Identikit dell’investitore italiano

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Chris Potter, Flickr, Creative Commons

“La primavera - recita un proverbio spagnolo - altera il sangue”. E sebbene questa stagione riservi ai più qualche effetto collaterale, le temperature in aumento e la natura che si risveglia sono complici di un generale miglioramento di predisposizione. Sarà così anche per gli investitori e i risparmiatori del nostro Paese? A chiederselo è stata Anima SGR che, in collaborazione con la società di ricerche di mercato GfK, ha tastato il polso alle famiglie italiane, indagando sui loro comportamenti finanziari, i progetti e le aspettative future. I risultati delle rilevazioni condotte nel mese di marzo su un campione di oltre 1.000 adulti bancarizzati (tra i quali più di 10 milioni di investitori) sono confluiti nella decima edizione dell’osservatorio Anima – Gfk.

Rispetto alla fotografia scattata lo scorso autunno dallo stesso studio, i dati rivelano una sostanziale stabilità nel sentiment degli intervistati sulla situazione dell’Italia. Diminuiscono di poco gli ottimisti (dall’11% al 9%), mentre resta pressappoco invariata la posizione di chi prevede lievi o netti peggioramenti di qui a un anno. A calare in modo più evidente però è la progettualità. Scendendo nel dettaglio delle tipologie, inoltre, si registra un avvicinamento della tendenza alla spesa (vacanze, istruzione dei figli, casa…) rispetto al risparmio. A ottobre il 31% dei bancarizzati dichiarava almeno un progetto di spesa, contro il 35% di oggi mentre scende dal 29% al 25% il dato di chi afferma di avere progetti di risparmio.

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La propensione a investire resta stabile tra i bancarizzati (31%) mentre il 36% afferma di non avere soldi a disposizione da investire. A riscuotere più successo, in ogni caso, sono i prodotti finanziari (che passano dal 19% di ottobre al 22% odierno), rispetto a immobili (in calo dal 12% al 10%) e liquidità (dal 5% a 3%).

grafico2Sono sempre di più, inoltre, gli investitori soddisfatti delle proprie scelte d’investimento (passa dal 48% al 53% la quota di chi si dichiara ‘molto’ o ‘abbastanza’ soddisfatto mentre cala dal 17% all’8% la percentuale di chi è ‘poco’ o ‘per niente’ soddisfatto). E intanto i PIR, i Piani individuali di risparmio diventati realtà a gennaio 2017, si fanno pian piano strada nel cuore degli investitori italiani: uno su cinque (il 22% per la precisione) ne ha già sentito parlare e due su cinque sono disposti a ‘impegnare’ per 5 anni una parte dei loro investimenti in cambio del beneficio fiscale promesso da questi prodotti.