Investimenti: Kairos punta sull'azionario italiano

Gruppo_01
Funds People

Kairos raddoppia l'esposizione sull'azionario italiano. Il messaggio arriva da Paolo Basilico, fondatore e CEO di una delle principali realtà italiane indipendenti nel settore del risparmio gestito, con circa 8 miliardi di masse in gestione e sedi a Milano, Roma,Torino e in alcune delle principali piazze finanziarie internazionali. 

I segnali positivi, spiega Basilico, ci sono tutti: tassi, petrolio, cambio, ma anche l'azione di governo. “Renzi sta facendo cose importanti, a partire dal Jobs Act", dice in apertura del tradizionale convegno romano "Scenari e proposte di investimento". "Siamo stati negativi per anni sull’Italia, oggi mi sento di dire che il mercato azionario italiano ha davanti un’occasione unica per recuperare almeno una parte del valore perso negli ultimi 15 anni", afferma il presidente di Kairos che si è poi focalizzato sugli sviluppi aziendali: il gruppo sta infatti sviluppando una serie di servizi aggiuntivi, in particolare nel settore della consulenza sugli investimenti e nel wealth management (un team è al lavoro sulla voluntary disclosure).

 

L'opinione del presidente è stata ribadita anche da Guido Brera, responsabile delle gestioni collettive della SGR italiana: "Negli ultimi tre anni abbiamo fatto scelte gestionali molto nette che guardando indietro sono risultate vincenti: in questo 2015 siamo partiti positivi su mercato azionario europeo e italiano in particolare alla luce del mix di fattori positivi come euro debole petrolio cheap e QE europeo con i suoi benefici effetti sul costo del debito pubblico. Siamo però consapevoli di quanto il contesto rimanga fluido soprattutto dopo un rally così importante e rimaniamo vigili perché crediamo che in corso d’anno la volatilità sia destinata ad aumentare”.

 

Per gli investimenti in bond la ricetta di Rocco Bove, responsabile obbligazionario è scommettere su titoli lunghi e con qualche rischio in più ma pieni di qualità (Polonia in primis): “Guardando indietro sui bond abbiamo vissuto nel migliore dei mondi possibili e l’enorme liquidità ha diluito le differenze tra singoli mercati e stili gestionali. Guardando avanti invece la sfida sarà più complessa e sarà sempre più importante un approccio gestionale guidato dalla flessibilità in un contesto di tassi sostanzialmente a zero”.

 

Alessandro Fugnoli, strategist di Kairos, ha invece concentrato il suo intervento sul QE della BCE: "Sotto di voi - ha detto alla platea - ci sono i resti delle Terme di Diocleziano che cercò inizialmente di reagire, con alchimie su oro e moneta, al Quantitative easing lanciato per la prima volta dai suoi predecessori, ma si trovò poi a dovervi fare nuovamente ricorso, aggiungendovi misure di finanza straordinaria”. Come a dire il QE viene da lontano ed "è per sempre".  “Non voglio dire che il QE di Mario Draghi o quello della Fed sarà ininterrotto: - ha precisato Fugnoli - le interruzioni ci saranno ma la politica monetaria è destinata a restare espansiva”, mutualizzando il debito, almeno finché l’inflazione non salirà oltre il dovuto. Dove c’è il QE la valuta si svaluta - è successo prima al dollaro e sta succedendo all’euro per non dire del Giappone - e le borse si gonfiano.