GAM (Italia) SGR: insights sui cambiamenti globali

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Il 2016 non è stato avaro di sorprese e il 2017 sembra prometterne altrettante. In un contesto di così numerose novità e fonti di incertezza, l’obiettivo di ogni investitore è quello di trovare nuovi equilibri globali, una chiave di lettura dei portafogli e nuovi metodi per fronteggiare l’attuale volatitlità con soluzioni d’investimento che possano porsi come valide alternative.

Nella GAM Insight Conference: Rethink Current Thinking, la conferenza organizzata da GAM (Italia) SGR volta a consulenti finanziari e bankers, tenutasi nella giornata di ieri a Milano, l’amministratore delegato Riccardo Cervellin (in foto), spiega che, “I modelli che abbiamo conosciuto negli ultimi decenni si stanno trasformando in qualcos’altro, e il 2016 ha accelerato questo processo. Quarant’anni fa la Gran Bretagna aderiva al grande processo europeo come uno dei principali protagonisti, e ora se ne allontana, e la nuova amministrazione americana si insedia nell’incertezza di quali saranno i nuovi equilibri globali”.

Il prof. Michael Spence, Premio Nobel per l’economia nel 2001, discute di un possibile punto di flesso al quale l’economia globale è condotta da debito, disuguaglianze, disoccupazione, rivoluzione digitale e pressione verso il basso della classe media. Il ventaglio degli esiti possibili di questa eventuale inversione è molto ampio, l’economia americana può accelerare, i tassi di interesse nominali salire, forzando quindi la mano alla Federal Reserve. Il professor Spence, vede a rischio la coesione dell’Unione Europea se dovesse tardare un cambio di passo nelle dinamiche di crescita e di governance dell’Unione. La Cina prosegue con successo la lenta trasformazione della struttura della sua economia, ma è alle prese con il problema del debito e della riforma delle società a mano pubblica, e del sistema finanziario.

Dal punto di vista di un investitore, conclude il professor Spence, sarebbe conveniente un atteggiamento ispirato alla cautela, e in grado di trarre vantaggio dagli eccessi dei mercati.

Scendendo nello specifico delle scelte di investimento, con particolare riguardo al mercato obbligazionario globale, Daniel Sheard, co-gestore di GAM, ha spiegato, “Lo scenario di crescita economica e di rendimenti in salita non è favorevole agli investitori obbligazionari. La turbo-politica fiscale di Trump ha alimentato aspettative di maggior crescita e di inflazione, significativamente prezzata dai mercati. Ci attendiamo un’implementazione più lenta dei cambiamenti proposti rispetto a quanto si temeva, la Federal Reserve probabilmente alzerà in maniera lenta e progressiva i tassi (2-3 volte nel corso dell’anno), nonostante il consolidamento inflazionistico, un dollaro forte risulterebbe fattore vincolante”.

L’Europa è soggetta alle minacce costituite da Grecia, banche e dalle future elezioni in Olanda, Francia e Germania. Per quanto riguarda la Banca Centrale Europea, da un lato abbiamo constatato che al consiglio non piace l’uso della parola «tapering» e dall’altro il mercato continua a credere che la promessa fatta nel 2012 da Draghi, con la celebre frase ‘Whatever It Takes’, verrà onorata: questi fattori indicano che la possibilità di un aumento dei rendimenti nel breve e medio termine rimane limitata, tuttavia la parte lunga della curva dei tassi resta vulnerabile al tema reflazionistico globale”.

Anthony Smouha, gestore di GAM, ha spiegato che, “Gli investitori obbligazionari sono alla continua ricerca di rendimenti, e investire in obbligazioni subordinate di società di elevata qualità può fornire tali rendimenti”.

Infine, Paolo Scripelliti, senior analyst dell’asset manager, parla del loro approccio sistematico agli investimenti, sostenendo che “un nome complicato per un concetto che lo è molto meno è l’alpha, ovvero il valore generato dall’abilità del gestore, che è molto più scarso di quanto si pensi. Al contrario, il beta è molto più abbondante e rintracciabile anche fuori dei mercati tradizionali di azioni e obbligazioni. Sono fonti di beta anche fattori come il value, il momentum o il carry, accessibili con tecniche d’investimento complesse ma con potenzialità simili all’alpha: bassa correlazione e diversificazione”.