L'attacco speculativo alle banche e la folle minaccia degli ottusi stress test

Roberto_Russo_scrivania
immagine concessa

Commento a cura di Roberto Russo, amministratore delegato diAssiteca SIM.

Le primarie banche italiane hanno superato gli stress test del settembre 2015, ovvero la vigilanza bancaria europea (Eba) ha constatato che ipotizzando uno scenario economico (molto) avverso, le nostre banche avrebbero in ogni caso una dotazione patrimoniale sufficiente per fronteggiare la situazione critica. Ciò che ha sempre preoccupato i burocrati dell'Eba è il peso dei crediti deteriorati e dei titoli di Stato all'interno dell'attivo patrimoniale delle nostre banche. Una settimana fa abbiamo di fatto subito un involontario stress test dopo l'esito del referendum che ha decretato l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea.

I nostri titoli di Stato decennali (quelli dello spread per capirci...) giovedì 23 giugno (il giorno prima di Brexit) rendevano circa l'1,4%. Venerdì 24 (subito dopo Brexit), il rendimento è salito all'1,55%, mentre una settimana dopo, 1 luglio è all'1,2%, ovvero lo 0,2% in meno rispetto al valore pre-Brexit. Dunque, lo stress test ha sortito addirittura l'apprezzamento dei nostri BTP...

E veniamo ai crediti deteriorati: rispetto al 2015, tutte le banche italiane stanno riducendo considerevolmente gli accantonamenti sui crediti, trimestre dopo trimestre, perché, come vuole la logica, poiché negli ultimi anni il ciclo economico è decisamente migliorato (il PIL è tornato positivo nel 2015, nel 2016 la crescita prosegue e tutti i principali indicatori economici del Paese sono in miglioramento nonostante la vergognosa campagna mediatica in corso che punta a enfatizzare solo le brutte notizie per 'vendere'), finalmente la qualità dei crediti inizia a migliorare e anche l'effetto 'trascinamento' dei vecchi crediti deteriorati legati al periodo di lunga recessione è in notevole calo.

Adesso leggiamo sui principali giornali che circolano voci di brutte sorprese collegate all'esito dei prossimi stress test europei di fine luglio per qualche istituto di credito italiano...il dito è sempre rivolto al Monte dei Paschi di Siena che, a conferma di quanto ho scritto sopra, nel primo trimestre del 2016 ha accantonato perdite su crediti per 345 milioni di euro contro i 450 milioni accantonati nel primo trimestre 2015 (riduzione di oltre 100 milioni di euro!) e ha realizzato (nonostante gli accantonamenti) nello stesso periodo 92 milioni di utile netto. Dunque, la qualità dei crediti migliora, i titoli di Stato in portafoglio di BMPS si apprezzano (nonostante lo stress test Brexit) e l'Eba, che ha certificato lo scorso settembre gli stessi crediti e gli stessi titoli di Stato (ma a valori peggiori degli attuali), potrebbe a fine luglio nuovamente bocciare BMPS in sede di stress test! 

Nel frattempo Deutsche Bank, con un attivo patrimoniale di 1.770 miliardi di euro (superiore al PIL italiano) di cui 500 miliardi di derivati e un patrimonio netto (attivo meno passivo) di appena 66 miliardi di euro, supererebbe nuovamente con serenità gli stessi stress test. Per meglio comprendere la follia della situazione attuale di Deutsche Bank, con un attivo patrimoniale di 28 volte il corrispondente patrimonio netto (di cui derivati pari a circa 8,5 volte lo stesso patrimonio), è sufficiente che lo stesso attivo subisca una svalutazione di appena il 3,7% (1.770 x 3,7% = 66) per determinare l'azzeramento del patrimonio, ovvero il fallimento della banca. Chi ha lavorato nel mondo dei derivati, sa benissimo poi che uno stock di 500 miliardi di euro valutato con parametri interni all'istituto (e non oggetto di verifica in sede di stress test!) già in se può serenamente nascondere una svalutazione del 10/20%, ovvero, di nuovo, il default di Deutsche Bank.

Veniamo adesso alla situazione sui mercati finanziari

Dopo Brexit la speculazione sta travolgendo le banche italiane esattamente come ha attaccato i BTP nel 2011 prima che arrivasse il paracadute del quantitative easing di Draghi, ovvero l'acquisto a valanga di titoli di stato dei Paesi dell'Unione europea (oggi per un valore di 80 miliardi di euro al mese); solo questo intervento ha frenato il crollo dei nostri BTP, perché la politica germano-centrica dei kamikaze di Bruxelles ci stava portando verso il disastro. Oggi, la stessa politica, senza alcun motivo di natura macroeconomica (ciclo economico nuovamente positivo) o microeconomica (crediti e titoli di Stato in miglioramento dentro i bilanci delle banche) sta nuovamente strozzando il nostro Paese con l'attacco speculativo alle banche accompagnato dalla folle minaccia degli ottusi stress test che promuovono le banche esplosive tedesche e bocciano i nostri solidissimi (è vero!) istituti di credito. 

Renzi continua a sbattere contro il muro di gomma tedesco del divieto degli aiuti di Stato (votato dai nostri parlamentari) e adesso ha capito di essere intrappolato (come Berlusconi nel 2011) perché se bocciano BMPS richiedendo un nuovo aumento di capitale (fa nulla se si tratta di una richiesta totalmente folle e infondata...) si gioca la credibilità e quindi rischia di saltare con il referendum costituzionale. Ovviamente i suoi avversari politici, secondo tradizione, anziché preoccuparsi del dramma politico che investe il nostro Paese sotto scacco dei burocrati di Bruxelles, fanno il gioco della Merkel e non vedono l'ora che il premier cada.

Ci resta una sola speranza: un'azione 'definitiva' che risolva una volta e per sempre la questione dei crediti deteriorati delle banche, che rappresenta l'arma con cui i kamikaze dell'Eba guidati dalla Germania ci ricattano da anni. A mio parere quest'arma può essere rappresentata da un mega fondo (sull'esempio di Atlante) dotato di almeno 40 miliardi di euro, da costituire subito, che compri prima dell'esito degli stress test (fine luglio) almeno 100 miliardi di euro di crediti deteriorati delle nostre banche (e subito almeno 10 miliardi di crediti deteriorati di BMPS) ai valori iscritti in bilancio (tra l'altro certificati dagli ispettori dell'Eba...), ovvero al 40/50% del corrispondente valore nominale. Questa mossa equivarrebbe al quantitative easing della BCE che ha bloccato una volta e per sempre la speculazione sui BTP, perché in questo modo, liberando dai bilanci delle banche lo strumento di ricatto dei burocrati di Bruxelles e degli ispettori dell'Eba, in un sol colpo ci troveremmo davvero con i migliori istituti di credito d'Europa e ciò sarebbe riconosciuto anche dai nostri peggiori nemici. Tutto ciò permetterebbe al nostro governo di mettere sotto pressione proprio la Germania e la Francia utilizzando la stessa arma, ovvero la (vera) debolezza delle loro banche piene di derivati e molto più vulnerabili delle nostre in caso di scenario economico avverso.

Aspettiamo con ansia i prossimi giorni, perché potrebbero cambiare le sorti e il peso del nostro Paese in Europa.