Convertibili, strumento alternativo nella gestione dei portafogli

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Coniugando le caratteristiche di azioni e obbligazioni, i bond convertibili offrono agli investitori un'esposizione unica nel loro genere. Soprattutto in questa fase di mercato,  rappresentano uno strumento importante nella gestione dei portafogli d’investimento: gli investitori possono infatti essere potenzialmente protetti nelle fasi ribassiste, ma anche beneficiare delle fasi di rialzo, dato che il valore dell'opzione cresce parallelamente a quello delle azioni. In questo scenario, due mesi fa, State Street Global Advisors (SSGA) ha quotato su Borsa Italiana lo SPDR® Thomson Reuters Global Convertible Bond UCITS ETF.  Una novità assoluta nel mondo della gestione passiva. “Si tratta del primo e unico strumento passivo al mondo, tra fondi ed ETF, a offrire esposizione alle convertibili globali”, spiega Francesco Lomartire, SPDR ETFs Sales Specialist per l’Italia e il Ticino, di State Street Global Advisors, che poi aggiunge che questo strumento offre la possibilità di prendere esposizione a un’asset class complessa in maniera diversificata (con più di 220 titoli all’interno del portafoglio). FundsPeople ha chiesto a Lomartire di scattare una fotografia del  mercato dei convertibili.   

Dott Lomartire, che tipo di mercato è quello dei bond convertibili, quanto vale e quali sono le principali caratteristiche delle emissioni presenti? 

I bond convertibili globali vengono emessi da multinazionali di tutte le dimensioni e coinvolgono un ampio ventaglio di settori, rappresentando un mercato che vale più di 260 miliardi di dollari.
Gli emittenti di bond convertibili spaziano nello spettro della qualità creditizia: investment grade, non investment grade e titoli privi di rating. Sono numerose le società con un merito di credito inferiore all’investment grade che scelgono di emettere convertible bond, persuase dal fatto che un’opzione su azioni permetta di attrarre capitali evitando di pagare i tassi d’interesse proibitivi di un’emissione obbligazionaria high yield standard. Un’altra delle caratteristiche che contraddistinguono l’universo delle obbligazioni convertibili riguarda l’ampia fetta di mercato priva di rating. Dal punto di vista geografico, le obbligazioni convertibili sono emesse in tutto il mondo: poco meno della metà negli Stati Uniti e il 60% circa in dollari Usa.

A chi si rivolge e perché avete deciso di lanciare SPDR® Thomson Reuters Global Convertible Bond UCITS ETF? 

Sia gli investitori individuali sia quelli istituzionali usano le obbligazioni convertibili di emittenti globali quale strumento tattico e strategico per rafforzare le componenti più tradizionali del portafoglio. Alcuni investitori utilizzano l’allocazione sui bond convertibili per incrementare i rendimenti del proprio portafoglio obbligazionario; altri per ridurre il rischio di draw-down (rischio di ribassi, ndr) e la volatilità dell’allocazione azionaria. Alcuni investitori li considerano uno strumento ibrido e preferiscono inserirli all’interno di strategie alternative e multi-asset.

Analizzando il mondo dei convertibili, quale correlazione esiste con i mercati azionari e obbligazionari tradizionali? 

Le obbligazioni convertibili sono titoli obbligazionari che coniugano le caratteristiche di azioni e obbligazioni. Come un’obbligazione corporate tradizionale, i bond convertibili pagano una cedola fissa periodica e maturano a una determinata scadenza. Con le normali obbligazioni societarie condividono anche alcuni rischi, quali, ad esempio, il rischio di credito correlato all’emittente e il rischio sui tassi d’interesse nell’eventualità di una variazione dei tassi. Differiscono tuttavia dai bond tradizionali poiché incorporano anche un’opzione che dà all’investitore la facoltà, ma non l’obbligo, di convertire l’obbligazione in un numero predeterminato di azioni di una società sottostante. Grazie a questa caratteristica, il valore di un’obbligazione convertibile sale parallelamente a quello del sottostante, permettendo agli investitori di beneficiare delle fasi di rialzo dei mercati azionari. Allo stesso tempo, il flusso costante di cedole offre un certo grado di protezione dalle fasi di ribasso (il cosiddetto “bond floor”), nel caso in cui il valore dell’azione dell’emittente scenda.

In questa fase di mercato, i bond convertibili potrebbero quindi rappresentare un valido strumento di diversificazione dei portafogli?

In questa fase ci sono diversi fattori che spingono nella direzione di questo tipo di investimento. L’apprezzamento del dollaro, per esempio, è un fattore che aiuta i prodotti che investono a livello globale su questa asset class, perché il debito convertibile in circolazione è espresso per lo più nella divisa americana e c’è ancora lo spazio tecnico per un ulteriore rafforzamento. Ma anche sul fronte europeo ci sono fattori che dovrebbero aiutare le convertibili ad apprezzarsi. Secondo gli analisti l’asset class è stata un po’ trascurata dagli investitori nell’ultimo anno. Il premio per il rischio di un bond convertibile dovrebbe essere più basso di quello di un equivalente bond tradizionale per il semplice fatto che nel convertibile c’è anche un’opzione a favore del detentore del bond che gli consente di convertirlo in azioni. In realtà in Europa gli option adjusted spread delle convertibili, i premi al rischio appunto, avrebbero dovuto essere un po’ più contenuti rispetto a quelli dei bond tradizionali. Tale circostanza può influire sui prezzi di tali bond rendendoli meno cari rispetto ai valori teorici. Se nel convertibile c’è un’opzione essa deve essere valorizzata e se il mercato non ha prestato particolare attenzione a questo aspetto, adesso ci potrebbero essere le condizioni favorevoli per un apprezzamento: da una parte la liquidità immessa nel sistema dalla BCE andrà sicuramente a favorire anche questa asset class, dall’altra a fronte di un’aspettativa di un mercato azionario in espansione, l’opzione di conversione potrebbe ulteriormente apprezzarsi. E chi non vuole entrare con entrambi i piedi sul mercato azionario, potrebbe essere disposto ad accettare di sacrificare un punto in meno di rendimento a fronte di un’opzione di conversione che potrebbe comunque apprezzarsi e offrire nel contempo la protezione tipica delle obbligazioni in caso di forti correzioni dei mercarti. La stessa volatilità dei mercati è un fattore propulsivo per l’apprezzamento dell’opzione.

In particolare,  i bond convertibili globali possono risultare vantaggiosi? 

Il profilo di rendimento di questi prodotti consente di offrire sia diversificazione che asimmetria, rispetto alle allocazioni azionarie e obbligazionarie tradizionali. Anche se esistono dei rischi correlati al credito dell’emittente, alla liquidità del mercato e alle variazioni dei tassi d’interesse, si tratta comunque di strumenti potenzialmente interessanti da aggiungere nel portafoglio di qualunque investitore.

Perchè per un investitore dovrebbe essere più conveniente investire nel vostro ETF piuttosto che acquistare direttamente dei bond convertibili? 

Lo SPDR® Thomson Reuters Global Convertible Bond UCITS ETF offre la possibilità di prendere esposizione a un’asset class complessa in maniera diversificata (con più di 220 titoli all’interno del portafoglio), con ammontari minimi molto più ridotti rispetto a un investimento diretto, usufruendo della professionalità di SPDR per quanto riguarda la selezione di un indice liquido e rappresentativo e la gestione del portafoglio.