Fotografia dei prodotti green in Italia

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Photo by Nicolas Ladino Silva on Unsplash

Un pianeta malato non fa bene all’economia. Né tantomeno alla finanza. Il ruolo che l’asset management deve avere (e ha) è attivo e duplice: da una parte sta cercando di mettere in moto le risorse del risparmio privato a servizio dell’economia reale con un orizzonte di lungo periodo, dall’altra tenta di applicare i criteri d’investimento SRI improntati alla sostenibilità in tutti i processi di analisi e investimento. “Gli eventi degli ultimi anni ci hanno insegnato che la salvaguardia dell’ambiente non può avvenire a scapito del benessere sociale ed il benessere sociale non può essere perseguito in modo sostenibile in un’ambiente degradato: le risposte dei regolatori alla pandemia dovranno accelerare gli stimoli che integrano obiettivi ambientali e sociali. Le strategie d’investimento del prossimo decennio non possono prescindere dall’analisi di come le aziende si posizionano all’interno di questa prospettiva”, dice a riguardo Corrado Gaudenzi, Head Long Term Sustainable Strategies di Eurizon Capital Sgr.

Insomma l’ondata green non si ferma. E non deve fermarsi. Tanto più se, in un anno così difficile e volatile sui mercati, la raccolta dei fondi sostenibili e degli ETF continua a crescere come la spuma. Nel periodo luglio/settembre, secondo l’ultimo rapporto Morningstar, in Europa il settore ha segnato un altro trimestre da record con flussi netti pari a 52,6 miliardi di euro, il 40 per cento della raccolta totale del risparmio gestito. Un universo in continua espansione che non riguarda ormai solo i Paesi culturalmente più attenti al cambiamento climatico. Anche l’Italia sta facendo la sua parte. Basta dare un’occhiata ai dati, per capire come in pochi anni i prodotti etici abbiamo inondato il mercato finanziario. A fare i conti ci ha pensato ancora una volta l’Atlante SRI di ETicaNews, presentato in occasione del quinto Salone Socially Responsible Investing (SRI) 2020, che si inserisce nel contesto della Settimana SRI, organizzata e promossa dal Forum per la finanza sostenibile.

Atlante SRI, i numeri italiani

I fondi Sri distribuiti in Italia ammontano a 562, per un totale di 2039 classi (retail e istituzionali), offerti da ben 100 società di gestione (nel 2011 le società erano solo 49), per un patrimonio pari a 173 miliardi di euro. Masse gestite che crescono del 25 per cento in un solo anno.

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La categoria di fondi più numerosa è quella degli azionari Sri con focus geografico (35 per cento) che insieme ai fondi tematici (15 per cento) rappresentano la metà dei prodotti disponibili sul mercato. I fondi multi-asset pesano circa il 17 per cento mentre i fondi obbligazionari (tra corporate, governativi, a breve termine e green bond) sommano il 25 per cento del dato complessivo. I fondi passivi e i fondi a scadenza pesano invece rispettivamente il 3 e il 5 per cento.

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Anche le strategie passive si fanno strada nel mondo della sostenibilità. Gli Etf Sri commercializzati su Borsa Italiana ha raggiunto, invece, quota 133, per un totale di 155 classi. Le società di gestione emittenti sono 17, la maggior parte delle quali opera anche nella gestione attiva. Anche qui la crescita registrata è sorprendente: il patrimonio in gestione è pari a 47,8 miliardi di euro, un numero che in un solo anno è aumentato del 124 per cento.

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 Anche in questo caso la categoria più diffusa è quella equity con il 77 per cento del dato complessivo. Da una parte gli azionari Sri con focus geografico sono il 60 per cento. Dall’altra i fondi tematici ammontano al 17 per cento. Gli Etf obbligazionari invece pesano complessivamente il 23 per cento, e sono scomposti in corporate, governativi,
breve termine e green bond.

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