Banca Mediolanum va in Borsa il 28 dicembre

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Banca Mediolanum sbarcherà in borsa il prossimo 28 dicembre come ultima tappa del processo di fusione inversa avviato a maggio che porterà l’attuale controllante, Mediolanum, a confluire in quella che è oggi la controllata, Banca Mediolanum. Con questa operazione, che il 29 settembre sarà sottoposta al voto dell’assemblea, la nuova nata avrà il 100% dei business bancario, assicurativo e di asset management, il 50% di Banca Esperia e il 3,4% di Mediobanca. Ha spiegato Massimo Doris, ad e dg di Banca Mediolanum, durante la presentazione della semestrale alla stampa: “l’operazione avverrà all’insegna della semplificazione. Per il cliente non cambierà nulla, né ci saranno cambiamenti a livello di governance o di assetto proprietario. Aumenteranno efficienza, redditività e i costi saranno minori, a cominciare dal fatto di avere un solo consiglio d’amministrazione e un solo bilancio da sottoporre ai revisori”. Ha aggiunto, in tema di cariche, che “queste dovranno essere votate in consiglio e in assemblea ma è molto probabile che restino le stesse”. In altre parole, Massimo Doris resterà l’ad e il padre Ennio il presidente.

Riguardo alla fusione, il futuro ad del gruppo non vede il rischio che i recessi previsti dall’operazione possano superare i 100 milioni di euro che il gruppo ha stanziato. “Se qualcuno dovesse recedere farebbe un errore”, ha detto Massimo Doris, soffermandosi poi sulla questione delle partecipazioni in Banca Esperia, private bank detenuta in joint venture da Mediolanum e Mediobanca. “Avevamo dato la disponibilità a vendere poi non c'è stato accordo sul prezzo con Mediobanca e per questo abbiamo accantonato l’operazione”, ha sottolineato Massimo Doris. E ha aggiunto: “Banca Esperia sta crescendo, se poi un domani noi o Mediobanca dovessimo cambiare idea o se arrivasse un terzo con un’offerta interessante, riapriremo il dossier”. Il manager ha poi spiegato che, se Fininvest sarà obbligata a vendere il 20% circa detenuto in Mediolanum, in seguito alla condanna per frode fiscale nel processo Mediaset e alla conseguente perdita dei requisiti di onorabilità, “come famiglia siamo disposti ad acquisire una quota, intorno al 3%-4%, il resto andrà a investitori istituzionali. Ci sono investitori istituzionali interessati a rilevare pacchetti della quota”.

Il Consiglio di Stato, dopo il ricorso presentato da Fininvest contro la sentenza del Tar del Lazio, ha rimandato la riunione per decidere sulla questione al 14 gennaio. Infine Doris ha illustrato i numeri della semestrale e si è detto soddisfatto. La crescita delle commissioni di gestione sono salite del 27% rispetto a metà 2014, con un utile netto di 227 milioni nel primo semestre 2015, in crescita del 38%. La relazione finanziaria semestrale consolidata, infine, riporta masse gestite e amministrate per 69,841 miliardi di euro (+14% a/a, +8% da inizio 2015) con un Common Equity Tier 1 Ratio al 18,5%.