Ecco i temi da monitorare per i portafogli azionari

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Anna, Flickr, Creative Commons

Il ruolo delle Banche centrali non ha mai smesso di essere dominante per i mercati ma in questa fase di normalizzazione lo è ancora di più. “Lo spartiacque”, come lo definisce Davide Di Chio, investment advisory di Anima SGR, “è stato il Forum BCE tenutosi a Sintra lo scorso 26 giugno che ha fornito nuovi spunti ai mercati, soprattutto obbligazionari”. Nel corso di un intervento durante il summit, Mario Draghi ha fornito un quadro nettamente più restrittivo rispetto alle attese dei mercati, lanciando due messaggi particolarmente importanti: che i rischi di deflazione sono sostanzialmente svaniti e che ci troviamo in un contesto reflazionistico nel quale i deboli dati sull’inflazione hanno prevalentemente carattere transitorio. “L’inflazione, dunque, è destinata a ritornare o comunque a irrobustirsi nel prossimo futuro in un sentiero di normalizzazione ormai tracciato”, riassume l’esperto.

Un messaggio meno accomodante non isolato (reiterato anche da altri banchieri centrali come il governatore della BoE, Mark Carney) che si è fatto subito sentire sul mercato: “Nel giro di poche settimane il rendimento del Bund a 10 anni è aumentato di circa 30 bps”, ha ricordato Di Chio che passa poi ad analizzare l’attuale scenario politico negli USA che, l’esperto, definisce ‘fluido’. “Con l’ennesimo fallimento del tentativo di riforma dell’Obamacare e l’evidente distanza emersa sia fra Trump e il partito repubblicano sia all’interno del partito stesso, la riforma fiscale ritorna prepotentemente in primo piano”.  

Alla luce di tutto questo, ci sono diversi elementi importanti per i portafogli obbligazionari che da Anima monitorano attentamente, primo fra tutti quello dei tassi di interesse e del settore finanziario: “Ci siamo allungati sul settore finanziario, sulle banche in particolare, principali beneficiarie dell’incremento dei tassi e dell’inclinazione della curva dei rendimenti”, spiega Fabio DePonti, portfolio manager obbligazionario dell’entità. Secondo Anima, quello delle banche resterà un tema attivo anche a settembre con il prossimo giro delle Banche centrali, quando la Fed potrebbe annunciare la riduzione del proprio bilancio e la Banca centrale europea chiarire le proprie intenzioni riguardo al tapering.


Altro elemento legato alla reflazione è quello delle commodities, aiutate anche dall’effetto Cina e dalla resilienza della sua economia, che hanno continuato a crescere nonostante il tightening. Alcune di esse hanno anche beneficiato delle misure di dazi implementati in America e in Europa, mentre alcune soft commodities, come grano e granoturco, sono rimbalzate a causa della siccità.

“Dall’altra parte abbiamo ridotto alcune posizioni sulla tecnologia”, ricorda DePonti. “Chiaramente l’aumento dei tassi non aiuta i growth stock e i titoli della tecnologia sono stati i migliori performer da inizio anno”. Un altro elemento tenuto sott’occhio in questo momento è quello dell’euro. “Se dovesse continuare a rafforzarsi questo avrebbe un impatto per gli esportatori”, conclude l’esperto.