Fixed income: ecco chi rende di più

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foto: Moyan_Brenn, Flickr, Creative Commons

Cercare rendimenti nell'universo obbligazionario è la sfida dell'anno. La voglia degli investirori di trovare piazze sicure ha spinto ad esempio all'acquisto di bund tedeschi o di titoli di Stato sul mercato europeo, nonostante i tassi negativi. Eppure le debolezze europee comincia a spingere chi investe a guardarsi attorno e virare anche verso titoli più rischiosi con rating high yeld. La strategia che ha fatto più parlare in questi mesi poi è stata quella dei corporate bond, specialmente denominati in valuta forte. Ma quali sono le categorie che da inizio anno ad oggi hanno fatto meglio? Se diamo uun'occhiata alle categorie Morningstar, ad esempio, la risposta è chiara. I Paesi emergenti, nonostante ancora i fondamentali sembrano non essere migliorati in maniera significativa, presentano dei rendimenti attraenti, anche se la maggior parte delgi investitori è ancora prudente. 

A tenere testa, tra i bond dei Paesi sviluppati, c'è al momento un solo un mercato: quello giapponese, che si piazza perfino al primo posto dela classifica con rendimento elevato. E questo nonostante le politiche iperespanisve della Banca centrale giapponese,  che sui mercati obbligazionari ha portato i rendimenti reali sotto zero. Secondo Andrea Giannotta, head of rates del team fixed income di Eurizon Capital, la tenuta dei bond giapponese è dovuta a due fattori: "da un lato, il marcato declino dei tassi di interesse offerti dai titoli di Stato giapponesi a seguito dello stimolo monetario deciso dalla Bank of Japan (BoJ) e, dall’altro, del significativo apprezzamento (10.8%) dello JPY nei confronti dell’EUR. Ciò ha, di fatto, comportato una rivalutazione in EUR degli asset denominati in JPY e quindi un vantaggio per i detentori esteri di obbligazioni giapponesi", dice l'esperto.

"A oggi, il mercato obbligazionario giapponese presenta rendimenti ai minimi storici, negativi sino alla scadenza 15 anni e una pendenza del 30 anni contro il 10 anni di 0.45%, la più bassa tra i Paesi sviluppati", spiega però Giannotta, che poi aggiunge come "il significativo apprezzamento dello JPY nei confronti dell’EUR, funzione dell’avversione al rischio degli investitori e degli accresciuti rischi fronteggiati dall’economia globale, ha, di fatto, costituito un ostacolo al raggiungimento del target di inflazione (2%) da parte della BoJ e aumentato le aspettative per ulteriori misure di stimolo monetario, in coordinamento con quello fiscale, al prossimo meeting del 29 luglio".

Secondo l'esperto di Eurizon, la BoJ a due possibilità di azione: "se da lato un taglio dei tassi di 0.1% è già scontato dal mercato, dall’altro non si possono escludere estensioni alla scadenza media dei titoli acquistati nel programma di QE (attualmente compresa tra 10 e 12 anni) o alla quantità di titoli acquistati (al momento, 80 tn JPY l’anno). Sembrerebbe invece esclusa, almeno per ora, la possibilità che la BoJ sottoscriva direttamente, sul mercato primario, obbligazioni perpetue (senza rimborso del capitale a scadenza) emesse dallo Stato giapponese".

Come comportarsi dunque? Per Giannotta "la view tattica sul Paese è di leggero sottopeso di duration rispetto al benchmark di riferimento. Tale view trova giustificazione nei rendimenti offerti dai titoli di Stato giapponesi, reputati poco interessanti a livello assoluto e relativamente ad altri mercati obbligazionari (ad esempio, US Treasuries), e nella poca liquidità che caratterizza il mercato giapponese".

"In termini di posizionamento lungo la curva dei tassi di interesse, si privilegia un sovrappeso sulle scadenze ventennali, che beneficerebbero in misura significativa di eventuali estensioni o della scadenza media o della quantità di titoli acquistati nel programma di QE. Risultano invece poco interessanti le scadenze medie, dato il rendimento abbondantemente negativo e il limitato pick-up rispetto alle scadenze brevi", continua. "In termini prospettici, tenuto conto del massiccio programma di QE adottato dalla BoJ (che attualmente detiene il 33% delle emissioni totali di titoli governativi giapponesi), delle politiche accomodanti di altre banche centrali (in primis ECB) e dei rischi fronteggiati dall’economia globale, una eventuale risalita dei tassi di interesse, accompagnata da un irripidimento della curva dei rendimenti, non costituirebbe motivo di preoccupazione bensì l’occasione per pareggiare il sottopeso di duration".

Ecco le categorie fixed income che fanno meglio da inizio anno

Categoria Morningstar YTD%

Rend.
3mesi %

Rend.
1 anno %
Obbligazionari Giappone 17,33 6,24 22,86
Obbligazionari IDR 14,16 5,74 11,77
Obbligazionari Lungo Termine EUR 13,27 6,54 15,22
Obbligazionari Paesi Emergenti Valuta Locale 11,17 3,51 0,03
Obbligazionari Paesi Emergenti EUR 10,39 4,06 6,61
Obbligazionari Paesi Emergenti 9,65 6,85 6,33
Obbligazionari High Yield Asia 9,43 8,08 7,95
Obbligazionari CAD 8,65 2,04 2,36
Obbligazionari Corporate Paesi Emergenti EUR 8,64 3,53 4,39
Obbligazionari Corporate Paesi Emergenti 8,57 6,7 4,6

Fonte: Morningstar, con dati aggiornati al 21 luglio