Calamai (Fundstore.it): "A breve lanceremo una sezione sui PIR"

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immagine ceduta dall'entità

Il mercato dei fondi online alla prova dei PIR. I prodotti che stanno riscuotendo grande interesse da inizio anno, sia tra le società di gestione che continuano a lanciarne, sia tra i rispamiatori che, almeno secondo i primi dati, sembrano ben disposti ad investirvi, entrano nel mercato della distribuzione retail online. Lo annuncia Simone Calamai, AD di Fundstore.it. “Il sito è un cantiere aperto in evoluzione: quello che faremo sarà creare una sezione dedicata ai PIR, disponibile a breve, certamente prima dell’estate”, dice a Funds People.

“L’argomento è caldo – continua Calamai – ma ci sono anche dei punti interrogativi dal punto di vista della gestione pratica del prodotto nei confronti del cliente. Aspettiamo ulteriori delucidazioni, visto che ci sono ancora dei punti da limare. Ma siamo già pronti: abbiamo avviato i primi test di prova. La nuova sezione offrirà diversi servizi, come un comparatore, uno strumento che consentirà di analizzare il probabile andamento del fondo con o senza fiscalità agevolata”, precisa il manager.

Attualmente Fundstore.it gestisce un patrimonio di circa 1 miliardo di euro e ha un tasso di crescita tra il 15 e il 20% l’anno. “Non sono numeri roboanti, il mercato della distribuzione online è ancora di nicchia, rispetto a quello che è la massa dei fondi collocati sul retail italiano”, dice Calamai. Questo perché “il mercato in Italia è captive ed è legato più all’offerta che non alla domanda”. Insomma i fondi più che essere comprati, vengono venduti e questo significa che non esiste ancora una vera e propria domanda consapevole. In fondo “parliamo ancora di un risparmio gestito legato a logiche tradizionali, per cui il processo di crescita del mercato dei fondi online è ancora piuttosto lento, rispetto alla diffusione dei prodotti”.

Tanto più poi, che come ribadisce Calamai, il risparmiatore tipo (maschio, cinquantenne, residente nel nord Italia) che utilizza Fundstore è indubbiamente una persona con un’educazione finanziaria superiore alla media, che utilizza il mezzo digitale come seconda scelta: “lo sceglie perché si rende conto che è un sistema molto più efficente, economico e trasparente”, argomenta l’amministratore delegato. “Avevamo sperato nella nascita in Italia di una vera e propria consulenza finanziaria indipendente. In quel caso Fundstore sarebbe diventato un complemento perfetto. Ma come sappiamo questo processo ha avuto molte difficloltà. Sono anni che sentiamo ripetere che nascerà l’Albo dei consulenti indipendenti, speriamo che il 2017 sarà l’anno di svolta”. Per l’esperto d’altronde l’arrivo di MiFID II è un buon inizio. “Sarà benvenuta. Adesso i distributori dovranno cercare soluzioni che non saranno solo compliant ma che dovranno soddisfare dei requisiti ben precisi, come la qualità del servizio, la trasparenza e l’economicità”, conclude Calamai.