Deroma (Efpa Italia): “Puntiamo agli 8.000 iscritti”

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Marco Deroma, presidente, Efpa Italia

Per Efpa Italia gli ultimi due anni sono stati ricchi di importanti sfide, ma hanno riservato anche grandi soddisfazioni. Nonostante le pressioni regolamentari derivanti dall’entrata in vigore di MiFID II e le difficoltà finanziarie vissute da alcuni istituti di credito, infatti, nel 2019 l’affiliata italiana dell’European Financial Planning Association ha superato i 6.700 certificati, con una crescita del 12% in 12 mesi. “Questo ci fa ben sperare per il raggiungimento del mio obiettivo di fine mandato, ovvero l’aumento dei professionisti certificati Efpa in Italia a quota 8.000”, commenta il presidente Marco Deroma, giunto al giro di boa del suo primo mandato. “Affinché ciò avvenga”, aggiunge, “stiamo lavorando per collaborare in maniera sempre più stretta e sinergica con i rappresentati dell’industria”.

Certificazione, elemento distintivo

“La formazione è un investimento che va a vantaggio sia del professionista sia del risparmiatore, che ha così modo di interfacciarsi con un consulente più preparato e pronto a supportarlo al meglio”, afferma l’esperto. Formazione, precisa tuttavia Deroma, non è sinonimo di certificazione. “Misurare le proprie competenze attraverso un sistema di certificazione che sia indipendente dal processo di formazione rappresenta un simbolo ancora più forte della validità dell’attestazione”, spiega. L’indipendenza dall’ambito formativo, infatti, è uno degli elementi che sanciscono la qualità delle certificazioni Efpa. “Essere certificati Efpa vuol dire investire tempo e risorse nell’aggiornamento delle proprie competenze, attraverso la frequentazione, per un ammontare di ore predefinito, di corsi o conferenze che il Comitato Scientifico (CS) dell’Associazione ha ritenuto idonei ai fini del mantenimento”, ricorda il presidente.

Fondamentale, però, resta il saper comunicare ai clienti l’impegno profuso da ogni consulente nella propria formazione e, dunque, la qualità del servizio offerto. “A volte si dà per scontato che all’esterno ci sia una piena comprensione di cosa significhi conseguire una certificazione e, più nello specifico, una certificazione Efpa. Il professionista stesso e la propria mandante dovrebbero sottolineare, invece, come questa sia un elemento distintivo e di qualità”, aggiunge Marina Maghelli, membro del CDA di Efpa Italia. “Credo che sia responsabilità di ciascuno investire nel personal branding, ma anche responsabilità della Fondazione sviluppare e diffondere una maggiore conoscenza della certificazione per essere sempre più di supporto per ogni collega”.

Nuova sfide, nuovi contenuti

In un contesto sempre più sfidante e complesso, è indubbio che i contenuti delle certificazioni debbano necessariamente adattarsi alle nuove competenze che i consulenti devono avere per svolgere al meglio la professione. “Il CS, composto da importanti professori e rappresentanti delle diverse discipline la cui conoscenza viene richiesta al consulente finanziario, può essere considerato, in un certo senso, il garante della qualità dei corsi finalizzati al conseguimento o al mantenimento della certificazione”, prosegue Deroma. “Esso si occupa, inoltre, di dibattere le diverse dinamiche dell’industria, individuando possibili nuovi trend per emendare o integrare i programmi delle certificazioni. A partire dalle sessioni d’esame 2020, ad esempio, sono entrati in vigore i nuovi syllabus inclusivi di moduli riferiti agli investimenti ESG e sostenibili”, ricorda il presidente. Recentemente, inoltre, l’Associazione ha rinnovato il suo sito, aggiungendo contenuti come ‘L’Angolo del Libro’, una sezione all’interno della quale il CS suggerisce ogni mese dei titoli di alcuni libri particolarmente rilevanti nella formazione dei professionisti, o la sezione ‘Educational’ in rampa di lancio.