Investimenti ESG, uno spiraglio di luce sulla normativa UE

Adrie Heinsbroek, Principal for Responsible Investing, NN Investment Partners
Adrie Heinsbroek, Principal for Responsible Investing, NN Investment Partners

Contributo a cura di Adrie Heinsbroek, Principal Responsible Investment di NN Investment Partners. Contenuto sponsorizzato.

Nei prossimi quattro mesi, i gestori patrimoniali europei e i consulenti finanziari avranno un arduo compito davanti a sé. La nuova legislazione, che scaturisce dal piano d’azione dell’UE per un’economia più “green”, richiede agli asset manager di classificare tutti i loro prodotti di investimento in base alla sostenibilità, entro marzo 2021. Abbiamo analizzato il regolamento relativo all’informativa sulla sostenibilità dei servizi finanziari dell’UE e quello sulla tassonomia, unitamente all’impatto che eserciteranno lungo tutta la catena di investimento.

Un piano d’azione per finanziare la crescita sostenibile

Il Regolamento SFDR entrerà in vigore a marzo, ed è uno degli elementi del Piano d’azione dell’UE per finanziare la crescita sostenibile e un’Europa più “green”. Il piano, articolato in 10 punti, mira a reindirizzare i flussi di capitali verso investimenti sostenibili, a integrare la sostenibilità nella gestione del rischio e a promuovere la trasparenza e la visione a lungo termine nell’attività economica e finanziaria. Rientra nel Piano d’azione dell’UE la definizione di un linguaggio unico in materia di sostenibilità, in modo che tutti gli operatori utilizzino gli stessi criteri per definire, misurare e comunicare le caratteristiche di sostenibilità delle attività economiche. L’attuazione del Piano d’azione dell’UE renderà inoltre necessarie modifiche alla legislazione esistente, comprese le direttive MiFID II, BMR e quelle AIFMD e sugli OICVM.

Il Regolamento SFDR è strettamente legato ad altre due disposizioni legislative, che rientrano tutte nel Piano d’azione dell’UE. La prima è il Regolamento sulla tassonomia dell’UE, che stabilisce i criteri per determinare se specifiche attività economiche contribuiscano al raggiungimento degli obiettivi ambientali. I gestori patrimoniali e altri investitori professionali dovranno rendere nota la quota di investimenti che finanziano attività compatibili con la tassonomia per ciascun prodotto finanziario rilevante, compresi i fondi di investimento. Al momento la tassonomia è principalmente focalizzata sulle problematiche ambientali. In futuro, includerà anche fattori sociali e legati alla governance.

La seconda disposizione legislativa, la Direttiva sulla reportistica non finanziaria (NFRD), prevede requisiti più rigorosi e standardizzati sulle modalità con cui le aziende comunicano le informazioni di natura non finanziaria e rendono noti i dati ambientali, sociali e di governance (ESG). Dal 2018 alle società viene richiesto di integrare rendiconti non finanziari nei loro bilanci annuali. L’UE rivedrà il regolamento NFRD per sostenere l’implementazione della tassonomia dell’UE e del regolamento SFDR.

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Quali sono le implicazioni del regolamento SFDR per il settore finanziario e per NN IP?

I gestori patrimoniali e i consulenti finanziari, avranno un ruolo fondamentale nell’attuazione del Piano d’azione dell’UE. Le società comunicano in base al regolamento NFRD e integrano quest’analisi nella documentazione degli investimenti, nella pubblicazione e nella reportistica SFDR. I prodotti che offrono rientrano “nel campo di applicazione” del regolamento SFDR e devono essere classificati in una delle tre categorie. Ciò significa che i gestori patrimoniali non possono più limitarsi ad affermare di avere fondi sostenibili. Dovranno dimostrarlo ed essere in grado di provare la piena conformità del processo decisionale di investimento, della gestione del rischio e della pubblicazione dei dati relativi ai prodotti.

Le tre classificazioni per gli investimenti sono:

  • Articolo 9, o verde scuro, applicabile a prodotti che hanno obiettivi sostenibili;
  • Articolo 8, o verde chiaro, esteso ai prodotti finanziari che promuovono aspetti ambientali o sociali come parte integrante della strategia di investimento nel suo complesso;
  • Articolo 6, o grigio, applicabile a prodotti che o ritengono i rischi ESG parte integrante del processo di investimento o vengono esplicitamente dichiarati non sostenibili.

L’impatto di questo processo su qualsiasi gestore patrimoniale è significativo. Nel caso di NN IP rende necessaria un’analisi completa dei nostri fondi e dei mandati per poterli classificare. Un vantaggio è che questo tipo di analisi non rappresenta una novità per la nostra società. Disponiamo della nostra classificazione per gli investimenti responsabili (integrazione ESG, sostenibilità e impatto), e pubblichiamo dati certificati relativi agli asset in gestione che rientrano in questo ambito. Da molti anni vincoliamo gli investimenti alle caratteristiche ESG. Non dobbiamo iniziare da capo, e possiamo utilizzare i nostri criteri di caratterizzazione dei prodotti come punto di partenza, il che può aiutarci ad allinearci più facilmente ai nuovi requisiti giuridici. Abbiamo inoltre esperienza riguardo al processo necessario per soddisfare gli ampi requisiti del regolamento SFDR in merito alla pubblicazione dei dati.

Condivisione delle informazioni e trasparenza

La nostra esperienza ci consente di offrire consulenza ai clienti che si trovano ad affrontare le stesse problematiche. Alcuni clienti rientrano anche nel campo di applicazione del regolamento SFDR; altri devono ancora verificare se verrà loro richiesto di fornire informazioni. I fondi pensionistici, ad esempio, riceveranno informazioni e potrebbero anche essere tenuti a fornirle. A loro volta, le richieste e i loro suggerimenti possono aiutarci a mettere a punto la nostra metodologia. Fortunatamente, sono molti i dibattiti e la condivisione di informazioni tra le parti interessate. Illustriamo ai clienti il nostro processo e il nostro approccio, il che a sua volta li aiuta a valutare come prepararsi a questi sviluppi.

Cercheremo di adottare la massima trasparenza riguardo alle modalità di attuazione di questi cambiamenti. Al momento stiamo aggiornando tutti i prospetti per ottenerne l’approvazione prima della scadenza del 10 marzo 2021. Possiamo comunicare le classificazioni finali dei prodotti ai clienti soltanto dopo l’approvazione dei prospetti.

Il volto mutevole dell’investimento responsabile

È probabile che questi sviluppi cambino lo scenario degli investimenti, innescando un diverso indirizzamento dei capitali. La maggiore trasparenza in termini di sostenibilità dei prodotti di investimento spingerà inoltre i proprietari di asset a riflettere maggiormente sull’importanza della sostenibilità nei loro investimenti. Qualora i proprietari di asset debbano anche fornire comunicazioni ai loro clienti finali, ad esempio i fondi pensionistici, anch’essi dovranno integrare i fattori ESG e la sostenibilità nelle decisioni di investimento e nella reportistica.

Siamo fermi sostenitori del Piano d’azione dell’UE e della conseguente legislazione. Il concetto di ridistribuzione degli investimenti a favore di attività commerciali sostenibili è in linea con la nostra convinzione di valorizzazione del capitale. Le linee guida e la normativa miglioreranno ulteriormente il nostro attuale modus operandi e le azioni conseguenti.

Il concetto di sostenibilità è in costante evoluzione, così come la tassonomia dell’UE e il regolamento SFDR. Ad esempio, l’attuale forte attenzione agli aspetti ambientali potrebbe subire variazioni, con l’integrazione di maggiori fattori sociali, quali l’inclusione, la diversità e la salute. Con l’entrata in vigore di diversi livelli di legislazione nei prossimi due o quattro anni, anche le pratiche di mercato subiranno un’evoluzione. È di gran lunga qualcosa di più di un semplice caso di mantenimento e di conformità. Si tratta di un passo importante in direzione di un’Europa forte, proiettata verso il futuro e più “green”, potenzialmente un modello per il resto del mondo.

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