Il rischio geopolitico preoccupa i gestori…ma i portafogli rimangono invariati

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Maritè Toledo, Flick, Creative Commons

Il CFA Institute, l’associazione mondiale dei professionisti del mondo finanziario, ha chiesto il parere dei suoi membri in tutto il mondo sul possibile impatto delle attuali incertezze politiche sull’industria del risparmio gestito. L’indagine, “Impatto dei Rischi Geopolitici nell’Industria del Risparmio Gestito”, realizzata su 1.500 professionisti, a continuazione di quella realizzata nel mese di luglio 2016, rivela le sue opinioni circa le implicazioni di un clima geopolitico in continuo cambiamento, sull’impatto della decisione del Regno Unito di abbandonare l’Unione Europea.

I risultati mostrano la crescente preoccupazione tra gli intervistati circa il rischio geopolitico, dove questo avrà un impatto a lungo termine sui mercati finanziari. La maggior parte infatti (il 70%), si aspettano che gli investimenti saranno compromessi nei prossimi tre-cinque anni. Tuttavia, nonostante i rischi identificati, gran parte dei portfolio manager (il 71%) afferma di non aver cambiato la propria strategia di investimento in seguito al risultato a favore della Brexit.

In particolare, i professionisti britannici, mostrano la propria preoccupazione per gli effetti del risultato del referndum: il 70% ha dichiarato che l’esito dello stesso ha deteriorato la competitività del Regno Unito, e allo stesso modo, nel valutare l’attrattività post Brexit dei diversi centri finanziari internazionali, gli intervistati hanno identificato la capitale inglese come la più grande "sconfitta" del referendum, al contrario di Francoforte, Dublino, New York e Parigi, che sono visti come i "vincitori" di quest’esito. D’altra parte, i tre quarti degli intervistati dei Paesi continentali europei, si aspettano che le imprese dei rispettivi mercati riducano la presenza nel Regno Unito, come conseguenza della Brexit.

I risultati del sondaggio riflettono una crescente sensazione che la Brexit genererà nuove uscite dall’UE; il 59% crede infatti probabili ulteriori “leave” (il 10% in più rispetto all’indagine di luglio 2016). Il sentiment di un probabile collasso della UE è quindi aumentato dal 21% ad un significativo 36%. La frammentazione del Regno Unito a causa di un referendum indipendentista scozzese è considerata tuttavia probabile per la maggior parte dei partecipanti (il 53%).

Oltre a valutare le conseguenze della Brexit, è stato chiesto anche di valutare altri rischi politici internazionali, dove il 67% dei professionisti ha identificato l’elezione del presidente Trump come il rischio politico col maggiore impatto sulle loro strategie di investimento, seguito dalle elezioni francesi del 2017, con il 10% degli intervistati che considera il futuro evento francese come il rischio politico più significativo.