Cari investitori, ecco come il vostro portafoglio pesa sull’ambiente

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Montserrat Labiaga Ferrer, Flickr, Creative Commons

L’accordo siglato tra i 196 Paesi presenti alla Conferenza di Parigi del 2015 (COP21), che ha definito senza tanti giri di parole il cambiamento climatico come una “minaccia urgente e potenzialmente irreversibile” per la società e il pianeta, prevede, tra i punti sottoscritti, l’impegno a perseguire una riduzione della temperatura media globale fino a 1,5 °C rispetto ai livelli pre-industriali entro il 2020. Un impegno che ormai non riguarda solamente le scelte adottate dai singoli governi, ma coinvolge un ventaglio sempre più ampio di attori le cui scelte possono avere un peso determinante sui cambiamenti ambientali.

In questo scenario non è marginale il ruolo della finanza, un settore sempre più sensibile ai criteri ESG. Un contributo concreto per quantificare l’effetto che le scelte d’investimento hanno sull’ambiente e sulla riduzione del riscaldamento globale arriva da Ossiam, boutique di Natixis Global AM specializzata in ETF e Smart Beta, che ha pubblicato lo studio ‘Carbon Footprint for dynamically rebalanced portfolios’, condotto da Carmine De Franco e Bruno Monnier, gestori e membri del team di ricerca quantitativa della società.

Come ricordano gli autori del documento, il cambiamento climatico ha un impatto notevole sulla salute economica delle nazioni e si ripercuote automaticamente sui mercati finanziari attraverso i canali standard (risorse e prezzi delle materie prime, debito a lungo termine, rischi politici, aspettative). Considerato il ruolo che giocano nella società, gli investitori sono chiamati a ribilanciare in modo significativo le proprie scelte finanziarie sia direttamente (investendo in azioni) sia indirettamente (finanziando governi e imprese mediante obbligazioni) ma per cogliere la sfida rappresentata dal cambiamento climatico hanno bisogno di poter quantificare esattamente sia il rischio cui vanno incontro con le proprie scelte sia il contributo che offrono agli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra.

A tal proposito, l’asset manager francese ha proposto un framework innovativo per misurare correttamente ‘l’impronta di carbonio’ delle società e indirizzare le scelte degli investitori su strategie più sostenibili per l’ambiente. Sfruttando un approccio quantitativo, il modello elaborato da Ossiam - adattabile sia ai portafogli azionari sia agli obbligazionari - permette all’investitore di calcolare il livello e l’intensità delle emissioni di CO2 delle società in portafogolio sulla base di variabili come le emissioni attribuibili direttamente alle attività di una singola società (Scope 1), la quantità di energia acquistata (Scope 2), l’inquinamento prodotto dai diretti fornitori (Scope 3) e altri fattori più strettamente legati alla transizione energetica (produzione di green energy).

Il risultato è, secondo quanto afferma lo stesso Antoine Moreau, CEO e fondatore di Ossiam, “un modello matematico in grado di rivoluzionare i criteri delle scelte finanziarie. Utilizzando il nostro framework, è possibile diversificare i propri portafogli di investimento seguendo un approccio scientifico, coerentemente con i principi dell’impact investing e raggiungere gli obiettivi di profitto, contribuendo a salvaguardare in modo consapevole l’integrità del nostro pianeta”.