Investimenti in economia reale: storie di successo

Jungwoo Hong, Unsplash
Jungwoo Hong, Unsplash

Presentato a Roma il Quaderno di approfondimento “Sostenere lo sviluppo del Paese: una scelta davvero alternativa? Investitori istituzionali e strumenti alternativi per l’economia reale” che chiude il secondo ciclo d’incontri del Tavolo di Lavoro sull’investimento in economia reale promosso dal Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali in collaborazione con Borsa Italiana. Al progetto hanno partecipato Casse pensione, Fondazioni bancarie, Fondi negoziali e Banche.

Un patrimonio in costante crescita e già in buona parte destinato a investimenti capaci di coniugare redditività e ricadute positive sul territorio, seppur con differenze sostanziali tra le diverse tipologie d’investitori: per il 48,60% (tenendo conto anche della quota nella banca conferitaria, in Cassa Depositi e Prestiti e Fondazione con il Sud), nel caso delle Fondazioni, per il 16,31% nel caso delle Casse Privatizzate dei liberi professionisti (era il 14,6% l’anno precedente) e per il 3,00% e il 3,20% nel caso di Fondi Pensione Negoziali e Preesistenti. Quello degli investitori istituzionali italiani è un tesoretto da 240 miliardi di euro che, almeno in parte, potrebbe essere destinato a finanziare PMI, infrastrutture e real estate.

Gli investimenti in economia reale degli investitori istituzionali italiani (anno 2018)

Investitori Istituzionali Patrimonio DI CUI investimenti in economia reale in %
Casse Privatizzate 82,92 16,31%
Fondazioni di origine Bancaria 45,7 48,60%
Fondi Pensione Preesistenti autonomi 58,3 3,20%
Fondi Pensione Negoziali 50,41 3,00%

Fonte: Sesto Report “Investitori istituzionali italiani: iscritti, risorse e gestori per l’anno 2018”, Itinerari Previdenziali.

È a partire da queste considerazioni che il Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali e Borsa Italiana hanno dato il via al confronto tra investitori istituzionali, esperti del settore e associazioni di categoria nel 2018, un momento di condivisione di buone pratiche, esperienze e criticità proseguito anche nel corso del 2019, quando il con l'allargato la discussione anche alle PMI che hanno già usufruito dei capitali istituzionali per finanziarsi e avviare processi di innovazione e sviluppo. 

“Dati e casi studio raccolti, evidenziano come in soli due anni siano stati compiuti numerosi passi in avanti. Ciascuno secondo propri obiettivi, caratteristiche e vincoli nei confronti di aderenti (o territori), un numero crescente di investitori istituzionali sta esprimendo una concreta progettualità con l'apertura dei portafogli ad asset class alternative dedicate all’economia reale italiana. D’altra parte, oggi è significativamente aumentato il numero di prodotti e strategie diversificate con focus sull’asset class; altro concreto segnale del progresso compiuto a livello di sistema. "A testimonianza del grande cambiamento in atto, va segnalato come stiano nascendo moltissimi progetti di finanza alternativa con focus sull’economia reale anche per il pubblico retail”, ha spiegato Gianmaria Fragassi, coordinatore del progetto per il Centro Studi e Ricerche di Itinerari Previdenziali. 

Come emerge dal confronto internazionale, esistono tuttavia ancora ampi spazi di mercato attraverso i quali gli investitori istituzionali possono essere maggiormente presenti come finanziatori dell’economia italiana. “Visto il divario con gli altri Paesi, un maggior investimento nell’equity domestico del portafoglio core dei fondi pensione è nei numeri ragionevole. E potrebbe oltretutto essere perseguito attraverso scelte di investimento in aziende con forte vocazione ESG e quindi a sostegno della crescita sostenibile del Paese, tema sempre più rilevante che consentirebbe anche attività efficaci di engagement”, ha commentato Alessandra Franzosi, head of Pension Funds & Asset Owners Borsa Italiana. 

Secondo Itinerari Previdenziali e Borsa Italiana, i 15 casi virtuosi che hanno accompagnato il percorso del Tavolo di Lavoro dimostrano l’importanza della condivisione, del dialogo e della partnership tra e con tutti gli attori del sistema (PMI incluse). Un approccio che facilita il raggiungimento di soluzioni innovative condividendo obiettivi, processi e rischi finanziari e imprenditoriali e che ha tutte le potenzialità non solo per impedire che le eccellenze del Paese finiscano in mano ai capitali esteri, ma anche per attrarre maggiori risorse “internazionali” verso gli asset italiani. “L’unica strada per scongiurare il “realwhashing”: termine con cui, stressando il concetto e facendo un parallelismo con il greenwashing, il Tavolo di Lavoro ha cercato di mettere in guardia dal potenziale rischio di dare troppa importanza alla teoria (e al marketing) a discapito di quel passaggio ai fatti e alla concretezza di cui il Paese avrebbe tanto bisogno”, ha aggiunto Fragassi. 

Investimenti in economia reale: storie di successo

Secondo Nunzio Luciano, presidente di Cassa Forense, bisogna fare squadra. “L’unico modo per ottenere audience da parte della politica e della legislazione è presentare un progetto condiviso da parte di tutti gli investitori”. 

Nel corso del 2019 Previndai ha destinato il 10% dell’asset allocation strategica a strumenti illiquidi, soprattutto private equity, direct lending e infrastrutture. “I nostri obiettivi sono stati: cercare delle perfomance superiori alla media in linea con l’orizzonte temporale d’investimento del Fondo e aumentare la diversificazione degli strumenti”, ha commentato Alessandro Ciucci, chief financial officer di Previndai. 

Il Fondo Pensione Eurofer si è avvicinato a questo tipo di soluzioni già sette anni fa. Giorgio Fano, chief investment officer del Fondo Pensione Eurofer, ha indicato nel 15% il numero target per la quota di portafoglio da destinare alla classe di attivo. “Il processo d’investimento viene supportato da un advisor esterno che ci permette di allargare le nostre competenze”, ha aggiunto, ricordando che il vincolo d'investimento per i Fondi negoziali definito dal regolatore è di un 20% massimo sul totale del portafoglio.

Anche la Fondazione Cariverona durante il 2020 continuerà ad aumentare la diversificazione di portafoglio: "al momento la nostra allocazione ha ancora un’ampia esposizione ai titoli bancari. Continuereremo a ridurre questa esposizione per investire in private asset e fondi UCITS”, ha dichiarato Matteo Franchetto, responsabile Attività Patrimoniali e Finanziarie Fondazione Cariverona.

Fabio Lenti, responsabile Investimenti Mobiliari CNPADC, ha inoltre fatto notare come oltre a diversificare per tipologia di strumento, sia importante diversificare per settore e area geografica. “Investire solo sul private markets italiano può risultare rischioso in termini di concentrazione. Inoltre, il mercato italiano è ancora poco maturo rispetto a quelli esteri. Cerchiamo dei player internazionali che possano offrire una maggiore diversificazione di portafoglio”. 

Solidarietà Veneto nel corso del 2020 cercherà di ampliare le sue competenze: “in questo momento ci affidiamo a degli advisory esterni per quanto riguarda gli investimenti in Private Equity e Private Debt, spiega Paolo Stefan, direttore generale. “Quindi anche per il settore delle infrastrutture e real estate ci appoggeremo a nuovi advisor esterni con specifica competenza”. 

Andrea Turrini Vita, responsabile Gestioni Fondi di Previdenza Gruppo MPS, ha concluso sottolineando come questo sia perfetto per lo sviluppo dei mercati privati. “Negli ultimi 5 anni l’industria dell’asset management è cambiata radicalmente. L’investitore oggi è pronto ad accettare il rischio di illiquididabilità per ottenere maggiori rendimenti".

Il Quaderno di approfondimento “Sostenere lo sviluppo del Paese: una scelta davvero alternativa? Investitori istituzionali e strumenti alternativi per l’economia reale” è disponibile sul sito Itinerari Previdenziali al seguente link: 

https://www.itinerariprevidenziali.it/site/home/biblioteca/pubblicazioni/sostenere-sviluppo-paese-scelta-davvero-alternativa-.html