Idee di investimento per la seconda parte dell’anno

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foto: autor thesaltr, Flickr, creative commons

Il dibattito sulle idee di investimento per la seconda parte dell’anno, che nei comitati di investimento significa confermare, prendere profitto e/o ruotare in nuove opportunità, è davvero combattuto; non risulta facile per gli strategist di portafoglio trovare una sintesi condivisa con i gestori delle diverse classi di attivo. Ma per capire meglio queste opinioni è bene partire dall’analisi delle principali performance dei mercati a fine maggio (MSCI in valuta locale): World + 6,27%, Europe + 10,97%, Emerging Markets + 7,37%, MSCI US + 2,80%, MSCI Japan + 18,75%, Far East + 16,96%, Italy + 22,5%, Citigroup Global Markets WGBI in Euro + 6,27%, Emerging Market Bonds Index plus + 2,81%.

Azionario con alti dividendi e M&A

Le performance hanno battuto le attese di periodo, soprattutto sulla parte azionaria europea; gli analisti del mercato ‘equity’ si trovano d’accordo sulla velocità inaspettata di crescita delle quotazioni con rapporti di valutazioni (price/earnings e price/book value) in molti casi saliti sopra la media storica. Le analisi giustificano il rialzo per la divergenza di politica monetaria tra gli USA e il resto del mondo, per i progressi nei profitti societari, la solidità patrimoniale e la liquidità record presente nei bilanci che dovrà rientrare in gioco. I gestori rimangono convinti che l’idea di investimento azionaria conferma la selezione di società a grande capitalizzazione multinazionali, con costanti dividendi sopra la media o di piccole o medie dimensione possibili ‘prede’ per operazioni di M&A (fusione e acquisizione).

Obbligazioni, molto diversificate

Sul terreno obbligazionario la variabile aumento dei tassi della Federal Reserve statunitense non sembra preoccupare i gestori di fixed income. La ragione dei gestori riguarda da un lato il Quantitative Easing della BCE appena iniziato, la forte domanda di obbligazioni rispetto all’offerta e l’ottima diversificazione geografica, qualità dell’emittente, scadenze e cambi valutari. Su questo i gestori chiedono agli investitori deleghe più ampie per poter gestire al meglio gli attivi.

Strategist meno entusiasti

Da parte degli strategist di asset allocation l’entusiasmo dei gestori viene giudicato con attenzione; le performance sopra le attese ottenute da inizio anno tendono a far notare che i prossimi mesi potrebbero essere meno brillanti. Sono d’accordo sull’idea che l’azionario mantenga un vantaggio per i bassi rendimenti obbligazionari, la bassa leva delle società e un trend di crescita economica positivo, ma sottolineano più attenzione a valutazioni e stock picking. Per la parte obbligazionaria, seppur non ci siano criticità improvvise, lo scenario vede la banca centrale statunitense preparare una stretta monetaria anche se non se ne conoscono ancora tempi e modalità; per questo chiedono ai gestori obbligazionari di diminuire i rischi di impatto sui portafogli dettati da possibili cambiamenti strutturali delle curve dei rendimenti.