Il meglio dei flessibili italiani

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foto: autor Daniel Manse, Flickr, creative commons

Cercasi flessibilità. E in effetti, i fondi dove i gestori si muovono sulle posizioni di rischio in modo discrezionale, muovono i pesi tra un’asset class e l’altra e dove tutto parte dall’analisi dei fondamentali, si stanno muovendo bene. In un’analisi a tre anni della performance, i migliori fondi italiani che Morningstar mette nella categoria bilanciati flessibili in euro sono stati il Gestielle Obiettivo Italia (+13,16%), il Gestielle Obiettivo Europa (12,81%), l’Advam Alarico Re (11,53%), l’AcomeA Patrimonio Prudente A2 (10,86%), l’AcomeA Patrimonio Prudente A1 (10,03%). La categoria in questione permette un movimento molto flessibile, può andare da zero fino a 100%.

Commenta Pierluca Beltramelli, responsabile dei comparti sui mercati sviluppati di Aletti Gestielle SGR. “Nel medio periodo c’è ancora spazio, oggi secondo noi il mercato è in una sorta di fair value e non stiamo aumentando la nostra posizione di rischio”. Quanto all’Italia, che oggi pesa per il 28,34% all’interno del portafoglio come paese emittente, “ritengo che questo sia ancora un buon anno dal punto di vista dell’investimento; sul futuro poi ci potrebbe anche essere un recupero di una condizione macro più positiva sostenuta dal settore finanziario. Ma bisogna agire sulla domanda. C’è spazio di crescita e la reddittività è ancora bassa rispetto alle medie storiche, oggi gli utili che esprime il mercato italiano sono il 50% più bassi rispetto al 2007. Ci aspettiamo un recupero graduale nel tempo. Guardiamo alle valutazioni delle singole società con un focus sul settore finanziario. In questo momento di fair value non stiamo aumentando le nostre posizioni di rischio e preferiamo mantenere al momento un atteggiamento prudente. Siamo investiti in azioni al 30%”, precisa. Come indicazione di massima, fa sapere Beltramelli, “se il mercato dovesse subire volatilità, considerando che l’America è sui massimi di sempre, siamo pronti a aumentare i pesi su finanziari e ciclici (industrial).

Va poi considerato che la Bce avrà importanti ripercussioni sul cambio. Le banche centrali sono in una fase di politica divergente con le due economie che sono su due tassi di crescita diversi. Se i dati dovessero migliorare la Fed dovrebbe essere costretta a accelerare la sua politica. Il ciclo del credito andrà a favore dell’Europa mentre a oggi abbiamo avuto solo il deleverage delle banche, le misure urgenti dei governi e un euro più debole. Quanto alle valutazioni privilegiamo le aree Europa, Italia e Giappone rispetto agli Stati Uniti. Sulla parte bond abbiamo una duration relativamente corta, puntiamo su titoli a breve scadenza e puntiamo soprattutto sulla parte inflation linked ma preferiamo essere cauti. Nel corporate preferiamo sempre i finanziari.

Performance molto positiva anche per il fondo AcomeA Patrimonio Prudente. “Il fondo è di tipo flessibile ed è gestito con l’obiettivo di un ritorno assoluto e non ci sono quindi vincoli di investimento legati ad un benchmark: l’unico è l’esposizione massima del 30% per la componente azionaria. Come nella tradizione di AcomeA, il fondo segue un’ottica contrarian e un approccio orientato al valore e partecipa dunque, insieme agli altri nostri fondi, al giudizio di mancanza di appetibilità del debito della periferia”, spiega Marco Sozzi, gestore di AcomeA SGR. Prosegue: “È importante sottolineare che questo scetticismo non viene da una previsione circa l’incapacità dell’adozione del QE da parte Bce di rimandare il problema della sostenibilità del debito per paesi come il nostro, ma viene dall’asimmetria dei rischi (i tassi sono ai minimi storici nel momento in cui il bilancio statale – non solo quello del nostro paese, in verità – è meno in salute) e dalla comune coscienza che senza il sostegno esterno delle banche centrali questi rendimenti sarebbero su ben altri livelli. Abbiamo quindi fatto la scelta di considerare il debito dei paesi emergenti, che non è affatto indipendente dalle politiche monetarie espansive dei paesi occidentali, ma che almeno conserva un certo margine di rendimento.

Anche l’esposizione a divise diverse dall’euro ha dato un buon beneficio. Sull’Italia stiamo tuttavia sterilizzando progressivamente la nostra esposizione all’andamento dei tassi e teniamo aperta la porta a un’eventuale ripresa dell’inflazione, non perché confidiamo in una sua accelerazione, ma poiché in questo momento è un’opzione assai conveniente a fronte di un rischio poco prezzato. L’esposizione azionaria è concentrata in Europa, soprattutto sul mercato italiano ed è stata gestita anch’essa in ottica contrarian: il peso è infatti attualmente pari a meno della metà di quello che avevamo nel pieno della crisi italiana”.

Ecco i comparti italiani in risalto:

I MIGLIORI FONDI ITALIANI BILANCIATI FLESSIBILI IN EURO A TRE ANNI    
Nome fondo Rischio Morningstar  (categoria)      Dev Std      (3 anni) YTD% 1 anni % 3 anni %
Gestielle Obiettivo Italia Alto 16,25 3,56 10,62 13,16
Gestielle Obiettivo Europa Sopra la Media 10,48 1,4 6,78 12,81
Advam Alarico Re Alto 22,09 6,7 17,94 11,53
AcomeA Patrimonio Prudente A2 Sopra la Media 9,93 10,22 12,2 10,86
AcomeA Patrimonio Prudente A1 Medio 9,61 9,79 11,56 10,03
BCC Investimento Azionario Sopra la Media 9,83 4,57 9,81 9,15
Gestielle Absolute Return Medio 7,19 2,86 5,4 8,75
Consultinvest Plus A2 Sotto la Media 6,04 4,56 7,07 8,05
Anima Star Italia Alto Potenziale A Medio 6,67 4,17 11,39 7,98
Azimut Dinamico Medio 6,67 2,51 6,52 7,74

Fonte: Morningstar direct al 09/09/2014