Growth vs Value: cambiamento di tendenza

L’inizio del 2016 si è contraddistinto per le forti turbolenze dovute al timore da parte degli investitori di un rallentamento della crescita mondiale e, nello specifico, di un possibile crollo dell’economia cinese. Tuttavia, un miglioramento nel sentiment è iniziato a notarsi da metà febbraio in poi, dopo la pubblicazione di dati economici relativamente positivi negli Stati Uniti. Inoltre, la presidente della Federal Reserve statunitense, Janet Yellen, ha adottato una posizione accomodante che ha fugato la prospettiva di un nuovo rialzo dei tassi e ha contribuito al recupero del mercato azionario statunitense dopo il nefasto mese di gennaio.

Anche la stagione degli utili del primo trimestre si è rivelata migliore del previsto poiché, secondo Factset, circa il 72% delle società dello S&P 500 ha pubblicamente dichiarato utili per azione superiori alla media delle stime. Le società dei settori del consumo discrezionale e dei materiali hanno registrato, nel complesso, le maggiori differenze positive tra previsioni degli utili e dati reali. Tuttavia, solo il 53% di quelle appartenenti allo S&P 500 sono riuscite a superare le previsioni di mercato in termini di entrate, suggerendo la maggiore difficoltà che comporta generare un incremento degli utili. 

Nonostante ciò, l’indice S&P 500 ha guadagnato un 3,6% dall’inizio dell’anno (in dollari) a fine maggio 2016. La cautela mostrata dagli investitori si è vista riflessa nei rendimenti dei diversi settori. Quelli relativamente difensivi come le telecomunicazioni e i servizi pubblici hanno raggiunto il 14,2% e il 14,5% rispettivamente. I più sensibili all’economia hanno mostrato un buon comportamento: è il caso del settore energetico e dei materiali con un 1,4% e un 8,4% rispettivamente. Il settore della salute ha ottenuto i peggiori rendimenti con un -0,6%. Nonostante lo stile growth abbia battuto il value negli ultimi anni, il 2016 sembra avere in serbo un cambiamento di tendenza. I dati di fine maggio, infatti, collocano il Russell 1000 Value Index davanti al Russell 1000 Growth con un 3,63%.

Duello tra stili

Nell’attuale scenario di mercato, i fondi gestiti con un approccio disciplinato orientato al valore e attento a compagnie con utili relativamente stabili sono quelli che mirano a battere i prodotti che cercano di investire in compagnie con una crescita molto veloce e quotate con valutazioni superiori. Per esempio, la nostra selezione di fondi appartenenti alla categoria a grande capitalizzazione orientati al value (il Cullen North American High Dividend Value Equity y el JPM US Value) ha registrato un rendimento medio del 2,9% da inizo anno a fine maggio 2016.

Viceversa, la nostra selezione nella categoria di grandi compagnie con approccio orientato alla crescita ha ottenuto una perdita media del -1,5%. Nonostante ciò, nel corso del 2015 gli stessi fondi di tipo growth hanno ottenuto un rendimento del 7,9% rispetto ai fondi value che hanno registrato un -4,3%. Negli ultimi tre anni, i fondi con approccio orientato alla crescita hanno battuto quelli value per un margine annualizzato di media del 5,2%. Sebbene sia ancora presto per affermare che le attuali condizioni economiche e di mercato possano beneficiare i fondi value, in generale si può affermare che questi hanno resistito abbastanza bene al recente periodo di incertezza. Infatti, adesso che la Fed ha avviato un ciclo di rialzi dei tassi, la fine della moneta low cost potrebbe frenare i piani di crescita delle società e incrementare il tasso di sconto dei titoli di crescita, rendendoli così meno attraenti agli occhi dei gestori azionari di stile growth. 

Le dinamiche osservate di recente nel mercato sottolineano la necessità di guadagnare esposizione all’azionario statunitense mediante fondi di gestione attiva che investano in società capaci di proteggere i propri benefici in un contesto lavorativo sempre più competitivo, migliorare la loro produttività e prendere buone decisioni d’investimento rispetto alla crescita futura, data la probabilità che gli investitori finiranno per prediligere questo tipo di società nel lungo termine. 

 

DIsTRIBuzione per settori dei fondi con il marchio funds people
Portafoglio medio totale a dicembre 2015 e marzo 2016, e le prime posizioni di ciascun fondo a marzo.
Fondi con il Marchio Funds People delle categorie Morningstar US Equity Large Cap Growth e US Equity Large Cap Value. Fonte: Morningstar Direct.

  mar-16 dic-15
Consumo ciclico 10,86% 10,25%
Consumo non ciclico 13,10% 13,93%
Energia 4,94% 5,05%
Finanza 19,31% 19,26%
Industria 5,75% 5,25%
Materie 2,62% 2,65%
altri 5,37% 4,66%
Salute 13,12% 13,64%
Servizi pubblici 3,44% 3,56%
Tecnologie dell' infor-mazione 20,46% 20,82%
Telecomunicazioni 1,04% 0,92%

 

Fondo Marchio
Funds People
AB FCP I American Growth SFP_2106_C
MS INVF US Advantage  SFP_2106_BC
NN (L) US Growth Equity SFP_2106_C
Pioneer Funds US Fundamental  SFP_2106_C
UBS (Lux) Equity USA Growth SFP_2106_B
Deutsche Invest II US Top Dividend SFP_2106_C
JPM US Equity SFP_2106_C
JPM US Value SFP_2106_C
Robeco US Premium Equities SFP_2106_C
The Alger American Asset Growth  SFP_2106_C
Legg Mason ClearBridge US Large Cap Growth  SFP_2106_C
Loomis Sayles U.S. Research SFP_2106_C
Vontobel US Equity  SFP_2106_B
Pioneer Azionario America SFP_2106_C
UBI Pramerica Azioni Usa SFP_2106_B
MS INVF US Growth  SFP_2106_B
Legg Mason ClearBridge US Aggressive Growth  SFP_2106_B