Inarcassa valorizza il patto tra generazioni

mizzau
Marco Mizzau, direttore generale, Inarcassa

Tratto dalla rivista numero 39, aprile 2020 di FundsPeople.

Inarcassa è stata fondata nel 1958 come ente pubblico per la Previdenza e l’Assistenza degli Ingegneri Liberi Professionisti. Dal 1995 è un’associazione privata, autonoma, ma sotto il controllo pubblico, in favore della categoria a cui si riferisce. Le entrate contributive della cassa di previdenza pari a un miliardo nel 2018 sono state sempre superiori alla spesa per prestazioni, di 689 milioni di euro, determinando costantemente un saldo previdenziale positivo. La consistenza del patrimonio netto è aumentata di otto volte dalla privatizzazione, sfiorando gli 11 miliardi di euro a fine 2018 ed è stata sempre superiore alla riserva legale prevista dal quadro normativo di riferimento.

Sostegno all'economia reale 

Nel corso dell’ultimo biennio è aumentata la necessità di ricercare fonti alternative di reddito, anche considerata la sempre più scarsa redditività nominale offerta dalle componenti obbligazionarie. Al contempo, sono aumentate le sollecitazioni per contribuire al finanziamento dell’economia reale. “Inarcassa, già da tempo, ha assunto tali iniziative in misura coerente con il profilo di rischio complessivo del patrimonio ed intende consolidare questa direttrice. Oggi gli investimenti in Italia rappresentano oltre il 41,5% del patrimonio”, spiega il direttore generale Marco Mizzau. “Parimenti, nell’ambito del processo d’investimento e di governance è fondamentale l’adozione dei principi socialmente responsabili. Il comparto azionario è quasi totalmente investito in strumenti ESG, quello obbligazionario corporate al 90%”.

Una previdenza sostenibile 

Le linee guida delle sfide future dell’ente sono ispirate al perseguimento della sostenibilità finanziaria e sociale del sistema di previdenza nel suo complesso nel rispetto di tre direttrici tattiche:

  • Adeguatezza delle pensioni/prestazioni;
  • Equità generazionale;
  • Far sì che i redditi degli iscritti siano più alti possibili.

L’ultimo rapporto Censis-Tendercapital citava: “Avere una salute complessivamente buona, una condizione economica tra redditi e patrimoni generalmente solida ed in definitiva poter scegliere cosa fare del proprio tempo e della propria vita sono formidabili generatori di quella micro felicità quotidiana che, in una società percepita come ostile o comunque non facile da vivere, sono assolutamente essenziali”. Le generazioni più a rischio, quindi, sono quelle dei Millennials e dei Baby Boomers, ovvero le fasce sotto i 35 anni e sopra i 65.

Per le casse di previdenza, la responsabilità verso il futuro è un corollario della loro autonomia, occorre porre in essere tutto quanto necessario per valorizzare il patto tra generazioni e individuare metodologie e strumenti per renderlo più efficace ed efficiente. “Anche per questo motivo demografico, nell’assoluto rispetto del principio della prudenza, monitoriamo due direttrici emergenti: l’economia dell’idrogeno e il social housing. Le infrastrutture sociali, che scontano un gap di politiche e non di risorse, andrebbero rivitalizzate con investimenti in progetti di qualità e sostenibilità anche reputazionale”, conclude Mizzau.