Gli investitori scommettono su un nuovo rafforzamento dell’euro

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foto: autor Images_of_Money, Flickr, creative commons

Sono molti a ritenere che l'euro continuerà a segnare nuovi record nei prossimi giorni, dopo essere ritornato ai massimi degli ultimi due anni e mezzo a seguito dei commenti di Draghi durante il meeting dei banchieri centrali. "Jackson Hole è stato un non evento", afferma secco Alberto Biolzi, responsabile Direzione Wealth Management di Cassa Lombarda. E aggiunge:  "Yellen e Draghi non si sono, infatti, espressi sulle prossime mosse di politica monetaria, dando via libera agli investitori a scommettere su un nuovo rafforzamento dell’euro, favorito anche da dati macro migliori rispetto agli USA. Sull’euro, molto giocheranno le aspettative di un annuncio del tapering del QE della BCE già dal prossimo meeting del 7 settembre. Lo sviluppo del quadro macro in USA e della politica economica domestica incideranno inevitabilmente sul dollaro".

Con l’euro schizzato all’insù dopo che il presidente di Eurotower ha detto di essere fiducioso circa le possibilità di una ripresa economica globale che considera in via di miglioramento (nonostante ci sia ancora molta strada da fare in Europa e Giappone rispetto agli Stati Uniti), a niente sono valsi gli altri tentativi di Draghi di ridimensionare la portata delle sue parole e della moneta unica. I mercati hanno fermato gli acquisti sull’euro solo dopo che è stata menzionata la necessità tuttora presente di una politica monetaria accomodante. Per Yann Quelenn, analista di Swissquote, "gli investitori stanno riponendo attese eccessive nella riunione in programma la prossima settimana tant’è che crediamo che il rischio di una delusione sia alto: non solo, infatti, il target di inflazione, è ben lontano dall’essere raggiunto (e occorrerebbe certo più tempo di quello che si ha a disposizione per poter essere conseguito) ma, oltre a ciò, il tema della scarsità dei bond eligibili per l’acquisto presenti sul mercato sta rendendo ancora più difficile per la BCE riuscire a mantenere la propria politica monetaria accomodante per lungo tempo. Ad un certo punto, potrebbe persino essere messa in gioco addirittura la fiducia del mercato nelle capacità di intervento della Banca centrale".

Inoltre, secondo Biolzi "le tensioni geopolitiche in Asia e l’attesa per le riforme promesse da Donald Trump continueranno a creare incertezza e volatilità sui mercati". Durante il mese di settembre, l’attività di primario, sia governativo sia corporate, dovrebbe progressivamente accelerare. Secondo i calcoli di alcuni analisti, a fronte di scadenze di 50 miliardi di euro nella categoria investment grade euro, le emissioni lorde entro la fine dell’anno potrebbero raggiungere 100 miliardi di euro. "Questo dovrebbe tradursi in un rialzo degli spread all’emissione, con gli emittenti più propensi a fare 'concessioni' agli investitori allo scopo di assicurarsi un funding a costi ancora contenuti in assenza di chiarezza sulle prossime mosse delle Banche centrali (normalizzazione)".