Il ruolo delle donne nell’industria dell’asset management

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RobHannay, Flickr, Creative Commons

All’indiscutibile sviluppo dell’industria globale dell’asset management si affianca un altro dato, altrettanto evidente: la percentuale di professioniste del settore è ancora molto più bassa rispetto a quella dei colleghi uomini. Morningstar ha condotto un ambizioso studio attraverso cui ha cercato di spiegare la ragione di tale divario. Per farlo, ha analizzato un campione di 26.340 gestori a capo di 54.377 fondi di investimento in 56 Paesi. “Le tendenze registrate negli Stati Uniti, Spagna e Hong Kong si ripetono globalmente: nella gestione dei fondi spesso non si parla di donne, questo indipendentemente dalla geografia. A livello mondiale, circa un gestore su cinque è donna, un dato che non è cambiato molto dal 2008. I numeri indicano che l’industria dei fondi sta facendo ben poco per diventare più inclusiva, se la si analizza da una prospettiva di genere”,  riassumono gli autori del report.

Bassi livelli di presenza per Paese

Per geografia, lo studio ha evidenziato che i Paesi con una maggior percentuale di professioniste (almeno un 20%) sono quelli con mercati più piccoli: Singapore, Portogallo, Spagna, Hong Kong e Francia. In questa classifica, l’Italia, si piazza un po’ più in basso, seppur tra i primi 10 Paesi (magra consolazione), con un tasso del 17%. Tuttavia, nei centri finanziari di maggiori dimensioni, la percentuale è al di sotto della media del 20% e oscilla tra l’11% e il 14%. Negli Stati Uniti e in Germania il tasso è ancora più basso, rispettivamente del 10% e del 9% e gli esperti hanno individuato un calo rispetto ai massimi di presenza (dell’11% e del 12%, rispettivamente) registrati nel 2008. “Si tratta di un trend al ribasso che abbiamo riscontrato in tutti i grandi mercati”, aggiungono gli esperti.

Una delle spiegazioni a una così bassa presenza femminile nei mercati più grandi riguarda il fatto che “ci sono elementi che ostacolano il successo delle donne in Paesi come l’Australia, la Nuova Zelanda, gli USA, la Germania, il Brasile, l’India e la Polonia”. In tutti questi Paesi è stato rilevato un tasso maggiore di donne in possesso della certificazione CFA rispetto al numero di professioniste manager. “Inoltre, il CFA Institute ha fatto sapere che il 49% delle donne si presenta all’esame di CFA principalmente per progredire nella loro carriera o per migliorare le possibilità di trovare un lavoro, rispetto al 45% degli uomini”. La conclusione degli autori dello studio è che “sembra più complicato – o meno allettante – che le donne gestiscano fondi in Paesi dove l’industria è più stabile e gli uomini hanno rivestito ruoli apicali per molto tempo”.

Differenze per segmenti

Lo studio di Morningstar ha rivelato che le donne godono di una più elevata presenza in alcune aree dell’industria rispetto ad altre. Per esempio, è un 36% più probabile che una donna gestisca un fondo passivo che uno attivo della stessa asset class. Nel caso dei fondi obbligazionari, le probabilità che una donna gestisca un veicolo passivo rispetto a uno attivo sono del 23%. Infine, le possibilità che una professionista abbia in carico la gestione di un fondo multiasset passivo rispetto a uno attivo arrivano al 41%.

Qualcosa di simile avviene nel campo degli ISR. Lo studio rivela che è più probabile (di un 24%) che una donna gestisca un fondo con questi criteri rispetto a un uomo. Allo stesso modo, è molto più probabile che si scelga una donna per gestire un fondo di fondi. Per esempio, l’eventualità di gestire un fondo di fondi azionario è aumentata dal 49% al 96% durante il periodo di analisi di Morningstar (tra il 2008 e il 2015). In rapporto, le probabilità che una donna venga scelta per gestire un fondo di fondi azionario è calata dal 96% al 52% nello stesso periodo.

“Non possiamo determinare con quest’analisi se alle donne vengano offerti in maniera sproporzionata più lavori di gestione passiva o se siano loro a cercarli attivamente. Tuttavia, i dati ci dicono che è meno probabile che la manager media sia coinvolta nella gestione attiva”, riassumono da Morningstar.

Nel caso delle donne che ricoprono effettivamente il ruolo di gestore, lo studio ha scoperto che hanno meno probabilità rispetto ai loro colleghi di gestire più fondi contemporaneamente. “Abbiamo scoperto che nel caso in cui una donna gestisca un fondo, le sue probabilità di gestirne un altro sono molto basse. Queste si abbassano ulteriormente per ogni fondo aggiunto. Nello specifico, dopo la prima assegnazione di gestione, la probabilità che una donna ne ottenga una seconda scende del 94% per un fondo azionario, del 60% per un obbligazionario e del 99% per un multiasset”. Da Morningstar ritengono che questa scoperta “possa suggerire che è meno probabile che le donne diventino leader nelle politiche di investimento o che le società per le quali lavorano le considerino top manager in grado di attrarre asset per la loro reputazione”.