzato rispetto all’asta di maggio quando i titoli erano stati emessi a 1,53%. Rendimenti a 1,91% per i trentennali di nuova emissione che hanno registrato una buona domanda con un rapporto rispetto all’offerta di 1,43%.

La Banca Centrale Norvegese ha mantenuto il tasso d’interesse di riferimento a zero, come previsto e ribadito che probabilmente rimarrà al livello attuale per i prossimi due anni. “L’economia norvegese è in profonda recessione ma l’inflazione sottostante è aumentata ed è al di sopra dell’obiettivo. L’aumento dei prezzi del petrolio ha portato a una corona più forte di quanto precedentemente ipotizzato e le prospettive di una crescita debole dei salari hanno indotto i membri del comitato ad ipotizzare che anche l’inflazione si modererà”, spiegano da Banca Patrimoni Sella&C. 

Oltreoceano

Le minute della FED hanno deluso chi si aspettava un nuovo impulso alla discesa dei tassi. “Non si è avvertito nessun senso di urgenza di annunciare modifiche al quadro attuale delle manovre messe in atto per sostenere l’economia. Tutto rimandato a settembre dunque, appare ancora improbabile la transizione verso un obiettivo medio di inflazione o controllo della curva dei rendimenti”.