I sei mesi della riforma fiscale di Donald Trump

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Giandomenico Ricci, Flickr, Creative Commons

Dopo un anno di crescita sincronizzata, gli Stati Uniti stanno riprendendo il ruolo di motore dell'economia globale. “Grazie alla riforma fiscale, gli investimenti societari e il consumo delle famiglie stanno accelerando, generando una crescita annuale del PIL nel secondo trimestre che dovrebbe superare il 3% per la prima volta in tre anni", afferma Guy Wagner, chief investment officer e managing director di Banque de Luxembourg Investments. L'inflazione è ora al livello più alto negli ultimi anni, raggiungendo il 2,8% a maggio. L'indicatore preferito della Federal Reserve, il deflatore PCE (spesa per consumi personali), esclusi energia e food, è salito al 2%, raggiungendo l'obiettivo delle autorità monetarie per la prima volta dall'inizio del 2012. 

Si prevede che queste misure costituiranno uno stimolo fiscale pari a circa 285 miliardi di dollari quest'anno per l'economia statunitense. “La riforma fiscale dovrebbe spingere la crescita economica degli Stati Uniti nel 2018 e nel 2019 grazie all’incremento dei consumi da parte d’imprese e privati”, spiegano Darrell Spence e Jared Franz, economisti di Capital Group. “Inoltre, la combinazione di maggiori utili societari, incentivi ad investire in attrezzature aziendali e il contesto globale favorevole dovrebbe stimolare ulteriormente l'attività economica”. Spiccano le società del settore tecnologico, con Google in testa alla classifica con 7,3 miliardi di dollari nel primo trimestre, mentre nello stesso periodo un anno fa il dato era pari a 2,5 miliardi di dollari. Tra le prime dieci anche Apple e Microsoft sono risultati nella top-10 della lista. “La riduzione delle tasse e l’aumento della spesa sono punti di svolta per l’economia. L’iniezione di liquidità che deriva sia dai tagli alle tasse che dalla nuova legge di bilancio sta avendo un impatto significativo che probabilmente continuerà fino al 2019”.

In generale, il mercato del lavoro è solido, le società stanno spendendo di più, la produzione industriale è sana, i salari sono in aumento e le vendite al dettaglio crescono. Sono tutti segnali di un’economia in crescita, sia per quanto riguarda l’anno in corso che per quelli a venire. La riforma fiscale ha avuto impatto anche oltreoceano: “Gli incentivi fiscali statunitensi abbinati alla riforma fiscale a favore delle aziende statunitensi potrebbero incoraggiare alcune aziende europee a trasferire i loro nuovi investimenti negli Stati Uniti”, spiega Esther M Baroudy, portfolio manager global equities di State Street Global Advisors. “A seguito alla riforma fiscale degli Stati Uniti, le imposte in Europa, a livello corporate, restano ancora relativamente alte, creando un ulteriore disincentivo agli investimenti”.