Il mercato peggiore per gli investitori in fondi? L'Italia

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foto: autor Luc De Leeuw, Flickr, creative commons

Bocciata. Secondo gli investitori in fondi comuni l'Italia è il posto peggiore a livello globale quanto a tutela dell’investitore, trasparenza, commissioni, tassazione e distribuzione. Solo la Cina fa peggio ottenendo una D+. Lo dice la quarta edizione del Global Fund Experience Report, ricerca di Morningstar Italy, che valuta l’esperienza degli investitori in fondi comuni in 25 Paesi del nord America, europei, asiatici e africani, con l’obiettivo di dare un rating alle migliori pratiche di investimento globali. E nel complesso l'Italia, per l'appunto, è finita in coda alla classifica con una C-: normativa da perfezionare, commissioni elevate per i fondi obbligazionari e azionari domiciliari, trasparenza che stenta la sufficienza - visto che il dato sull'investimento dei manager nei fondi stessi non è ancora fornito -, rari gli acquisti diretti dalla società di gestione e i consulenti finanziari non legati a grandi istituzioni e scarsa informazione. In termini di libertà di stampa, categoria che Mornigstar ha introdotto per la prima volta facendo riferimento all'indice pubblicato ogni anno da Reporter Senza Frontiere che monitora la libertà d'informazione in 180 Paesi, l'Italia risulta perfino in uno step inferiore alla media dei Paesi europei, seppur i giornali locali mostrano di offrire quotidianamente articoli inerenti i fondi di investimento. L'unico Paese messo peggio è la Cina: la sua D+ deriva dalle alte commissioni, dai limiti imposti agli investimenti fuori confine e dalle restrizioni previste per i fondi domiciliati all’estero. 

I mercati migliori invece? Secondo gli analisti Morningstar sono Corea e Stati Uniti. La Corea ha ottenuto una A quest’anno per il miglioramento della distribuzione e vendita dei prodotti (nel 2013 era una B+) ed è l’unico Paese, oltre agli Stati Uniti, a raggiungere il massimo del punteggio. Gli USA per la quarta volta si posizionano in testa alla classifica. La regione vanta spese relativamente basse e una forte trasparenza, mentre il valore relativo ai Media e alle Vendite si pone nella media. 
I Paesi Bassi salgono ad una A-, a fronte di una B nel 2013 grazie all’efficienza sul fronte dei costi e della distribuzione, rafforzato dal recente divieto imposto sulle commissioni dei consulenti finanziari. Per la prima volta poi entra nella classifica dei Paesi esaminati la Finlandia che riceve in media una B. Il risultato riflette il suo allineamento con le pratiche sviluppate dai regolamenti pan-europei.

PAESE GIUDIZIO
Corea A
Stati Uniti A
Paesi Bassi A-
Taiwan A-
Regno Unito B+
Svezia B
Australia B-
Danimarca B-
Finlandia B-
Norvegia B-
Svizzera B-
Canada C+
Germania C+
India C+
Nuova Zelanda C+
Thailandia C+
Belgio C
Francia C
Hong Kong C
Singapore C
Sud Africa C
Spagna C
Giappone C-
Italia C-
Cina D+

 

Nel complesso, l’industria dei fondi globale è piuttosto avanti in termini di trasparenza e requisiti normativi, con report mensili che stanno diventando una pratica comune. Quasi tutti i mercati hanno messo a punto regolamenti nuovi e aggiornati, nell’arco degli ultimi due anni. Un fattore che dimostra un impegno proattivo da parte dei regolatori nelle sezioni valutate da Morningstar per il report.

In Australia, Paesi Bassi, Stati Uniti e Sud Africa le spese correnti dei fondi sono di solito calcolate in modo disaggregato, il che diminuisce il valore di costo riportato nel documento informativo. Tuttavia significa che nel caso di costi di consulenza finanziaria che si sommano a quelli amministrativi, ci si potrebbe imbattere in un aumento delle commissioni dell’1,5%. In 22 dei 25 Paesi esaminati, le banche e le compagnie assicurative rappresentano il canale distributivo principale. In seconda posizione (citato da ben sette nazioni) si pone la consulenza indipendente.

“La nostra missione - spiega Francesco Paganelli, fund analyst di Morningstar Italy - è quella di aiutare gli investitori nel raggiungimento dei loro obiettivi finanziari. L’intento del nostro Global Fund Investor Experience Report è di migliorare la loro esperienza esaminando il trattamento dei sottoscrittori in fondi comuni di investimento in diverse nazioni per attivare un dialogo e un confronto sulle migliori pratiche di investimento globali. Tutti i mercati da noi analizzati hanno aree con margini di miglioramento e ci auguriamo che questa nostra ricerca possa fungere da catalizzatore per un cambiamento positivo”.