Come comprendere e quantificare i costi legati alla distribuzione (efficiente) dei fondi

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Susanne Nilson, Flickr, Creative Commons

Se esiste un argomento capace di suscitare sistematicamente l’interesse di tutti i player di mercato quando si parla di distribuzione, è senza dubbio quello relativo ai costi. La domanda che ci si pone sempre è: "Come posso ragionevolmente comprendere e quantificare i costi legati alla distribuzione (efficiente) dei miei fondi"? A dare una risposta (non esaustiva) a questa delicata e cruciale questione ci hanno provato Luca Bruni (Fund Channel), Attilio Veneziano (Veneziano & Partners) e Namir Yeroham (Fundsquare)*. I fondi UCITS sono nati con la distribuzione paneuropea in mente. A volte questi sono venduti solo localmente - ad esempio nel Paese di domiciliazione del fondo – mentre nella maggior parte dei casi  sono distribuiti in più giurisdizioni europee. Per tutti i fondi che rientrano in questa seconda categoria "uno degli aspetti più cruciali della distribuzione del fondo sono i costi", dicono gli esperti che possono essere riaggruppati in tre gruppi principali:

1. Costi preliminari
2. Costi di ingresso e mantenimento
3. Costi di uscita

"Il primo passo da fare è la conoscenza approfondita del mercato. Non bisogna selezionare il mercato target in base a voci di corridoio, presunte dritte o per il semplice fatto che altre società vi siano già presenti. KTC, Know that Country è in concetto da tenere a mente. Questo vi farà risparmiare tempo, energia e infine denaro. Un salto nel buio in un mercato basato su ipotesi superficiali e/o rapide può risultare doloroso e costoso in una fase successiva. Sono molti sono i modi per acquisire quel livello di conoscenza consapevole. Bisogna trovare quello più adatto al proprio caso e alle proprie risorse, ma informatevi in ​​anticipo”, consigliano i manager. "Tempo, energia e denaro - in una certa misura - dovranno essere spesi a priori per affrontare correttamente le considerazioni preliminari sull'attrattività dei Paesi per distribuire i propri fondi".

Una volta affrontati i costi preliminari, si passa a quelli di ingresso e di mantenimento. "È molto importante individuare e valutare tutti gli aspetti e i costi legati all’entry phase prima e alla live phase dopo". Ecco di seguito alcuni esempi:

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"La decisione di uscire da un determinato mercato di distribuzione può  portare anche alcuni costi operativi, ad esempio legati al ritiro dell'autorizzazione già ottenuta con le autorità locali". Sebbene se gli importi in questione non sono generalmente troppo alti, per gli esperti sono comunque da tenere in considerazione. Chiaramente la quantificazione di questi costi dipenderà dal domicilio coinvolto e dovrà essere valutata Paese per Paese e solo nel caso en el momento di lasciare un determinato mercato.

In conclusione "i costi devono essere attentamente quantificati in tutte le loro dimensioni e mantenuti in ogni momento sotto controllo. L'industria dei fondi ha alzato barriere all'ingresso e la questione è se questo approccio abbia un impatto fondamentale sulla performance dei fondi. Quali sono le attuali tendenze di mercato per razionalizzare i costi associati alla distribuzione dei fondi? Questi costi sono uguali qualunque sia il domicilio dei fondi o ci sono ancora scelte efficienti da fare? Domande molto rilevanti, la cui risposta può influire positivamente sulla performance dei fondi in un clima in cui le commissioni di gestione e le performance sono sotto il controllo rigoroso degli investitori. Al di là della preferenza naturale degli investitori verso soluzioni economicamente efficienti, è una combinazione di dinamiche guidate dal mercato e dalle regolamentazioni che, infine, influenzano la politica dei prezzi dei fondi europei".

(*) Le idee espresse in questo articolo, senza eccezione di sorta, sono solamente espressione del libero pensiero degli autori.