Il Consiglio dell'UE dà il via libera a MiFID II e MiFIR

loungerie
foto: autor loungerie, Flickr, creative commons

Un mese dopo l'approvazione da parte del Parlamento Europeo della proposta di modifica dell'attuale direttiva sui mercati degli strumenti finanziari ( MiFID ), il Consiglio dell'Unione Europea ha adottato detta proposta nell'assemblea generale tenutasi lo scorso martedi 13.

Seguendo il calenderio fissato dall’UE, in 20 giorni i nuovi regolamenti dovranno essere pubblicati nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea e gli Stati avranno più di due anni, invece dei soliti sei mesi per recepire la Direttiva ed il Regolamento. Vale a dire, 30 mesi dopo la sua pubblicazione, la nuova normativa si dovrà cominciare ad applicare tra la fine del 2016 e gennaio 2017.

Parallelamente a questo processo per finalizzare l'adozione delle nuove norme, l'autorità di vigilanza europea ESMA dovrà elaborare e pubblicare le norme tecniche di esecuzione della normartiva, cioè deve farsi carico del Livello 2. Cosa per la quale sta già lavorando e che dovrebbe essere pronta entro la fine dell'anno, affinchè nuovamente il Parlamento e il Consiglio si mettano a lavoro per adottare i rispetti atti delegati. In pratica, sia la Direttiva che il Regolamento hanno ancora una lunga strada da percorrere e, sebbene il regolamento (MiFIR) è immediatamente applicabile e non necessita di recepimento, che invece è previsto per la direttiva (MiFID),  entrambe le leggi sono state disegnate per lavorare insieme.

La dichiarazione dell’Italia

Tra i documenti forniti ieri dal Consiglio UE, si includuno le dichiarazioni della Commissione e di paesi come Italia, Svezia, Francia e Spagna per quanto riguarda i testi adottati .

Nel caso dell’Italia, si  apprezza l'accordo globale raggiunto sulla revisione della direttiva sui mercati degli strumenti finanziari (MiFID/MiFIR). Tuttavia, l’Italia sostiene la Commissione nel deplorare alcune delle proposte volte a migliorare la trasparenza dei mercati finanziari non-equity, compreso il mercato del debito sovrano,  e che non sono state approvate dai co-legislatori. L'Italia è, inoltre, a favore di un'adeguata revisione in futuro della materia della trasparenza, al fine di soddisfare gli ambiziosi obiettivi della proposta iniziale della Commissione.

Nel complesso, sia il testo della Direttiva e del Regolamento comprende "la distinzione tra consulenza come si è intesa fino a questo momento e consulenza indipendente". In questo modo, si legge nel testo, "quelle entità che scelgono di fornire consulenza indipendente non possono richiedere incentivi o retrocessioni da terzi".