KIS Bond Plus un fondo libero di muoversi

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Rocco Bove e Andrea Ponti, portfolio Manager, Kairos Partners SGR

 La complessità dei mercati finanziari non permette più di avere un approccio dogmatico e fondi tradizionali. “Il contesto tende a cambiare continuamente, per questo la nostra offerta deve essere anche dinamica e flessibile”, spiegano i gestori del KIS Bond Plus, Rocco Bove e Andrea Ponti. “È un fondo obbligazionario flessibile gestito in maniera completamente unconstrained, con la libertà di muoversi attraverso tutto il range dell’universo investibile che, quindi, non rimane chiuso in una scatola predefinita ma può spaziare sia sul lato del credito, sia su quello della duration”, sottolinea Bove. 

“Quando la società mi ha chiesto di creare un fondo, è come se mi fossi fatto un abito su misura, decidendo di non incasellarmi mai nel tema caldo del momento e di lasciarmi mano libera per trovare sempre le migliori opportunità di mercato, tenendo sempre sotto controllo il rapporto rischio/rendimento.Il dinamismo e la flessibilità che caratterizzano il fondo sono stati negli anni la sua forza e gli hanno permesso di avere risultati brillanti anche in contesti difficili. “Siamo in un momento in cui il mercato comincia a diventare più nervoso e più fragile, ma avere la possibilità di affrontarlo in maniera dinamica e unconstrained, con un mandato di gestione del genere, ti permette di efficientare un prodotto che investe in un  mercato, quello obbligazionario, che oggi in termini finanziari efficiente non è”. 

Per il gestore, infatti, sebbene il KIS Bond Plus sia un prodotto absolute return,  particolare attenzione va posta nella ricerca di un equilibrio tra rischio e rendimento  “che deve essere un rapporto interessante per l’investitore finale”.

Gestire la volatilità

La volatilità dei mercati negli ultimi 12-15 mesi  ha iniziato a crescere, ed è stata esponenziale in questo primo trimestre 2018. “Per gestirla  facciamo grande uso di derivati di tasso e di derivati di credito, a volte in maniera di puro hedging. In particolare, usiamo strutture  di derivati e  di asset strategici decorrelati tra loro, in modo che il combinato disposto del tutto sia più efficiente del mercato sottostante ”.

 I gestori sottolineano poi l’importanza della diversificazione. Il KIS Bond Plus investe in oltre 200 emissioni con un peso medio dello 0.5%, di cui le prime 10 pesano meno del 30% del prodotto. “La condicio sine qua non per affrontare la volatilità è un portafoglio molto diversificato per settori, per emittenti, per geografia e per temi di investimento. Prendiamo dei rischi importanti ma in modo diversificato e quindi non concentrato”, sottolinea Bove.

Un nuovo concetto di rischio

“Veniamo da dieci anni in America e cinque in Europa di politiche monetarie straordinariamente espansive che hanno portato alla compressione di tutti gli elementi di risk free, dal tasso al mercato azionario, passando per il credito”, spiega Ponti. Oggi, giunti al punto di inversione di queste politiche monetarie straordinarie e considerando che la rete di protezione stesa fin qui dalle Banche centrali inizia a venire meno, torna ad esser fondamentale valutare gli investimenti ponderandoli per la rischiosità associata e non fermandosi al solo fattore del rendimento atteso. 

“C’è una percezione del rischio che in questi ultimi anni si è progressivamente slegata dai fondamentali. Nella gestione di un prodotto come il KIS Bond Plus che non ha mai voluto strategicamente giocare la parte alta di duration e in cui a priori si sa di dover investire in un mercato inefficiente, devi saper adattare le tue strategie gestionali e non puoi rimanere fermo al paradigma di quelle direzionali”, conclude.