Il Primo Ministro giapponese dopo la vittoria punta alla riforma costituzionale

Tokio
Zengame, Flickr, creative commons

Shinzo Abe ha vinto in maniera schiacciante le elezioni interne al Partito Liberaldemocratico (LDP) giapponese, ciò significa che ricoprirà la carica di Primo Ministro sino a settembre 2021. Si è trattata della prima elezione contestata dal 2012, dato che nel 2015 Abe non aveva avuto sfidanti.

Piya Sachdeva, economist di Schroders, ritiene che “Il focus del mercato sarà ora su eventuali cambiamenti di potere all’interno del partito e soprattutto sul malcontento interno riguardo agli scandali che hanno riguardato Abe e impattato sul sostegno nei confronti dell’attuale Primo Ministro nei mesi scorsi. Prima dell’esito, i media sostenevano che il 70% dei voti sarebbe stato considerato un buon risultato per Abe. Guardando invece alle implicazioni in termini di politiche, nel corso della recente campagna elettorale, Abe ha reiterato l’ambizione di raggiungere la ripresa economica e un cambiamento costituzionale che riconosca il ruolo delle forze militari giapponesi, dette anche Forze di Autodifesa. Sembra che Abe stia avendo anche un approccio più rilassato nei confronti del target di inflazione al 2% della Banca centrale e quindi riteniamo che la vittoria dell’attuale Primo Ministro sia una notizia ‘da falco’ per la Bank of Japan, che ha già escluso un ulteriore allentamento”.

Govinda Finn, Japan and developed Asia Economist di Aberdeen Standard Investments, sostiene che “la costituzione giapponese ha bisogno di cambiamenti, quindi la riforma è una prospettiva allettante. Ma è anche una scommessa enorme e faticosa. Un obiettivo molto più gestibile sarebbe quello di rinvigorire l'Abenomics. La riforma economica di Abe è stata al massimo un successo fugace e ora ha tre anni per trasformarla in qualcosa di duraturo. C'è molto da fare. La lotta del Paese contro la deflazione è tutt'altro che conclusa. I fondamentali dell'inflazione si stanno indebolendo e i rischi esterni stanno aumentando sotto forma di stress legato al commercio globale e ai mercati emergenti. riuscire a concentrarsi su come raggiungere il target della banca centrale sarebbe di per sé un'impresa lodevole e significativa”.

“Nel frattempo, le priorità fiscali del governo necessitano di una profonda revisione se si vuole che il Paese si avvii su un percorso di indebitamento sostenibile. Il sistema giapponese di tassazione diretta è diventato incompatibile con la sua demografia e lo ha lasciato con entrate fiscali nettamente al di sotto della media OCSE. Al contempo, la spesa per la sicurezza sociale della popolazione anziana continua a crescere a ritmi elevati.Invece di impantanarsi sulle riforme costituzionali, le prossime sessioni autunnali e invernali del governo sono un'opportunità per accelerare il ritmo delle riforme strutturali volte ad aumentare la produttività. La deregolamentazione del mercato dei prodotti nel settore dei servizi ha fatto progressi limitati, mentre i tentativi di accelerare la commercializzazione delle tecnologie sono ostacolati dai bassi tassi di start-up e di fallimento del Giappone. Abe ha il capitale politico per rinvigorire l'Abenomics. Se la scommessa sulla riforma costituzionale va male, allora i suoi piani - economici o meno - sono destinati a crollare. Il primo ministro Abe farebbe bene ad abbassare le sue mire verso un obiettivo più moderato ma realizzabile”, conclude l’esperto.