I trend demografici visti dalle SGR italiane

JD Hancock, Flickr, Creative Commons

Nell’indagare le prospettive economiche più prossime è necessario prendere in considerazione tutti i fattori che potrebbero avere un impatto sui mercati; tra questi l’aspetto demografico rappresenta sicuramente un elemento di analisi. “Con il rallentamento della crescita in Cina e una decrescita della popolazione in età lavorativa, gli investitori dovranno farsi trovare pronti a un’eventuale decelerazione della crescita globale nel prossimo decennio. Dopo un picco di oltre il +4% nel 2017, il trend si è attestato intorno al +3%, ben al di sotto della media ventennale di quasi il +3,7%”, spiega Nathan Sheets, chief economist di PGIM Fixed Income, gestore delegato di Pramerica SGR. Ma quali saranno gli impatti dei trend demografici futuri?

Risparmio: La popolazione più anziana possiede la ricchezza da investire. Secondo Olivier Cassé e Giulia Culot, portfolio manager di GIS SRI Ageing Population di Generali Investments, le assicurazioni vita o previdenza dovrebbero quindi trarre vantaggio da questo trend, mentre gli schemi pensionistici sono sempre meno in grado di rispondere alle loro esigenze. “Temiamo l'aumento delle dispute intergenerazionali, poiché i lavoratori più giovani oppongono resistenza all’introduzione di tasse più elevate, necessarie per finanziare la spesa previdenziale di una popolazione che invecchia. Allo stesso tempo, inoltre, le nuove generazioni potrebbero avanzare richieste per soddisfare le spese di prima necessità. Questa commistione di fattori potrebbe aumentare il rischio che si verifichino, al contempo, un incremento del debito pubblico e una situazione di instabilità politica”, spiega Sheets. 

Forza lavoro: l'invecchiamento della popolazione si tradurrà, quasi per definizione, in una crescita più lenta della forza lavoro. “Per quanto esistano possibili compensazioni, tra cui l’incoraggiamento dei lavoratori a rimanere più a lungo in attività, tali meccanismi difficilmente invertiranno il rallentamento demografico, dando così luogo a una crescita economica a sua volta col freno a mano”, sostiene Sheets. “Alcuni Paesi assorbiranno il rallentamento della crescita meglio di altri. Molte delle economie dei mercati emergenti continueranno a registrare una crescita della popolazione in età lavorativa sensibilmente positiva e, più in generale, un’auspicabile crescita economica. È probabile che tali Paesi appaiano sempre più dinamici rispetto al resto del mondo e, quindi, attirino un maggiore interesse da parte degli investitori. La domanda che ne consegue è se i loro sistemi finanziari siano in grado di intermediare un potenziale aumento dei flussi di investimento. Inoltre, alcuni Paesi, attraverso un’economia e un mercato del lavoro più flessibili, agevoleranno la transizione verso tassi più alti nella partecipazione al mercato del lavoro e innovazioni volte al risparmio di manodopera che dovrebbero attenuare gli effetti del cambiamento demografico”.

Consumi: Gli anziani consumano in modo diverso rispetto a resto della popolazione, in particolare per quanto riguarda attività ricreative, assistenza, domiciliare e servizi di supporto. “Il loro potere d’acquisto avvantaggia le aziende con un posizionamento di fascia alta come prodotti e servizi di lusso (gioielli, cosmetica, attrezzatura da palestra)”, spiegano Olivier Cassé e Giulia Culot. A ciò si aggiunge il fatto che le famiglie composte da soggetti in pensione spendano meno di quelle in età lavorativa. “Da qui, una crescita più debole dei consumi e della domanda aggregata”, spiega Sheets.

Salute: Secondo quanto analizzato da Olivier Cassé e Giulia Culot, “l’utilizzo di trattamenti e servizi medici da parte della popolazione anziana va a beneficio delle aziende che operano ad esempio nel settore degli impianti dentali, oncologia e diagnostica”.