Come sta il sistema bancario italiano?

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Spiros Vathis, Flickr, Creative Commons

Il sistema bancario italiano tra stabilità e sviluppo”. È questo il titolo dell'incontro che lo scorso 4 maggio, Nextam Partners ha organizzato a Milano. Alla tavola rotonda, oltre a Carlo Gentili, AD della società, hanno preso parte anche Lorenzo Bini Smaghi, presidente di Société Générale (già membro del comitato esecutivo BCE), Roberto Nicastro, presidente di Good Banks, e Federico Fubini, giornalista presso il Corriere della Sera.

Carlo Gentili, ha aperto il dibattito parlando delle situazioni critiche in Italia, situazioni che creano un senso di instabilità nel sistema, focalizzandosi sui temi principali da affrontare nel settore bancario, ovvero stabilità, sviluppo e profittabilità delle banche. L’AD commenta inoltre anche la vicenda MPS, affermando che se non si fosse atteso l’esito politico del referendum costituzionale dello scorso 4 dicembre, la stessa banca sarebbe già stata salvata.

Lorenzo Bini Smaghi tratta il settore bancario italiano con focus più ampio, sostenendo che le banche italiane hanno perso l’occasione di rimettere sul mercato la quantità fuori misura di titoli di Stato che hanno in pancia e di guadagnarci, in occasione del QE della BCE. Concludendo che, probabilmente, ciò è stato fatto per non mettere in difficoltà le successive emissioni di debito pubblico, sbagliando. Il presidente di Société Générale, sottolinea inoltre come, nel nostro Paese, il settore bancario sia troppo frammentato e, finché non ci saranno aggregazioni, la redditività sarà penalizzata. L’esperto, conclude infine evidenziando, a suo parere, uno dei maggiori problemi in Italia, ovvero la responsabilizzazione del management.

A concludere il dibattito è stato Roberto Nicastro, il quale rincara la dose, sostenendo come, in Italia, vi siano stati diversi ruoli manageriali carenti, malversazioni e assenza di governance, soffermandosi su come il credito non sia adeguatamente tutelato. Infine, l’esperto paragona gli interventi anti-crisi messi a punto negli Stati Uniti e in Europa, e in particolar modo in Italia, dove, nei primi, vi è stato un intervento immediato, tramite denaro pubblico, tale da indennizzare tutte le componenti di crisi, mentre, in Europa, la risposta è stata lenta, in ordine sparso e intervenendo con denaro privato, varando quindi il bail-in.

Il fondo Consistente Funds People

A rappresentare Nextam Partners nella nostra lista di prodotti con marchio Funds People, è il Nextam Partners Obbligazionario Misto, con rating Consistente. Il fondo è un bilanciato prudente large cap value, gestito da Alessandro Michahelles, gestore, nonché consigliere di amministrazione della società, e investe principalmente in obbligazioni denominate in euro di emittenti in prevalenza governativi e sovranazionali. Le aree geografiche coperte sono soprattutto l'Unione Europea, il Nord America e il Pacifico. Sono possibili anche allocazioni fino al 20% del patrimonio in titoli azionari, di emittenti con vario grado di capitalizzazione e liquidità aventi dimensioni e settori operativi diversi, in quote e azioni di OICR di soggetti terzi e in via residuale in titoli di Paesi emergenti e/o in titoli obbligazionari con un rating inferiore ad investment grade. Il gestore può avvalersi inoltre di strumenti finanziari derivati finalizzati ad una più efficiente gestione del portafoglio, dove l'esposizione in questi strumenti non può superare il 20% del patrimonio del fondo. La duration media della componente obbligazionaria del portafoglio è compresa tra i 2 e gli 8 anni.

La finalità del fondo è quella di conseguire nel medio periodo una crescita graduale del valore del capitale investito, attraverso una composizione del portafoglio dinamica e diversificata. La politica di investimento attiva è basata sull'analisi dei fondamentali macroeconomici e microeconomici, e la selezione obbligazionaria si concentra su emittenti di Paesi che presentano buone previsioni di crescita e un quadro inflazionistico e valutario favorevole; quella azionaria, invece, si concentra su società in grado di conseguire un aumento degli utili non ciclico, indipendentemente dalla loro capitalizzazione e dalla liquidità dei titoli.

L'investimento nel fondo può essere valutato attraverso il confronto con il benchmark di tipo total return, rappresentato da più indici, ovvero per il 60% dal JPM EMU, 30% dall’MTS BOT e 10% dall’MSCI World D.T.R., i cui pesi vengono ribilanciati mensilmente.