Flussi Etf, Top e Flop di giugno

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Secondo i dati di Flow Traders nel mese di giugno il mercato europeo degli ETF ha registrato flussi positivi per un totale di 4,9 miliardi di euro. In generale gli investitori sono usciti da molte posizione azionarie, ci sono stati infatti deflussi per 2,8 miliardi di euro, tuttavia gli ETF obbligazionari hanno raccolto 5,9 miliardi di euro e quelli sulle commodities di 1,8 miliardi di euro. Da iShares (BlackRock) commentano infatti che “nonostante l’aumento della volatilità di quest’anno, ad eccezione dell’oro, non abbiamo notato un vero e proprio spostamento verso strumenti che rappresentino un porto sicuro”. Difatti questa raccolta sulle commodities si è verificata quasi esclusivamente sull’oro.

All’interno del segmento azionario ecco i top e flop per categoria:

Grafico 1.

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Fonte: Flow Traders

Grafico 2.

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Fonte: Flow Traders

A livello globale si nota uno spostamento da parte degli investitori verso asset class più difensive. Nick Langley, Co-CEO di RARE Infrastructure (affiliata di Legg Mason) è d'accordo con questo attegiamento, affermando infatti che “Un'economia globale in rallentamento, insieme alla guerra commerciale sino-americana, ha portato la Federal Reserve a passare dalla politica monetaria restrittiva dell'anno scorso a un orientamento accomodante. La BCE si è presto accodata. La guerra commerciale ha anche costretto Pechino ad ampliare il suo stimolo economico oltre a quello rivolto a favorire i consumi (come i tagli alle tasse) verso misure più tradizionali, come la spesa per le infrastrutture. Considerato il contesto globale incerto e la fase avanzata del ciclo economico, riteniamo che gli investitori debbano allocare almeno parte del loro portafoglio su titoli azionari più difensivi, come infrastrutture e utilities”. Nel mese di giugno questo attegiamento si è palesato sul mercato azionario degli ETF con flussi positivi sul settore delle infrastrutture di circa 35 milioni di euro.

Grafico 3.

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Fonte: Flow Traders

Per quanto riguarda le strategie fattoriali, quelle che hanno attirato maggiormente l’attenzione degli investitori sono le low volatility e le dividend. Il Team di Strategie di SPDR EMEA ETF ha commentato che “gli investitori stanno cercando di rimanere long sul mercato azionario, ma la paura dell’incertezza è forte, quindi guardano a income di qualità e strategie di crescita dei dividendo”. Per esempio la loro strategia ‘Dividend Aristocrats strategy’ prevede infatti la ricerca di tutte quelle società che hanno tassi di crescita stabili dei dividendi, permettendo così di catturare le fasi di rialzo, ma mantenedo anche una certa protezione del rischio di downside. Anche Stefan Rondorf, senior investment strategist, Global Economics & Strategy di Allianz GI è favorevole a questa tipologia di strategie. “Con ogni probabilità, le banche centrali dovranno agire per non deludere le attese di sostegno monetario, È difficile che si possa risolvere rapidamente la crisi di fiducia innescata dall’incertezza politica. Per questo motivo, i mercati azionari potrebbero offrire performance meno brillanti che in passato in circostante simili. Chiaramente, risulta improbabile un rialzo dei tassi nell’immediato, e gli investitori dovranno cercare altre fonti di reddito, ad esempio dividendi sostenibili e solidi”, aggiunge.

All’interno del segmento obbligazionario ecco i top e flop per categoria:

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Fonte: Flow Traders

Da Degroof Petercam AM ritengono che sia il caso di sovrappesare le obbligazioni governative, grazie alle politiche accomodanti delle banche centrali, ciò è in linea con i flussi positivi che si sono registrati sul segmento fixed income nell'ultimo mese. “A maggio e giugno i mercati obbligazionari hanno performato positivamente. I rendimenti dei titoli di Stato statunitensi a 10 anni sono ritornati al 2% mentre quelli tedeschi sono arrivati ad un nuovo punto di minimo, corrispondente al -0,3%. Crediamo infatti che la Fed comincerà un mini-ciclo di quattro tagli ai tassi della durata di un anno, a partire da settembre. Anche Draghi è stato molto esplicito riguardo la direzione della politica monetaria, indicando la possibilità sia di ulteriori tagli ai tassi, sia di un nuovo programma di acquisto di obbligazioni. I titoli di stato periferici hanno performato bene, mentre i rendimenti italiani hanno avuto un andamento in linea con quelli dell’Eurozona centrale. Grazie alla riduzione delle stime sull’inflazione, le valutazioni per le obbligazioni indicizzate all’inflazione sono diventate più attraenti”, dichiarano.