Consob vieta le vendite allo scoperto su 85 titoli azionari. Molti i finanziari

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Dopo le parole, più che le azioni, arrivate dalla BCE che ha deciso di lasciare i tassi invariati, annunciando sì un’extra iniezione di liquidità per 120 miliardi ma anche che il compito di fronteggiare la crisi in atto spetta prima di tutto ai governi e alla politica fiscale, Piazza Affari ha ceduto. La chiusura delle contrattazioni ha portato a registrare il 12 marzo 2020 come la seduta peggiore di sempre con un -16,92%. Oltre il doppio rispetto al -8,2% fatto segnare nel giorno del fallimento di Lehman Brothers e comunque lontano dal secondo peggior giorno di sempre, coinciso con i risultati del referendum su Brexit (-12,5%). Il calo costante e sempre più marcato registrato dall’inizio dell’emergenza Coronavirus ha visto la Borsa di Milano lasciare sul terreno oltre 30 punti percentuali in meno di un mese.

Consob ha deciso di intervenire per vietare la vendita allo scoperto su 85 titoli azionari al centro della tempesta perfetta che ha visto la crisi sanitaria in atto combinarsi con le tensioni sul petrolio che si sono aggiunte a partire da lunedì.

Con delibera n. 21301 del 12 marzo 2020 l’Autorità per la vigilanza dei mercati finanziari ha attivato l’appicazione dell'articolo 23 del regolamento (UE) n. 236/2012 in materia di "Short Selling", “tenuto conto della variazione di prezzo registrata dai titoli nella giornata del 12 marzo 2020 (superiore alle soglie previste dal citato regolamento)”. La delibera è stata trasmessa all'ESMA ai sensi dell'art. 23 Regolamento UE n. 236/2012 ed è pubblicata sul sito internet della Consob.

Di seguito la lista completa dei titoli interessati dalla delibera, tra cui spicca la presenza di società del settore finanziario.

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