Intervista a Davide Barattini, head of emerging markets funds di Aletti Gestielle SGR

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Molte nazioni emergenti stanno adottando riforme economiche e sociali per garantire una crescita sostenuta staccandosi dalla dipendenza di alcune economie sviluppate. Ma nessuna l'ha fatto come la Cina. 

La potenza asiatica ha già lanciato la maggior riforma dagli anni ottanta per lasciare indietro un paese di rendite medie e diventare una nazione sviluppata.

Davide Barattini, gestore del fondo Gestielle Obiettivo Cina di Aletti Gestielle SGR, ci racconta l'importanza di queste riforme per il gigante asiatico e come impattano sulla gestione giornaliera del comparto. Il fondo conta su un patrimonio che supera i 100 milioni di euro e appartiene alla categoria dei flessibili. Ecco le risposte.

Quali sono i vantaggi di essere esposti, oggi, alla Cina?

Il paese sta attraversando un importante momento di transizione verso un nuovo modello di struttura economica più orientato ai consumi ed agli investimenti privati. Il nuovo percorso di crescita intrapreso dal governo del premier Li Keqiang risulta decisamente differente rispetto a quello precedente ed è sintetizzabile in: no grossi stimoli, riduzione dell’indebitamento, tolleranza ad una minor crescita e riforme strutturali bilanciando il ruolo del mercato e quello della politica.

Alla guida di questo cambiamento risultano l’annuncio del piano di riforme (64 mini riforme annunciate dopo il cambio di leadership del Partito Comunista) che vanno a toccare importanti aspetti della vita sociale ed economica e che in parte sono state implementate con grande rapidità nei mesi successivi all’annuncio. Si pensi alla parziale liberalizzazione del settore finanziario, l’accentramento delle politiche di spesa, la ridefinizione delle competenze a livello statale e regionale. Non ultima, l’appena iniziata riforma delle SOE’s che dovrebbe portare al perseguimento dell’efficienza e non della crescita a tutti i costi.

Ad ottobre avremo poi il quarto plenum del Congresso del Partito Comunista dove si avranno ulteriori chiarimenti sulle riforme economiche e sulle misure anticorruzione.
La gestione della politica fiscale e monetaria negli ultimi mesi è stata poi ben dosata non determinando interventi a cascata ma interventi selettivi ed efficienti che hanno migliorato strutturalmente alcune aree economiche.

Detto questo dire che il peggio per l’economia cinese sia alle spalle è difficile rimanendo diverse problematiche ancora aperte: il mercato immobiliare è solo all’inizio di una fase di aggiustamento strutturale, la riduzione dell’indebitamento da parte dei governi locali richiede comunque tempi lunghi e la qualità degli asset bancari resta ancora un punto di domanda. Confortante il fatto che le iniziative del Governo vadano verso una gestione e soluzione dei principali problemi strutturali del paese.

In termini di valutazioni, il premio al rischio elevato dovrebbe lentamente rientrare visto che oramai i problemi che caratterizzano l’economia cinese sono noti e ben dibattuti lasciando minor spazio a grosse sorprese negative ed inoltre le autorità come precedente detto stanno affrontando le varie problematiche. Di conseguenza le valutazioni ne beneficeranno aiutate anche da un recupero/stabilizzazione della crescita e crescita degli utili aziendali.

Principali differenze fra la Cina e altre potenze asiatiche?

La economie asiatiche, come la Cina, stanno attraversando una importante fase di transizione che parte da differenti modelli economici e da tempi diversi e che puntano verso una maggior economia di mercato, uno snellimento degli apparati amministrativi/burocratici e alla riduzione/eliminazione di diffusi fenomeni di corruzione. Se dovessimo trovare un elemento di sintesi che caratterizza la differenza tra le economie asiatiche nella formazione della crescita del loro prodotto interno lordo, sarebbe il peso degli investimenti pubblici/privati.

Strategia del fondo. Come vengono scelte le posizioni che integrano il portafoglio?

Le posizioni che costituisco il portafoglio esprimono la nostra visione positiva sul processo in atto delle riforme strutturali, sovrappesando oltre al settore tecnologico quelli relativi all’inquinamento o alla nuova fase di urbanizzazione del paese.