I leader digitali di domani

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Benoit Flamant

Diventa sempre più difficile stare al passo con l’evoluzione tecnologica. Importanti cambiamenti interessano l'infrastruttura digitale, la trasformazione numerica e tutti i settori dell'economia, in particolare l'industria, la pubblicità, l'e-commerce, i pagamenti elettronici, la salute e l'intrattenimento. Tutte questo è guidato dalla rivoluzione digitale. Abbiamo approfondito questa tematica con Benoit Flamant, gestore del fondo Digital Leaders di Finaltis, uno dei maggiori esperti di investimenti digitali in Francia.

Il fondo tematico investe in un portafoglio azionario internazionale diversificato di società attive nell’ambiente della digitalizzazione dell’economia. Il gestore seleziona i titoli con il maggior potenziale di crescita legati al tema centrale della digitalizzazione in tutto il mondo. L’approccio di selezione si basa su dei modelli qualitativi e quantitativi che permettono al gestore di individuare business sostenibili nel tempo. “Il fondo è indirizzato a quegli investitori che vogliono accresce il proprio capitale in un orizzonte temporale di medio-lungo periodo (indicativamente 5 anni)”, spiega Flamant. “Siamo allineati al 100% al tema della digitalizzazione dell’economia mondiale, un trend molto forte e sostenibile nel futuro”.

Il comparto investe in aziende legati a digital & technology basate negli Stati Uniti (71%) e in Europa (18%) e attualmente le principali posizioni sono rappresentate da Worldline, Alphabet, Microsoft, Salesforce.com e Tencent.

Dall'intelligenza artificiale al deep learning

L'intelligenza artificiale fu fondata come disciplina accademica nel 1956. Ha avuto i suoi alti (dagli anni '60 alla metà degli anni '80) e bassi (il cosiddetto "Artificial Intelligence Winter" dalla metà degli anni '80 fino a pochi anni fa) ma dal 2012 è iniziata una nuova fase di sviluppo.

Si può considerare l’AI (Artifical Intelligence) come un incrocio tra informatica, ingegneria, psicologia, filosofia e linguistica”, spiega Flamant. Il deep learning non è altro l’evoluzione dell’IA: abbiamo assistito a una rivoluzione in campo tecnologico, dove il software non risponde solo a uno specifico compito, ma ha la capacità di apprendere senza essere programmato. Molto semplicemente, il software di deep learning è alimentato con un'enorme quantità di dati (Big Data) e progressivamente perfeziona passo dopo passo le attività”.

In realtà, neanche il deep learning è poi così recente. Le idee di base sono state formulate decenni fa dagli esperti della rete neurale”, spiega il gestore. “Ciò che è cambiato oggi, è il numero di dati disponibili, l’accesso e il costo ridotto rispetto al passato”. Se vogliamo investire in questi trend è fondamentale affidarsi a un gestore competente che possa capire l’evoluzione dei singoli business. “L'IA si sta evolvendo così velocemente che ciò che oggi consideriamo all’avanguardia può diventare completamente obsoleto in sei mesi”, spiega l’esperto. “Basti pensare al settore delle automobili autonome, ai droni o alle aziende come Amazon e Alphabet che stanno cambiando il modo di fare logistica e pubblicità”.

“Sono convinto che il deep learning sia la chiave per offrire dei servizi migliori, più personalizzati e in grado di apprendere ciò che gli utenti realmente desiderano”, conclude il gestore.