BPM ridisegna la banca on line

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foto:flickr:creative commons

Il progetto di fusione in Banca Popolare di Milano (BPM) di Webank, banca online del Gruppo è previsto per il prossimo 23 novembre e rientra nel piano industriale 2014, già presentato ai mercati a gennaio. L’obiettivo dell’operazione è quella di rafforzare l’offerta multicanale, valorizzando la piattaforma digitale e razionalizzando i processi di vendita sui canali virtuali e fisici. Nel dettaglio, l’informativa parla della revisione organizzativa di Webank, in particolare nelle sue funzioni mercato e information technology.

Sarà così costituita la Multichannel banking che raggrupperà al proprio interno le attività core di WB, strettamente funzionali alla banca digitale, e potrà contare su 149 addetti (di cui 122 provenienti da WB e 37 da BPM). Per quanto riguarda invece l’area informatica, verrà ridisegnato il suo assetto organizzativo in modo tale da poter sfruttare al meglio le sinergie originate dalla fusione. Altri interventi organizzativi saranno, infine, portati a termine sul segmento retail, sui distretti, sulle reti retail, corporate e private, sull’ambito marketing e monitoraggio reporting. “L’operazione di fusione rientra in una strategia di rafforzamento del Gruppo, soprattutto in materia di offerta multicanale”, dice Giancarlo Zacchi, Coordinatore Fabi del Gruppo BPM, “Come sindacato, ci impegneremo per tutelare l’alta professionalità dei lavoratori coinvolti e negoziare a loro favore le dovute tutele, soprattutto in materia di mobilità territoriale e professionale”.

La procedura sindacale per gestire le ricadute della fusione di Webank in BPM, in base all’informativa consegnata venerdì scorso ai sindacati, coinvolgerà 199 dipendenti, ma non comporterà nuovi esuberi. I lavoratori interessati confluiranno nella capogruppo senza soluzione di continuità, mantenendo le proprie anzianità di servizio e il proprio TFR. Ai sindacati toccherà negoziare, di qui a 50 giorni, termine di scadenza della procedura, la revisione delle rispettive normative aziendali in materia di turni, interventi programmati/ reperibilità e la mobilità professionale e territoriale, che tuttavia riguarderà solo una trentina di dipendenti, ai quali saranno destinati interventi formativi specifici, con l’obiettivo di valorizzarne la professionalità nelle nuove strutture.