Due pratici consigli per investire in robotica

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La robotica sta diventando uno dei fattori chiave dello sviluppo dell’economia globale. A richierdelo sono soprattutto i megatrend del futuro. Pensiamo alla Rivoluzione industriale 4.0 promulgata dall’economista Jeremy Rifkin e al reshoring di produzioni un tempo delocalizzate in Paesi asiatici che necessitano di automazione spinta per abbattere i costi del lavoro e restare competitive sul mercato globale; ai trend demografici del Giappone e dei Paesi occidentali con un crescente numero di anziani da assistere in scarsità di personale qualificato; alla necessità di aumentare la produttività in agricoltura per sfamare miliardi di persone nei prossimi decenni.

“Anche sui mercati azionari la robotica è in pieno fermento”, spiega Andrea Forni autore del libro 'Robot. La Nuova Era – Vivere, lavorare e investire nella società robotica di domani' e fondatore di InvestiRobot- where Robotics meets Finance. Il database proprietario InvestiRobot elenca più duecento società quotate e un numero crescente di fondi gestiti ed ETF tematici che permettono di diversificare il portafoglio per settore economico, area geografica e valuta. “L’attrattività della robotica come opportunità di investimento è provata dal fatto che l’analisi degli shareholder delle società quotate descritte nel libro evidenzia che tra i detentori di importanti quote di capitale ricorrono i nomi dei grandi fondi d’investimento come BlackRock, T. Rowe Price, The Vanguard Group, J.P. Morgan  (solo per citare alcuni nomi tra i più conosciuti); e guardando i grafici dei titoli robotici si nota in molti casi una sovra-performance rispetto al mercato azionario generale nel breve che nel medio termine”. Oltre alle società quotate sono centinaia le start-up innovative a caccia di finanziamenti a cui l’investitore privato può accedere grazie ai servizi di crowd-funding disponibili anche in Italia, in attesa dell’ondata di offerte pubbliche di acquisto a cui assisteremo nei prossimi anni.

All’investitore individuale Forni da un primo consiglio: “investire in robotica non è facile, poiché manca ancora una ‘classificazione settoriale’ per i titoli robotici e le aziende non sono facilmente identificabili da un nome che ne richiami il contenuto tecnologico. In secondo luogo, investire in un’azienda di robotica (o di intelligenza artificiale) significa scommettere sulla capacità del management di restare al passo con la corsa tecnologica negli anni a venire di cui nessuno oggi può prevedere lo sviluppo. Infine, l’estrema volatilità che contraddistingue il prezzo di molti titoli robotici che vivono di news impone una guida esperta che aiuti l’investitore nello stock-picking e nel corretto timing di entrata a mercato”.

Che alternative ha a disposizione l'investitore?

Secondo l’esperto l’investitore individuale ha due alternative. La prima è il già citato stock picking di aziende quotate, la seconda è l’acquisto di quote di un fondo tematico. “Optando per lo stock picking si hanno a disposizione più di 200 titoli quotati sulle borse mondiali (pochi in Italia). In questo caso la prima scelta da effettuare è tra investire in aziende pure-play (è il caso delle aziende di chirurgia robotica) oppure in aziende che integrano le linee di prodotto tradizionali con l’offerta di prodotti robotizzati (è il caso del settore Aerospace & Defense dove i produttori affiancano i droni ai loro velivoli tradizionali)", spiega Forni. E continua: "Scegliendo di investire nelle pure-play troviamo che molte di queste sono sotto-capitalizzate, hanno un mercato di nicchia e il loro prezzo di borsa risente delle news con picchi di volatilità di brevissimo termine. Un esempio è il rally che ha interessato a metà giugno il produttore di esoscheletri EKSO Bionics dopo l’annuncio a sorpresa del progetto di un nuovo esoscheletro leggero che sbaraglia la concorrenza. Il titolo che segnava il minimo storico è rimbalzato del 100% in due giorni, restando comunque in performance negativa del -41% da inizio anno. Viceversa, scegliendo di investire in aziende tradizionali bisogna capire qual è la quota di fatturato prodotta dalla robotica, se questa sia la chiave di crescita dell’azienda e quale mercato stia assorbendo i nuovi prodotti. Lo stock picking richiede quindi una conoscenza approfondita del settore e un timing preciso di ingresso e uscita dai titoli”.

La seconda strategia è l’acquisto di quote di fondi gestiti o di ETF sulla robotica. L’offerta si è ampliata in questi ultimi mesi con l’ingresso di grandi società di asset management che propongono nuovi prodotti d’investimento. “Sebbene sia innegabile la facilità di acquisto, va detto che investire in un fondo tematico di robotica significa scommettere sulla capacità delle aziende componenti il fondo di restare al passo con la corsa tecnologica negli anni a venire, molto difficile trattandosi di tecnologie esponenziali in rapido sviluppo", avverte l'esperto. "Inoltre, sotto la dicitura 'robotica & automazione' può esserci di tutto. L’investitore dovrebbe indagare se il fondo è sovrappesato di robotica industriale o di robotica di servizio (droni, veicoli autonomi, robot chirurgici, ecc.), se è più sbilanciato sulla robotica pura o sull’automazione (includendo system integrator e produttori di componentistica), quante e quali aziende compongono il sottostante, e così via. A queste domande non sempre si trova risposta leggendo la nota informativa o chiedendo al proprio consulente finanziario inesperto di robotica”, conclude Forni.

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