Fixed income, perché il vento può cambiare prima di quanto si aspetti il mercato

Peter De Coensel DPAM
Peter De Coensel, CIO Fixed Income, DPAM

“Proprio mentre le tensioni legate alla Brexit, al commercio USA-Cina e alle tensioni militari USA-Iran hanno iniziato a ridursi, i mercati si sono dovuti scontrare con un'epidemia violenta scatenata da un virus in Cina. Questo ha cambiato solo parzialmente la nostra posizione di investimento”. Non c’è dubbio che gli impatti della diffusione del coronavirus imponga una certa cautela da parte dei portfolio manager sulle aspettative relative al 2020, ma secondo Peter De Coensel, gestore del fondo obbligazionario globale flessibile DPAM L Bonds Universalis Unconstrained, prodotto con rating Consistente Funds People, non sussistono i presupposti per un’inversione del quadro di medio periodo previsto a inizio anno.

Il ritorno del premio al rischio

Riflessione che si applica a quella che è la convinzione più forte, e anche più lontana dal consensus del team di gestione, ovvero l’imminente ritorno del premio al rischio sul mercato obbligazionario. Il nostro scenario di base a lungo termine si sviluppa, infatti, sulla base dell'idea che il cambiamento sia alle porte: la disinflazione lentamente si trasformerà in un’inflazione pari o addirittura superiore all’obiettivo e la crescita reale globale recupererà attestandosi a un ritmo sostenibile e pari al 3%. “Ciò si tradurrà in un aumento dei premi al rischio per le scadenze dei titoli obbligazionari, attualmente negativi o estremamente bassi”, spiega De Coensel. I tre fattori a determinare tale inversione di tendenza sono, secondo il team di gestione guidato dal portfolio manager, la fine del predominio della politica monetaria, il ritorno dell’inflazione e l’arresto della globalizzazione. Una robusta politica fiscale sotto forma di investimenti pubblici e privati, aumenti salariali e insorgere di schemi di commercio bilaterali sono i risvolti pratici attesi relativi a tali fattori che determineranno, secondo DPAM, un’inversione di tendenza ritenuta fuori dal campo della possibilità da parte di molti operatori di mercato.

Aggiornamento di portafoglio

Quali sono i risvolti pratici di tale visione di medio e lungo periodo? “Abbiamo aggiunto duration investendo nuove masse nei titoli di Stato in valuta messicana, sudafricana e ceca in valuta locale”, rivela De Coensel in riferimento al DPAM L Bonds Universalis Unconstrained, “ma manteniamo intatta la nostra esposizione intermedia sui tassi d'interesse”. “Per stabilire un migliore equilibrio del fattore di rischio valutario riduciamo l'esposizione in USD verso quota 26% e diversifichiamo in titoli di stato denominati in dollari australiani, neozelandesi, in corona svedese e sterlina inglese”, aggiunge.

Viene, inoltre, mantenuta l’allocazione a favore delle obbligazioni legate all'inflazione nei paesi core dell'Unione Europea, negli Stati Uniti, in Australia e in Canada, “così come”, prosegue, “non è in discussione la nostra inclinazione verso il credito governativo di alta qualità e quello societario investment grade”.

“L'inaspettato, rapido e aggressivo appiattimento di curva ha tolto alle performance un po' di spinta. Tuttavia, le nostre convinzioni nel lungo periodo sono intatte. Vediamo un aumento della pressione inflazionistica, accanto a spinte inflazionistiche salariali su larga scala. Nel medio periodo impariamo a convivere con una politica monetaria non più dominante”, completa il gestore.