Fund selection: definizione di una short list

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Giorgio Fata

I fondi disponibili alla vendita in Italia sono davvero molti. Per questo motivo i fund selector definiscono delle short list, in cui vengono inseriti i migliori fondi che presentano le migliori performance aggiustate per il rischio. Ma come vengono create? Qui di seguito troviamo 4 esempi.

Pramerica SGR

In Pramerica SGR l’attività di fund selection è affidata al team Quantitativo composto da 11 persone, di cui quattro professionisti dedicati alla selezione dei fondi e alla gestione dei prodotti multimanager, GPF, fondi di fondi e Unit Linked. “All’interno del team, non abbiamo una suddivisione per asset class, ma preferiamo lavorare in maniera collegiale”, spiega Teodor Naoumov, responsabile quantitative di Pramerica SGR.

Nella prima fase viene creata una short list, sulla base di uno screening di natura quantitativa che prende in esame variabili di performance e volatilità. In seconda battuta, si svolge una due diligence quantitativa attraverso l’analisi dell’andamento di ogni singolo fondo rispetto al benchmark di riferimento. “Nell’ambito della nostra selezione fondi, il criterio principale cui fare affidamento non è la dimensione del fondo, quanto piuttosto il track record: ne consegue che selezioniamo anche prodotti di investimento appartenenti ad asset class di nicchia, con un track record solido e di almeno 3 anni”.

Frame AM

“Noi di Frame AM, non siamo tanto legati alle size del gestore, quindi cerchiamo chicche di mercato non ancora conosciute. Se qualcuno viene da noi, lo fa per cercare qualcosa di particolare”, commenta Michele de Michelis, fund selector di Frame AM. Il team è composto da quattro persone interne e da quattro consulenti esterni (advisor). “Facciamo un grande uso di Bloomberg per cercare cose nuove e viaggiamo spesso quindi per incontrare family office o piccoli gestori. Siamo un po’ come l’Atalanta o l’Empoli che vogliono far crescere nuovi talenti. Spesso molti gestori che abbiamo selezionato in fase inziale sono diventati poi delle star”.

Eurizon Capital SGR

Il team di Eurizon Capital SGR è composto da undici persone ed è suddiviso per asset class, o strategia. La società segue il classico assessment quantitativo su dei tool sviluppati internamente e definisce un ranking dei fondi. Sulla base del ranking e di informazioni raccolte si avvia il vero e proprio processo di due diligence. “Non valutiamo solamente chi va molto bene, ma anche chi ha le performance peggiori, per capire quali sono i motivi. L’informazione che ne traiamo è importante per capire i motivi dell’insuccesso e questo ci permette di valutare in modo più sereno prodotti con meno track record e con potenziali rischi”, spiega Fabio Mori, fund selector di Eurizon Capital SGR. “Abbiamo bisogno di fondi con grossa capacity e processi replicabili, soprattutto per le strategie multiasset flessibili, non dipendenti da star manager (ossia un’unica persona)”.

Credit-Suisse (Italia)

Credit Suisse (Italia) fa uso di qualsiasi tipo di strumento a seconda della view di investimento. “Facciamo uso strategico di strumenti attivi, e coerentemente li investiamo con un orizzonte temporale di medio lungo periodo. Per quanto riguarda i fondi attivi la nostra analisi si concentra più sulla parte qualitativa che quantitativa”, spiega Giuseppe Patara, fund selector di Credit-Suisse (Italia). Uno degli elementi al quale si da più peso è la coerenza tra track record storico della strategia, e processo di investimento dichiarato dal fondo analizzato.

“Vogliamo infatti individuare processi replicabili nel tempo, con risultati che ad esempio non dipendano da singoli trade “fortunati” o una temporanea variazione dello stile di gestione. In più cerchiamo costantemente strategie di nicchia e utilizziamo gli incontri con i gestori per capire cosa si sta sviluppando a livello di nuovi prodotti e di idee di investimento”.