Il futuro dell'asset management in pillole

Futuro
Jumilla, Flickr, Creative Commons

Le pressioni sull’asset management stanno ridisegnando l'industria. Per raccogliere la sfida dei tempi l’asset manager deve tagliare i costi e migliorare i processi di investimento, che richiedono investimenti tecnologici. E deve pure farlo in fretta. A dirlo è nuovo studio realizzato da Oliver Wyman e Morgan Stanley sul futuro dei servizi bancari e dell’industria del risparmio gestito, dal titolo ‘Wholesale Banks & Asset Managers - Winning Under Pressure’.

A dieci anni dalla crisi finanziaria, l'attenzione si concentra sulla crescita mentre una confluenza di fattori crea le condizioni per una nuova ondata di cambiamenti strategici che definiranno la futura struttura del settore: l’arrivo di nuove regole che aumentano la trasparenza, una corsa alle nuove tecnologie e ai big data, investitori che sfidano il rapporto qualità-prezzo nella gestione degli asset. Tutte tendenze fondamentali che determineranno un riorientamento delle quote di mercato. Il report perciò individua alcuni punti salienti sul futuro dell’asset management. Ecco di che si tratta.

  • Pressioni sui ricavi

La crescita dei ricavi è stata nel 2017 solo dell’1% più veloce rispetto a quella dei costi, nonostante un anno stellare per la crescita della raccolta gestita. Secondo lo studio non ci si aspetta che la pressione sulle commissioni si riduca e ciò, insieme a ricavi di mercato più bassi, impone di affrontare il tema dei costi. Nel peggiore degli scenari potrebbe essere necessaria una ristrutturazione ancora più radicale.

  • Disruption nella distribuzione

Pur essendo incerti gli esiti e prevedendo un’alta variabilità regionale, l’emergere di un marketplace stile Amazon sè una possibilità concreta. Ciò comporterebbe una spinta verso il pricing della gestione attiva sul modello di  Vanguard, e un calo stimabile in almeno il 50% per gli introiti del settore.

  • Guadagno di efficienza

A breve termine l’attenzione in ambito tecnologico e nel data management dovrebbe essere focalizzata nella gestione dei costi. La gestione dei dati, ad esempio, costituisce ancora il 10-20% dei costi. La ricerca stima che l’automazione e l’outsourcing possano tradursi in risparmi fino al 30% per il settore, con un panorama di venditori più maturo e potenziali soluzioni “greenfield” che potrebbero portare ad una maggiore attività.

  • Generare alfa

I player top performer continuano ad attirare nuovi flussi e riescono a resistere alle pressioni sulle commissioni, obbligando gli asset manager a cercare tecniche per aumentare la generazione di alfa. Lo sfruttamento dell’intelligenza artificiale o l’acquisto di banche dati proprietarie potrebbero costituire delle iniziative efficaci, ma la proliferazione di dati e algoritmi sta mettendo costantemente a rischio questa opportunità. Se investire in quest’area favorirà naturalmente chi ha più possibilità di spendere, il successo in questo campo non sarà legato solo a questo, ma in definitiva richiederà di possedere una serie di altre competenze. Applicazioni di breve termine nell’utilizzo dei dati potrebbero essere finanziariamente più redditizie nella distribuzione.

  • Economie di scala

La ricerca mostra come i gestori più grandi risentano di minori uscite di masse nei prodotti di gestione attiva, grazie allo sfruttamento di  economie di scala nella distribuzione. Si nota anche come le società più grandi siano più efficaci nel modificare o diversificare il modello di business. Tuttavia, la tecnologia potrà indebolire  il vantaggio delle economie di scala nella macchina operativa, aprendo nuove opportunità per modelli di business alternativi. 

  • Evoluzione della forza lavoro

L’evoluzione tecnologica avrà diverse importanti  implicazioni, ma nel lungo termine cambierà soprattutto la composizione della forza lavoro del risparmio gestito. L’automazione e l’esternalizzazione delle competenze, in particolare, dovrebbero tradursi in riduzioni del personale, ma richiederanno anche una riqualificazione fino al 40% della forza lavoro, oltre a una forte leadership gerarchica da parte dei CEO.