Coronavirus, guardare oltre l’abisso

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Robert Abad, Research Analyst di Western AM, affiliata

Contributo a cura di Robert Abad, research analyst di Western AM, affiliata di Legg Mason. Contenuto sponsorizzato.

Alla chiusura del 2019, il mercato aveva alte aspettative per un’accelerazione della ripresa globale grazie a una serie di sviluppi positivi: l’accordo commerciale tra Stati Uniti e Cina, l’attenuarsi della possibilità di una hard Brexit, le aggressive politiche accomodanti adottate dalle banche centrali, e i segnali positivi in diversi mercati extra-USA, ad esempio in Europa. Questo contesto macroeconomico di supporto avrebbe dovuto contribuire, a sua volta, all’estensione del ciclo del credito e a spingere la sovraperformance dei settori a spread rispetto ai bond statali. Ma oggi è cambiato tutto: la fiducia dei mercati è stata scossa dalla velocità e dall’estensione della diffusione del COVID-19, che minaccia di danneggiare significativamente l’attività economica globale.

Cosa succederà ora? La semplice realtà è che è troppo presto per dirlo. La comunità scientifica ha bisogno di più dati per studiare gli effetti della trasmissione e la mortalità del virus; ciò significa, purtroppo, che dobbiamo aspettarci ancora tante prime pagine e bollettini negativi. Gli attori del mercato stanno affrontando un altro rischio su cui è davvero difficile costruire dei modelli (come per la guerra commerciale), sia perché è difficile individuarne l’estensione geografica e temporale, sia perché appare impossibile trovare delle coperture tattiche efficaci.

I mercati stanno attualmente cercando di valutare i rischi economici e finanziari associati al virus, che potrebbe causare gravi interruzioni nelle filiere manifatturiere, nei trasporti e nei servizi. Se i governi dovessero sbagliare le misure preventive e/o la comunicazione, i mercati potrebbero rapidamente inglobare il rischio di ampi shock della domanda e delle catene di fornitura, poiché persone e aziende tenderanno a paralizzarsi ancora di più.

Quasi un anno fa, mentre eravamo alle prese con i problemi legati alla guerra commerciale, dicevamo che in tempi di pessimismo del mercato, le notizie tendono a virare verso il sensazionalismo, il sentimento di avversione alla perdita diventa virale e il costo opportunità della paura, il rischio di restare in disparte e perdere opportunità, aumenta. Questo vale ancor di più oggi, dato che la minaccia di una pandemia globale (che è molto più grande di quella di una guerra commerciale) introduce un rischio molto maggiore di asimmetria informativa e potenzialmente di ulteriore volatilità dei prezzi a causa di false speranze, interpretazioni errate e attività speculative.

Guardando al futuro, crediamo che, a livello globale, i governi, il settore privato e le equipe mediche lavoreranno alla costruzione di un fronte comune per combattere la minaccia virale. Le risposte iniziali saranno disordinate e sconnesse (come abbiamo già visto in alcuni casi), ma è normale che sia così data la natura della minaccia e il contesto di un mondo altamente globalizzato. In definitiva, ci tranquillizza il sapere che i policymaker hanno ancora molte carte da giocare. Ripensare alla crisi finanziaria del 2008, e alla risposta combinata di politica fiscale e monetaria da parte dei governi e delle banche centrali mondiali, ci ricorda quanto questi attori possono essere sorprendentemente coesi e creativi di fronte a un'emergenza globale.

Dal punto di vista degli investimenti, sappiamo bene che qualsiasi correzione di mercato ampia e improvvisa può essere snervante. Tuttavia, osservando l'attuale sell off in ottica di lungo periodo, ci sembra possa essere costruttivo, visto l'aumento quasi ininterrotto delle valutazioni azionarie negli anni post-crisi e le valutazioni sempre più ristrette che si vedono nei segmenti più rischiosi dei mercati del credito globali. Nella nostra esperienza, eventi come questo servono a reintrodurre disciplina negli investimenti, a rinnovare il rispetto per l’analisi fondamentale rispetto al trading che guarda al breve periodo, e appunto a rimettere un po’ di buon senso nelle valutazioni.

Per noi di Western Asset, che da tempo sosteniamo la gestione attiva e un approccio basato sul valore, questo periodo di panico non rappresenta un angosciante abisso, ma piuttosto, dal punto di vista degli investimenti, un’opportunità per sfruttare dislocazioni di mercato e di prezzo in favore dei nostri clienti.