Il quinto Plenum in Cina ribadisce le opportunità di investimento

Chi Lo
Chi Lo, Senior Economist, Greater China, BNP Paribas AM

Contributo a cura di Chi Lo, senior economist, Greater China di BNP Paribas Asset Management. Contenuto sponsorizzato. 

Al 5 ° Plenum, tenutosi a Pechino dal 26 al 29 ottobre, è stato ribadito che la crescita della domanda interna, la sostituzione delle importazioni e l'autosufficienza tecnologica saranno i principali fattori che guideranno le decisioni e le opportunità di investimento in Cina nei prossimi anni. La prevista economia verde e la gestione del cambiamento climatico saranno le altre aree di interesse. Nei prossimi anni gli investitori possono sicuramente aspettarsi più emissioni di obbligazioni verdi cinesi.

I temi di investimento includeranno la protezione dell'ambiente e la spesa per l'innovazione tecnologica, l'assistenza sanitaria, la conservazione dell'acqua e le energie rinnovabili. Con una visione di sviluppo fino al 2035, ci sono importanti implicazioni di investimento strategico.

Obiettivo di crescita

Il comunicato del Plenum non ha fissato alcun obiettivo di crescita per i prossimi cinque anni, probabilmente a causa delle crescenti sfide e della volatilità geopolitica. In un secondo momento, Pechino potrebbe definire un intervallo compreso tra il 5,5% e il 6,5% per la crescita a medio termine, ancorando la politica macroeconomica al nuovo piano quinquennale.

La migrazione industriale e quindi l'inversione dell’urbanizzazione verso le parti interne del Paese, per redistribuire la crescita del reddito e dei consumi in modo più uniforme, saranno le tendenze chiave da monitorare quando si dovrà pensare agli investimenti nei settori orientati al domestico.

Doppia circolazione

Nel Plenum è stato definito l’indirizzo politico strategico per il medio termine che si concretizzerà nelle seguenti azioni:

  • Enfatizzare la circolazione interna (cioè la domanda interna)
  • Continuare a spingere (ma non fare affidamento esclusivo) sulla circolazione esterna aprendo il sistema domestico, attraverso la Belt & Road Initiative e l'internazionalizzazione del renminbi.
  • A livello nazionale, l'enfasi sarà posta sulla produzione e sulla tecnologia di fascia alta, oltre al reindirizzamento della spesa all'estero dei consumatori cinesi sul mercato interno.

Ciò dovrebbe essere positivo per i rivenditori nazionali e le aziende che si rivolgono agli acquirenti cinesi che hanno precedentemente acquistato articoli all'estero. La Cina intensificherà quindi i suoi sforzi per sostituire le importazioni e puntare sull'autosufficienza; conseguentemente i marchi nazionali nei settori dell'innovazione tecnologica e finanziaria, il consolidamento industriale e l'aggiornamento dei consumatori saranno i temi di lungo termine che guideranno il mercato azionario.

Tuttociò determinerà probabilmente il taglio delle posizioni in società con un'elevata esposizione all'estero, come ad esempio le società di elettronica di consumo. In termini di asset allocation avrebbe quindi senso aumentare il peso nelle società e nei settori collegati agli investimenti statali nei settori prioritari dell'agenda politica come l'aerospaziale, la difesa e le industrie nazionali ad alta tecnologia.

L’innovazione tecnologica e l’autosufficienza

Il consolidamento e l'aggiornamento industriale, l'innovazione e l'indipendenza tecnologica sono destinati ad accelerare e diventare un pilastro strategico per lo sviluppo futuro. Ci dobbiamo sicuramente aspettare una maggiore spesa in ricerca e sviluppo (R&S) da parte del governo cinese nei prossimi 5-10 anni, con particolare attenzione a:

  • Intelligenza Artificiale (AI)
  • Cloud computing
  • 5G networks
  • Digitalizzazione (che includerà ma non sarà limitata al digital renminbi)
  • Big data.

Economia verde e cambiamento climatico

Il Plenum ha chiesto un controllo più rapido delle emissioni di carbonio entro il 2035, stabilendo standard più elevati per la protezione ambientale e l'inquinamento. Ciò include una quota maggiore di energia non fossile nel consumo energetico complessivo e la riduzione del consumo di energia per unità di PIL, delle emissioni di CO2 e SO2.

L’impatto sugli investimenti in attrezzature e servizi correlati a questa transizione energica sarà potenzialmente molto interessante.

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