Binda (Advam Partners): "Sapevamo che il 2015 sarebbe stato un anno di grande volatilità"

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"Fin da gennaio, avevamo la consapevolezza che il 2015 sarebbe stato un anno caratterizzato da grande volatilità" dice Marco Binda, portfolio manager di Advam Partners SGR, pertanto "la nostra view strategica è rimasta immutata nonostante le tensioni emerse per le questioni greca e cinese: rimaniamo dunque positivi sull’azionario (in particolare su quello europeo), mentre abbiamo una visione neutrale o in alcuni casi negativa sull’obbligazionario. Secondo il gestore la causa di questa volatilità risiede principalmente in due fattori: il primo è rappresentato dalla liquidità immessa nel sistema e la possibilità di avere leva finanziaria a basso costo, due aspetti che fungono da amplificatori dei movimenti su tutte le asset class. Il secondo è il fatto che "i mercati azionari si sono popolati di operatori obbligazionari". 

Cosa significa? "Vuol dire che investitori abituati a rendimenti stabili con un profilo di rischio contenuto oggi non trovano più soddisfazione nella remunerazione fornita dai titoli obbligazionari e si spostano quindi su quelli azionari", spiega Binda. E continua: "Si trovano tuttavia esposti ad un rischio a cui non sono abituati e che cercano di limitare attraverso un timing di ingresso e uscita che in alcuni casi si tramuta in un vero e proprio inseguimento dei prezzi. Questo approccio alimenta il nervosismo dei listini e non fa altro che aumentare ulteriormente l’ansia degli stessi investitori, in un circolo vizioso che si autoalimenta e che genera situazioni di panico simili a quella a cui abbiamo assistito solo pochi giorni fa". In un contesto di questo genere Il gestore ritiene tuttavia che "la volatilità non sia da considerare esclusivamente un fattore di rischio da evitare, ma possa fornire, se gestita adeguatamente, importanti opportunità di rendimento".

Marco Binda gestisce nato Antelao, il nuovo fondo flessibile di Advam Partners che investe principalmente in altri OICR e si pone su una fascia di rischio medio: a undici mesi dalla partenza segna una performance di circa l'8% a fronte di una volatilità pari a poco più del 5%, posizionandosi nelle prime posizioni della sua categoria Morningstar.  "I fondi flessibili hanno per loro natura le caratteristiche per adeguarsi in modo dinamico alle variabili condizioni dei mercati finanziari e credo quindi che il trend di raccolta per questo tipo di strumenti continuerà ad essere positivo", spiega. "D’altro canto mi aspetto anche che, nella scelta di uno o più fondi all’interno di questa categoria, l’approccio degli investitori sia maggiormente selettivo e premi i gestori che forniscono i migliori risultati in termini di rapporto rischio-rendimento, soprattutto in uno scenario di così difficile interpretazione".

Secondo il portfolio manager si tratta "di un necessario processo di maturazione del mercato, nel quale la nuova normativa Mifid avrà un effetto di grande accelerazione, slegando le nuove figure professionali da logiche esclusivamente commerciali e spingendole a focalizzarsi su prodotti a valore aggiunto per il cliente finale". Per una SGR indipendente questa prospettiva rappresenta un’importante opportunità, che "abbiamo deciso di cogliere concentrando la nostra offerta su un numero di prodotti limitato, ma di alta qualità", conclude.