Catalexit, nessun rischio sistemico per l'Europa

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Marc Sendra Martorell, Unsplash

In attesa di capire come si evolverà la disputa tra Madrid e Barcellona, le società di gestione cominciano a pubblicare le loro prime valutazioni sull’impatto che un’effettiva dichiarazione d’indipendenza da parte della Catalogna potrebbe avere suelle finanze spagnole e sull’economia dell’Eurozona. Da Aberdeen Standard Investments, ad esempio, pensano che una dichiarazione d’indipendenza “comporterebbe costi elevati per entrambe le parti, in termini di barriere commerciali e alti livelli di incertezza finché nuove regole non si stabiliranno su entrambi i lati del nuovo confine, per non parlare del dilemma fiscale che la Spagna dovrebbe affrontare per tappare il buco di bilancio, senza i contribuenti catalani”. Secondo la società scozzese ad ogni modo è molto improbabile che la Catalogna ottenga davvero l’indipendenza anche se, come sottolineano, dal 1 ottobre, giorno del referendum, c'è stata una notevole escalation di tensioni che ha diminuito la chiarezza circa la risoluzione finale del conflitto "dato i rischi di polarizzazione e reputazione che affrontano sia gli unionisti che i leader separatisti". Inoltre, avvertono di "un elevato rischio di mancanza di calcolo politico, che può comportare notevoli turbolenze politiche".

"Non vediamo un percorso realistico verso una Catalexit e continuiamo a credere che alla fine ci sarà una negoziazione che porterà ad un aumento dell'autonomia della Catalogna all'interno della nazione spagnola", afferma invece Mark Dowding, co-head of investment grade in BlueBay. Per Dowding, la chiave di volta per la risoluzione del conflitto potrebbe essere il Paese Basco e spera che poteri analoghi siano concessi alla Catalogna per garantire la sua permanenza in Spagna. "Perciò crediamo che acquistare debito catalano, che offre un differenziale di 400 punti base, sia una buona occasione", spiega il manager, secondo il quale comunque "la Spagna continuerà a rispondere per il debito delle sue comunità autonome”.

Preoccupazioni per l’Europa?

Qualche commento in più sulla vicenda arriva dagli strategist di Amundi. Secondo l’analista economico Tristan Perrier, ad esempio, anche se un “progresso della Catalogna verso l'indipendenza potrebbe avere grandi ripercussioni sui Paesi che stanno affrontando movimenti simili, l'indipendenza è molto improbabile nei prossimi anni”, spiega. Per questo le previsioni della società francese non sono cambiate: non ci sono rischi sistemici per l’Eurozona, dicono. “Il rischio sistemico è diminuito notevolmente dopo le elezioni olandesi e francesi nel primo semestre e rimane basso in un orizzonte a breve termine”, spiega l’esperto. “La situazione catalana non è una minaccia diretta per le istituzioni dell'area euro e non ci aspettiamo rilevanti conseguenze economiche, tenuto conto delle piccole dimensioni di questa regione e della ripresa ancora vigorosa in Spagna. Pertanto, il suo impatto sull'euro dovrebbe rimanere irrisorio. Su un orizzonte di un anno, ci aspettiamo che l'euro si rafforzi moderatamente rispetto al dollaro americano, sulla scorta della forte ripresa nell’Eurozona e delle prossime modifiche al programma di quantative easing da parte della Bce”.

Isabelle Vic-Philippe ed Hervé Boiral, rispettivamente head of of euro rates & inflation e head of euro credit, si focalizzano sullo spread tra il titolo spagnolo a dieci anni e il Bund tedesco che è aumentato di circa 20 punti base e di circa 10 punti base rispetto al Btp italiano dopo il referendum, anche se “Il movimento”, dicono “è stato finora contenuto sia in termini di grandezza che di flusso. Gli investitori nazionali hanno alleggerito le loro posizioni durante il rally estivo e potrebbero rientrare ad un certo punto”. Inoltre credono le la volatilità generata dalla situazione catalana durerà relativamente poco. “Pensiamo che le obbligazioni spagnole possano offrire opportunità in una prospettiva a lungo termine poiché sono ben sostenute dal miglioramento dei fondamentali economici, mentre il rischio estremo (di coda) potrebbe essere così dannoso che non vediamo alcun valore nelle obbligazioni della Catalogna”.