L’era degli investimenti alternativi non è finita

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Sebbene l’attuale crisi finanziaria derivante dalla pandemia di Covid-19 abbia sorpreso gli investitori, il contesto in cui si trovano ad operare non è poi cambiato particolarmente. Permangono le condizioni di bassi tassi di interesse e il ruolo delle politiche espansive delle Banche centrali è sempre più determinante, il tutto condito da un forte incremento della volatilità sui mercati finanziari. L’unica cosa da fare è quindi cambiare la visione con cui si costruisce l’asset allocation, allungando l’orizzonte temporale, ma ciò può avere anche delle conseguenze nella scelta degli strumenti. Ne abbiamo discusso in occasione della tavola rotonda virtuale organizzata da FundsPeople sull’ottimizzazione dei portafogli multi-strategy.

I titoli governativi devono fare i conti, in alcuni casi, con tassi di interesse in territorio negativo, gli asset hanno ormai un’iper-reazione alle politiche delle Banche centrali e l’inflazione e il debito costituiscono la principale questione da monitorare. Secondo Clark Fenton, gestore del fondo RWC Diversified Return, in questa situazione l’evento del Coronavirus, che ha impattato l’economia globale e la società nelle sue abitudini di vita, porterà gli investitori a rivedere le loro asset allocation in un’ottica diversa, a ragionare cioè con orizzonti temporali più lunghi, anche a 10 anni. “Questo sarà il principale cambiamento per chi opera nei mercati finanziari, che spingerà a muoversi sempre più verso strategie alternative e a mettere da parte quelle più tradizionali e semplici”, commenta il portfolio manager di RWC Partners.

Nella sua strategia Fenton segue il ciclo del credito e la sua struttura per assumere le decisioni di investimento. “Dopo che nel 2018 siamo entrati in una fase creditizia over-levereged, caratterizzata da un posizionamento difensivo, ora non possiamo sapere esattamente quali saranno gli effetti della pandemia di Covid-19. Tuttavia lo stress sul mercato e il rischio sono elevati, pertanto riteniamo che questo evento darà inizio ad una nuova fase di delevereging, con conseguenze per i bilanci delle società”, spiega l’esperto. “Ci troviamo di fronte ad un nuovo contesto in cui le tecniche di investimento alternative ci aiuteranno ad ottenere rendimenti positivi, come hanno dimostrato gli ultimi mesi, consentendo il giusto bilanciamento all’interno dell’asset allocation”, conclude.

Come hanno reagito i fund selector all’attuale crisi

Gli investimenti alternativi includono tutte quelle asset class che si discostano da quelle tradizionali, quali azionario ed obbligazionario, e mirano quindi a fornire un elemento decorrelativo con queste ultime, per cercare di ottenere rendimenti interessanti, nel momento in cui è venuto meno il ruolo dei bond, in un contesto di bassi tassi di interesse. I fund selector hanno confermato che ormai non possono farne a meno nelle loro asset allocation.

“In ogni stress test e analisi di scenario i titoli governativi hanno sempre avuto comportamenti in controtendenza ai titoli azionari. Per questo motivo, all'inizio dell'anno abbiamo sottoposto i nostri portafogli a delle simulazioni per osservare cosa sarebbe successo se le obbligazioni non si fossero comportate come hanno fatto nelle crisi passate", afferma Damian Barry, responsabile Multi-Asset Multi-Management di Mediolanum International Funds Ltd (MIFL). "Inoltre con l'attuale correzione di mercato, a differenza di quella relativa alla crisi finanziaria del 2008, l’obbligazionario governativo ha sofferto. Sebbene le obbligazioni offrano diversificazione, non hanno fornito lo stesso livello di protezione ai portafogli rispetto a quello dato in passato”. Tutto ciò accade in un'era in cui i prodotti alternativi hanno un’attrattiva maggiore.

Se valutiamo degli investimenti come un’alternativa a protezione del portafoglio, la preferenza della branch irlandese di Mediolanum è quella di utilizzare strumenti derivati, ​​come opzioni put. Infatti, durante i recenti ribassi, le opzioni put si sono comportate esattamente come previsto e hanno mitigato il deprezzamento della componente azionaria dei nostri portafogli. “Continueremo comunque ad esplorare nuove opportunità di diversificazione per i nostri portafogli utilizzando anche le opzioni”, aggiunge.

Mario Baronci, responsabile del team Multi Asset di Quaestio Capital opera una distinzione fra diversificazione e copertura dei rischi: la prima si limita a consentire un efficiente utilizzo del budget di rischio, ma quando c’è una situazione di panico l’unico strumento adatto è un portafoglio di hedging. “Durante la crisi attuale abbiamo utilizzato le opzioni per ridurre il rischio;  abbiamo acquistato put quando la volatilità era a basso costo, e successivamente siamo passati a strategie meno onerose (butterfly e condor). L’idea è quella di mantenere la contribuzione al rischio azionario al di sotto del 50%, aumentando la componente di FX (Yen e Franco svizzero) e la duration, calibrando così la volatilità attesa”, spiega l’esperto.

Fernando Perez, senior portfolio manager e responsabile Portfolio USA Equity di Intesa Sanpaolo Private Banking, continua a credere che le strategie alternative possano essere utili per la diversificazione, anche in questo periodo. “Occorre fare attenzione a ciò che si inserisce in portafoglio, perché la correlazione in questo momento è aumentata”, sottolinea il gestore. “Abbiamo usato strumenti di copertura, quali oro e fondi alternativi, per diversificare. Questa crisi ha inoltre posto le basi per l’acquisto di asset di qualità a buon prezzo, ma la selezione sarà l’elemento chiave. Con i bond sotto shock, l’aumento di volatilità e i rendimenti ancora bassi, è meglio aspettare che la situazione sia più chiara, prima di agire”, suggerisce.