Come cambia la strategia dopo i temporali estivi

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foto: autor Igorlazunna Flickr, creative commons

Sono tre i fattori che hanno modificato la situazione dei mercati finanziari durante l’estate e che spingono gli esperti a modificare la loro strategia di portafoglio. Secondo il team di ricerca macroeconomica di Banca Akros i punti chiave sono i seguenti: in Eurozona sono aumentati i timori riguardo un’accelerazione della crescita economica, dopo che i dati sul PIL del 2° trimestre sono stati inferiori alle attese in assenza di una effettiva ripresa degli investimenti; su questo ha certamente influito la saga infinita della Grecia, con l’ultimo episodio delle dimissioni del capo del Governo. Per quanto riguarda la Cina, le mosse sbagliate del governo cinese (tentato controllo dei mercati azionari e svalutazione dello yuan) hanno aumentato i timori sul vigore della crescita. L’opacità dei dati macro disponibili rende molto difficile valutare il reale livello di rallentamento e l’efficacia delle risposte date dalle autorità. Infine, il petrolio: il calo dei prezzi del petrolio è stato indotto, da un lato, dall’accordo con l’Iran e dalla produzione americana mantenuta stabile e, dall’altro, dai dubbi sulla domanda cinese. Parla Francesco Previtera, responsabile della ricerca di Banca Akros.

Dopo tanta liquidità messa in circolazione dalle banche centrali, dopo tanta spesa pubblica realizzata dagli Stati e dopo aver spinto le famiglie nei Paesi emergenti a indebitarsi, sembra impossibile che si possa assistere a un collasso incontrollato dell’economia mondiale…
Tutto è possibile ma non è questo il nostro scenario principale considerando, in particolare, la crescita auto-sostenuta degli USA e il ritardo della Cina nello stabilizzare la propria economia. 

Come vedete il mercato azionario?
Vediamo ancora un potenziale di rialzo per fine 2015, anche se in presenza di molta volatilità. Abbiamo assistito a un forte calo causato dalle paure sulla crescita economica e dal declino dei rendimenti sul debito pubblico visto come investimento di rifugio. Gli investitori stanno cercando di valutare quanto il rischio di un rallentamento superiore alle attese nei paesi emergenti possa impattare gli utili delle società quotate. Al momento, i fattori a supporto del mercato sono limitati. La probabilità di sorprese positive sugli utili è bassa, in quanto la pubblicazione dei risultati del Q2 è ormai passata e il deterioramento delle aspettative sui mercati emergenti spinge ad attendersi una revisione al ribasso delle stime di utili. Inoltre, dobbiamo mettere in dubbio anche l’obiettivo dei ratio di valutazione, in quanto il declino dei rendimenti pubblici, legato al ribasso delle previsioni di inflazione complice il calo dei prezzi del petrolio, offre un’alternativa d’investimento. Infine, le valutazioni rimangono al di sopra della norma storica (P/E 12 mesi forward sullo Stoxx Europe 600 a 14.5x vs. 14.3x della fascia alta di riferimento nel periodo 2003-07 e 13.3x in media). Il ritorno a una valutazione P/E di 13.3x (senza revisione al ribasso delle stime di utili) indica un ulteriore ribasso potenziale dell’8%; se raggiungessimo questo livello, non c’è dubbio questo potrebbe rappresentare un buon livello di supporto. 

Nel medio termine, la ripresa dei mercati azionari e l’aumento dei tassi potrebbero andare di pari passo? 
Sì. Potranno realizzarsi più facilmente una volta che la Fed avrà dettagliato la propria strategia (il 17 settembre al più tardi); che gli indicatori economici dell’Eurozona avranno confermato che la crescita economica si sta rafforzando anche se gradualmente; che l’inflazione core negli USA inizierà a salire, confermando alla buona salute dell’economia; che i prezzi del petrolio si saranno stabilizzati (verso fine 2015) con il declino della produzione negli USA o altrove; che i livelli di valutazione avranno raggiunto punti vicini alla media storica. L’aumento dei rendimenti riporterà interesse sul mercato azionario, mercato che non trova alternative concrete. 

Qual è il vostro obiettivo di P/E?
Per il momento, manteniamo il nostro obiettivo di un P/E a 12 mesi forward di 14x a fine 2016 (cioè 15.3x a fine 2015) per lo Stoxx Europe 600. Tuttavia, nei prossimi giorni, ridefiniremo le nostre previsioni di crescita dei risultati per tener conto della perdita di fiducia nei mercati emergenti che modificherà il loro potenziale di crescita (uscite di capitali superiori alle attese). Il nostro obiettivo valutativo prima della revisione offre teoricamente un potenziale di rialzo del 16%. Il potenziale a fine 2015 rimarrà positivo anche nel caso dovessimo dimezzare le previsioni di crescita degli utili per il 2015-16, caso che non dovrebbe presentarsi.

E le vostre previsioni per l’ultimo trimestre del 2015?
Non pensiamo che i mercati cinesi collasseranno né che le banche centrali prenderanno rischi sul fronte della crescita, al punto che ci sembra ragionevole attenderci una continuazione della ripresa economica nell’Eurozona e negli USA, contro un quadro ancora complesso per i mercati emergenti. Questo è stato il nostro scenario per mesi e continua ad esserlo. Di conseguenza, non modifichiamo fondamentalmente la strategia azionaria che avevamo impostato a fine giugno. Il tema dell’M&A rimane in evidenza, specialmente con il calo dei tassi d’interesse; confermiamo l’idea di mantenere esposizione alla crescita nell’Eurozona e negli USA, evitando i mercati emergenti; il maggior peso verso le mid-cap, che sono più esposte all’Europa e offrono una maggiore crescita degli utili, rimane valido; al contrario, l’uscita dai titoli ad alto rendimento da dividendo potrà avvenire in tempi più lunghi rispetto a quanto prospettato inizialmente. Il calo dei rendimenti in atto da metà luglio ha implicazioni positive per questi titoli. Sarà necessario attendere che i prezzi del petrolio si stabilizzino per veder stabilizzarsi anche le attese di inflazione e i rendimenti dei titoli del debito pubblico.