Italia e Germania, la politica sotto i riflettori

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Analisi a cura di Luca Colussa, macro analyst di Generali Investments.

 

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La scorsa settimana i mercati finanziari hanno fornito segnali contrastanti. Mentre la volatilità ha continuato a calare – con l’indice VIX sceso al 16,5% – e le quotazioni azionarie si sono mosse marginalmente al rialzo, gli spread dei segmenti più rischiosi del credito (high yield e subordinati finanziari) sono leggermente saliti. In ribasso i rendimenti core, soprattutto nell'area euro, con il rendimento dei Bund decennali in calo di 5 punti allo 0,66%, il livello più basso delle ultime quattro settimane.

I verbali del FOMC hanno mostrato che la Fed è sempre più ottimista sulle prospettive di crescita e inflazione negli Stati Uniti. Se i mercati scontano già ampiamente tre rialzi dei tassi nel corso del 2018, riteniamo che ci sia una probabilità del 15% di un quarto aumento quest'anno. Nei prossimi giorni, i dati sull’inflazione PCE core di gennaio (consenso: +0,3% mese su mese, +1,5% anno su anno) e l'ISM manifatturiero (che dovrebbe registrare una lettura molto forte attorno a quota 59) dovrebbero ulteriormente rafforzare la fiducia in questo scenario.

Nell’Euro area, è improbabile che le stime flash sull'inflazione mostrino un'accelerazione sostanziale delle dinamiche dei prezzi, anche se una ripresa dovrebbe diventare più evidente nei prossimi mesi. Di conseguenza, pensiamo che la BCE procederà ad un graduale aggiustamento del proprio quadro politico, probabilmente rimuovendo l’easing bias del QE nella prossima riunione dell'8 marzo. La maggiore fiducia nelle prospettive sui tassi di politica monetaria dipinte dalla Fed ha prodotto un ulteriore allargamento dello spread transatlantico, con il differenziale di rendimento a 2 anni tra Treasuries e Bund salito a 277 punti, il livello più alto dall'aprile 1997.

L'indebolimento delle sorprese macro nell’Euro Area, con il Citigroup Economic Surprise Index in territorio negativo per la prima volta dal settembre 2016, è in linea con l'idea che la crescita non dovrebbe accelerare ulteriormente rispetto agli attuali livelli. Di conseguenza, anche il sostegno alla crescita degli utili aziendali potrebbe attenuarsi, contribuendo così all'attuale volatilità di mercato. Ribadiamo la nostra posizione più cauta sull’azionario nel breve termine, pur confermando la nostra stima di un ritorno complessivo attorno al 6% per l’MCSI EMU e le azioni giapponesi entro fine anno.

Domenica gli investitori si concentreranno sulle elezioni politiche in Italia e sui risultati del referendum tra i membri SPD circa un governo di Grande Coalizione in Germania. La scorsa settimana, il differenziale BTP-Bund si è ampliato di circa 10 punti base, e un ulteriore allargamento prima del voto non è da escludere. Ciò detto, un risultato favorevole in entrambi gli eventi ridurrebbe ulteriormente il rischio politico nell’Euro Area, favorendo un nuovo calo degli spread sovrani.