Dal growth al value. Trend temporaneo o rotazione consolidata?

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I mercati sobbalzano ad ogni notizia: il vaccino che curerà il mondo dal Covid 19 sembra sempre più vicino. Prima l’annuncio di Pfizer, insieme a BioNTech. Poi quello di Moderna che ha sottolineato come l’efficacia del suo vaccino sia pari al 94,5%. Anche l’antidoto di Janssen sembra progredire bene, passando alla fase 3 della sperimentazione. Notizie che, come spiega Giacomo Tilotta, head of European Equity di AcomeA SGR, hanno avuto un impatto dirompente sulle borse, accentuando quella dispersione dei rendimenti che aveva caratterizzato l’andamento dei mercati. “A differenza però di quanto visto finora, tale dispersione ha favorito quei settori, categorizzati nell’universo del value, che erano stati un po’ messi da parte dal mercato, a scapito dei settori growth e momentum, che erano stati invece i preferiti dagli investitori nonostante le care valutazioni.

I fattori scatenanti

Tilotta fa fede ai dati, analizzando le performance settoriali ytd, dal 5 novembre al 16 novembre, su indici europei, che mostrano chiaramente un’importante rotazione settoriale. I fattori scatenanti, a detta del manager, sono certo diversi. Da una parte c’è un “posizionamento e consensus unanime del mercato su quei temi/settori che hanno maggiormente beneficiato delle trasformazioni imposte dalla diffusione del virus. Tale unanimità di consensus diventa molto pericolosa quando si creano delle discontinuità che il mercato non ha prezzato”, spiega. Poi è chiaro come il vaccino rappresenti l’unica vera arma di difesa in una situazione economia sempre più difficile. “Da questa maggiore visibilità sulla ripresa economica si innescano i fenomeni descritti in precedenza che favoriscono i settori tradizionalmente più legati al ciclo, che compongono per la maggiore l’universo value”. C’è stata anche una presa di profitto sul comparto obbligazionario, che ha causato rendimenti specie per gli asset definiti come safe haven. “Un simile movimento ha creato i presupposti per una rotazione che è andata a penalizzare i settori correlati negativamente all’andamento dei tassi, come ad esempio le utilities, in quanto percepiti come settori slegati dall’andamento del ciclo economico, a beneficio di quelli ciclici che si caratterizzano per un relazione positiva con l’andamento dei tassi”.

Tilotta ricorda anche come il gap di valutazione tra i diversi stili d’investimento ha raggiunto livelli parecchio estremi. “Se da un lato è vero che le opportunità innescate dal Covid-19 non sono transitorie, dall’altro non possiamo non tener conto di valutazioni che via via sono diventate molto alte, con un rapporto rischio/rendimento secondo noi non attraente”, dice. Inoltre “come spesso accade la prima fase di qualsiasi movimento di inversione è segnata da una situazione di ricopertura delle posizioni di vendita allo scoperto poste in essere dal mercato e da chi aveva continuato a scommettere su un ulteriore ribasso del ciclo economico”.

Trend temporaneo o rotazione consolidata?

Resta però da capire se questo trend in atto sia davvero qualcosa destinata a durare o se tale rotazione sia temporanea. Per l’esperto sono tre i fattori che potrebbero contribuire al consolidamento della tendenza. Il primo fattore è capire quanto “il contenimento dei possibili effetti negativi causati da ulteriori restrizioni per gestire l’attuale fase di convivenza col virus risulta essere importante per non minare la fiducia degli investitori”. Poi c’è il flusso di notizie sul vaccino. “Dando per scontata l’autorizzazione del vaccino, la capacità di gestire in maniera efficace la diffusione e la commercializzazione dello stesso risulta essere cruciale per poter intravedere una via d’uscita definitiva dalla situazione di emergenza sanitaria, contribuendo così alla ripresa economica”.

Infine bisogna guardare con attenzione alla politica fiscale. “L’efficacia della politica fiscale segnerà effettivamente il passo per un cambio di paradigma che vincoli sempre più l’andamento dei mercati azionari a quello di una crescita economica che benefici di politiche economiche più aggressive rispetto a quanto fatto fino ad ora. Solo in questa maniera si potrà assistere a un passaggio da un mercato guidato dalla liquidità immessa dalle banche centrali, necessaria per gestire le fasi più acute dalla crisi, a un mercato guidato dalle reali prospettive di ripresa del ciclo economico, favorendo in tal senso quei settori legati al ciclo economico penalizzati fino ad oggi”, conclude l’esperto.