Se le scelte politiche determinano le dinamiche dei mercati finanziari

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zak mc, Flickr, Creative Commons

Domenica 24 settembre si svolgeranno le elezioni in Germania. Secondo le proiezioni non ci dovrebbero essere sorprese particolari e Angela Merkel dovrebbe essere riconfermata. Mentre l’esito delle elezioni appare scontato, quello che non è affatto chiaro è quale coalizione la sosterrà e quali saranno le ricadute per la politica fiscale tedesca, il rapporto con l’Europa e le politiche economiche di quest’ultima. I sondaggi attuali indicano che la cancelliera ha consolidato la sua avanzata e che probabilmente i Cristiani Democratici resteranno la principale forza politica in Germania. Ad ogni modo, poiché i partiti a entrare nel Bundestag saranno con buona probabilità sei (e non quattro come nel 2013), Merkel si vedrà costretta a formare una coalizione per avere la maggioranza in Parlamento. Gli scenari più probabili sono due: il proseguimento dell’attuale grande coalizione con l’SPD oppure la formazione di una nuova alleanza con i liberali di FDP e i Verdi.

“La grande domanda riguarda invece il risultato che raggiungerà il partito nazionalista tedesco, l’AFD (alternativa per la Germania): è possibile che superi il 9% e che riesca ad entrare nel Bundestag”, dice Fabien de la Gastine, fixed income fund manager di La Française. “Ad eccezione di grandi sorprese, le conseguenze sulla crescita tedesca e sui mercati finanziari dovrebbero essere limitate. Nel lungo termine, una colazione pro-Europa potrebbe dare un nuovo impulso all’EU e rafforzare l’euro.” Più preoccupato si mostra Matteo Ramenghi, chief investment officer UBS WM Italy, secondo il quale "le lezioni tedesche sono da non sottovalutare", in quanto diversamente dalle elezioni francesi, olandesi e, in prospettiva, italiane, quelle in Germania sembrano più prevedibili e meno insidiose per l’euro e la UE. Oltre il 40% degli aventi diritto al voto si colloca ancora tra gli indecisi ricorda il manager. Che aggiunge: “Ad oggi, una coalizione di centrosinistra (CDU/CSU/Verdi) raggiungerebbe solo il 47% dei voti. Per poter raggiungere la maggioranza potrebbe dover includere anche la FDP, spingendo fortemente a destra il nuovo esecutivo. Si tratterebbe di una maggioranza articolata: le divergenze tra Verdi e FDP sono notevoli e le trattative tra i due risulterebbero complesse. Tuttavia, se questo fosse il nuovo assetto dovremmo aspettarci un atteggiamento più intransigente sulle politiche economiche europee”. 

Secondo Ramenghi “a breve termine, il fattore dominante per i mercati – e in particolare per i titoli di Stato – rimarrà la BCE e la sua politica monetaria. A medio termine, tuttavia, l’impatto delle elezioni tedesche sui mercati potrebbe essere rilevante. Se è vero che le elezioni tedesche non comportano rischi per la tenuta dell’euro, una coalizione che vedesse la FDP tra le sue fila punterebbe a maggior rigore, determinando minori emissioni di Bund e un ampliamento dello spread dei titoli periferici. Inoltre, la stessa Commissione europea potrebbe trovarsi a dover adottare politiche più restrittive nei confronti della Grecia e degli altri Paesi del Sud Europa, Italia compresa. In prospettiva, anche l’atteggiamento della BCE ne risulterebbe influenzato, con conseguenze che potrebbero riguardare anche il livello del cambio dell’euro.

Ottimismo sull'Europa
Per Nadège Dufossé, head of asset allocation di Candriam Investors Group, “i mercati si manteranno stabili finché Merkel avanza. Le diverse opzioni di coalizione assisteranno a un impatto positivo, sebbene limitato, a livello macro in seguito agli sgravi fiscali attesi. La buona notizia per il continente è che l’agenda europea dovrebbe andare avanti nel corso dei prossimi quattro anni. In ogni caso, tutti i principali partiti propongono un’agenda pro europeista e uno sgravio delle imposte sul reddito, alla luce anche dell’avanzo di bilancio tedesco. In conclusione, ci aspettiamo un passo avanti nell’agenda europea che comprenda una politica di difesa comune, la creazione di un Fondo Monetario Europeo e la possibile istituzione di un Ministro delle Finanze Europeo, oltre a una linea dura nei negoziati per la Brexit. In un orizzonte di breve termine, l’impatto sui mercati dovrebbe essere limitato, mentre nel lungo periodo l’esito dovrebbe essere favorevole. A differenza dei sondaggi che negli ultimi dodici mesi hanno riguardato gli altri maggiori Paesi, in Germania nessuno dei principali partiti ha in programma un’uscita dall’UE, tagli alla spesa del servizio sanitario o una costruzione di un muro divisorio con i paesi confinanti. In breve, queste elezioni non dovrebbero rappresentare un rischio politico. In un’ottica di medio periodo, ciò giocherà a favore degli asset europei, incluso l’euro". 

"La zona euro sta ritornando in salute", dice Philip Dicken, responsabile azionario Europa di Columbia Threadneedle Investments. "In un'epoca in cui eventi politici imprevisti hanno spesso sconvolto lo status quo, alcuni consideravano i mercati azionari europei come un luogo rischioso in cui investire. Eppure, oggi, le nuvole si stanno sollevando. Se Angela Merkel vincesse le elezioni tedesche, ci sono cinque motivi per cui continuerà il recupero dell'Europa: a rielezione di Angela Merkel ripristinerà la fiducia dell'Europa, ci si riallontanerà dal populismo, si assisterà ad un aumento degli ordini di produzione, le valutazioni saranno relativamente interessanti e si assisterà alla crescita attesa dei guadagni.