Fondi alternativi: cosa aspettarsi nel 2019?

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Giorgio Fata

Il ritorno della volatilità e la normalizzazione, seppur lenta, della politica monetaria da parte delle principali Banche centrali hanno incentivato lo scorso anno la raccolta dei fondi alternativi, ma cosa aspettarsi per il 2019? Lo abbiamo chiesto a tre gestori italiani durante l’ultima parte della relativa tavola rotonda.

“Si apre uno scenario favorevole per gli alternativi, se proseguiranno queste fasi di volatilità frequente. Le strategie long/short equity continueranno a dare un valore aggiunto ai portafogli e saranno i protagonisti di quest’anno. I fondi event driven hanno registrato buoni risultati nel 2018 e si prevede che continueranno a farlo anche nel 2019, sono state annunciate infatti molte operazioni di M&A, anche particolarmente complesse, che rispondono alle esigenze dei gestori alternativi. Anche i fondi macro sono molto interessanti. I CTA invece funzionano bene durante dei trend ben chiari, quindi potrebbero ancora riscontrare qualche difficoltà. Rimaniamo cauti invece sull’obbligazionario, sopratutto relativo alla componente illiquida. Nel caso in cui ci sarà un’effettiva riduzione della liquidità sui mercati, queste asset class potrebbero risentirne maggiormente. Lato fondi chiusi, contiamo di chiudere il fondo distress opportunities e pensare ad un secondo veicolo che opera in questa area anticiclica”, sostiene Sara Cazzola, head of Research di Hedge Invest Sgr

Luca Anzola, head of Fund Research & Alternative Investments - Gestioni Multi Manager di Fideuram Investimenti SGR, ha commentato così: “Continueremo a lavorare sui private market, perché è dove percepiamo che ci sia molto interesse. Siamo ottimisti anche sulla parte liquida. Negli ultimi anni, purtroppo, il mercato non ha premiato molto la gestione attiva, a cui i fondi alternativi liquidi fanno parte. Da un lato infatti c’è stata una maggiore correlazione delle asset class, dovuta soprattutto a flussi legati a strategie sistematiche, dall’altro molti gestori sono andati lunghi sul fattore value troppo presto. Nel 2019 è ragionevole ipotizzare che si potrà assistere ad un riallineamento delle attività al fair value, favorendo così la gestione attiva. Quando la gestione attiva funziona meglio anche le strategie liquid alternative lo fanno. Ad ogni modo incentiviamo questa tipologia di prodotti in maniera strategica e non tattica”.

Per Marco Seveso, responsabile investimenti e gestore delle strategie alternative di Soprarno SGR, “le politiche monetarie meno espansive dovrebbero portare ad una normalizzazione delle valutazioni sull’azionario e questo potrà favorire chi, come noi, adotta un approccio di investimento basato sui fondamentali, penalizzato nel corso dell’ultimo anno e mezzo. E siamo perciò confidenti che nel 2019 potranno esserci maggiori opportunità. Lato obbligazionario gli scarsi rendimenti della componente governativa hanno determinato lo ‘schiacciamento’ di tutte le categorie di rischio, spingendo gli investitori a spostarsi verso bond più rischiosi. Tuttavia, oggi si guarda con più interesse ai governativi (Usa ed alcuni emergenti per esempio), ed occorre essere più selettivi sul segmento corporate. Le strategie alternative prudenti potranno attirare l’attenzione degli investitori”.