È tempo di puntare a fondi obbligazionari che usano strategie alternative

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“Preferiamo avere una duration media sui 3 anni e, per un pò di extrarendimento rispetto ai titoli di Stato, siamo posizionati per un 60% circa su corporate bond di cui un quarto high yield”. Parla Valentina Vicinanza, responsabile gestioni patrimoniali istituzionali di Banca Akros.

Cautela sull’obbligazionario? In molti si aspettano rendimenti obbligazionari più alti, un più ampio spread del credito e un aumento della volatilità. Come muoversi per avere un po’ di performance, volendo restare in ambito fixed income?
Sì, certamente ancora cautela. Concordo sul fatto che in alcuni settori i credit spread possano ulteriormente ampliarsi e che i tassi di riferimento possano leggermente salire, anche se non nell’immediato e non in tutte le aree geografiche. La volatilità potrebbe accompagnarci per un po’ di tempo. Per questi motivi eviterei in questo momento di andare alla ricerca di rendimenti particolarmente elevati allungando le scadenze o scendendo molto nella qualità del credito degli emittenti. In questa fase temo che ciò porterebbe ad esporsi a rischi troppo elevati rispetto a quelli che possono essere i ritorni in termini assoluti. Mezzo punto di rendimento in più può significare prendersi un rischio non commisurato al risultato. Preferirei quindi accontentarmi di rendimenti dell’ordine dell’1-1,5% annuo che non sono male in termini reali se si tiene conto che siamo in deflazione.

Il contesto è di grandi cambiamenti. La Fed ha i tassi di interesse a zero, è ciò cambierà a un certo punto; la Cina aveva un regime valutario fisso e ciò è cambiato; l’Iran era completamente isolato e ora sta potenzialmente tornando di nuovo nella comunità internazionale. Con le conseguenze del caso sui mercati finanziari. Come state costruendo i portafogli davanti a tutta questa incertezza?
Avendo avuto la fortuna di evitare settori e aree geografiche che hanno sofferto molto dall’inizio dell’anno, in una fase di incertezza come quella attuale, preferiamo avere una duration media di portafoglio intorno ai 3 anni e, per trovare un po’ di extrarendimento rispetto ai titoli di Stato, siamo posizionati per un 60% circa su corporate bond di cui un quarto high yield. Stiamo inoltre inserendo nei portafogli fondi obbligazionari che utilizzano strategie alternative cioè che hanno la possibilità di andare corti di rischio credito, cosa che a noi risulta di difficile realizzazione nelle gestioni patrimoniali individuali

Sul fronte Fed, i mercati continueranno a speculare sulla tempistica di un aumento, esattamente come hanno fatto prima della decisione di settembre; il che porterà a ulteriore volatilità. Cosa significa per chi investe nell’obbligazionario? 
E’ possibile che un aumento dei tassi di 25 bp da parte della Fed si verifichi entro la fine dell’anno ma questo sembra già scontato dal mercato, il problema piuttosto sarà capire se e quando ve ne saranno altri. In ogni caso la volatilità di un portafoglio obbligazionario non dipende solo dal movimento dei tassi o dei credit spread ma anche dalla liquidità del mercato che viene meno nelle fasi di incertezza. Il fenomeno degli spread denaro-lettera che allargano contribuisce a portare volatilità in un portafoglio nel momento in cui si devono valorizzare i bond che lo compongono. Infatti, acquistare un titolo e doverlo poi valorizzare, dal giorno successivo, a un prezzo “di realizzo” parecchio più basso è chiaramente negativo soprattutto in un regime di bassi rendimenti come quello attuale.